33.

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Mi sveglio con la bocca impastata. Faccio schioccare la lingua contro il palato per togliere l'orribile sapore. Mi metto a sedere facendo mugugnare qualcuno per il fastidio. Le mie gambe sono un intreccio con quelle di Ivan e di Maya, che sono restati a dormire da me. Io sono schiacciata tra i due e vorrei sapere che ore sono. "Maya" la chiamo gentilmente. Borbotta qualcosa nel sonno. "Maya" dico con più insistenza. Borbotta insulti mentre apre gli occhi e li punta su di me. "Guarda che ore sono" le dico passandomi una mano sulla faccia. Lei si sporge e guarda nella mia sveglia. "Mmm, sono le due e mezza del pomeriggio" risponde con voce roca. Spalanco gli occhi e inizio ad urlare: "Dobbiamo andare dal gruppo!". Anche Maya all'improvviso sembra del tutto sveglia mentre schizziamo via dal letto. Ivan, che aveva un braccio appoggiato sulla mia pancia, si ritrova per terra. Lo sento inveire mentre cerca di capire che cosa sia successo. Io e Maya scattiamo verso il mio armadio e per fortuna ho due tenute da caccia. Ce le infiliamo al volo e poi schizziamo nel mio bagno. Le avevo fatto portare uno spazzolino per le emergenze e ringrazio di averglielo fatto portare. Ci laviamo i denti al volo, corriamo al piano di sotto e prima di uscire afferro due mele dalla cucina. Ne passo una a Maya, salutiamo Ivan, e iniziamo a correre verso il punto di ritrovo. Arriviamo tutte sudate ma appena in tempo. Cody mi lancia un'occhiata divertita prima di fare segno di avvicinarmi. Mi avvicino a lui e lo invito a parlare. "C'è qualcuno per te nell'armeria, hai dieci minuti" dice prima di rivolgere la sua attenzione ad altro. Mi avvicino all'armeria ed entro. "Buongiorno" dice una voce roca. "Buongiorno Alex" rispondo. Mi si avvicina velocemente e si china per darmi un bacio quando si ferma improvvisamente. "Emily" sussurra tendendo la mascella. Lo guardo con fare interrogativo. "Perché cazzo hai l'odore di un altro addosso?" chiede cercando di mantenere la calma. "Ieri sera ho chiamato Ivan e Maya e hanno dormito da me" spiego leggermente agitata. Sembra calmarsi un poco ma non quel che basta. Mi avvicino e, con una mano, gli prendo la testa obbligandolo a guardarmi. "Ivan è solo il mio migliore amico e rimarrà tale, ormai è parte di me. Se vuoi me nella tua vita c'è anche lui." dico avvicinandolo a me. Faccio poi scontare le nostre labbra e mi sembra di aleggiare in paradiso. "Andiamo dai" dico prendendolo per mano e uscendo dall'armeria. Subito tutto il gruppo si gira verso di noi. I loro occhi si spostano dalle nostre mani alle nostre facce. "Grande Alex che hai fatto conquista! Dopo mi fai fare un giro?" chiede uno facendo l'occhiolino ad Alex. Quest'ultimo stringe di più la mia mano e ringhia facendo sparire il sorriso al tipo. 'Fagli vedere il marchio, per favore' dice aggiungendo il per favore all'ultimo, perché sa che a me non piace ricevere ordini. Mi abbasso la maglietta e appena scopro il marchio tutti restano a bocca aperta. Poi succede una cosa che non avrei mai pensato, si inchinano uno ad uno, abbassano la testa in segno di sottomissione. "Ehm ragazzi non dovevamo andare?" chiedo molto imbarazzata.
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Arrivo a casa mia e mi stravacco sul letto. Sarei dovuta andare a casa di Alex? Non lo so sinceramente. Ho una fame bestia. 'Ehi principessa hai fame?' mi chiede Alex tramite il collegamento. 'Abbastanza' rispondo arrossendo per il suo principessa. 'Vuoi andare in qualche posto in particolare?' mi chiede e noto che c'è qualcosa di strano, ma preferisco non chiedere ora. 'Al Jeffrey Caffé, non ci vado da una vita' rispondo alzandomi e andando verso l'armadio. 'Perfetto, tra dieci minuti sono sotto casa tua cucciola'. Mi metto un maglione rosso con dei jeans neri a vita alta. Metto le mie Adidas e scendo le scale. Trovo mio padre a guardare la tv. Lo saluto baciando sulla guancia ed esco di casa. Trovo Alex appoggiato su una delle sue macchine con indosso i pantaloni della tuta e una maglia a mezze maniche bianca aderente. In macchina posso vedere pure il suo giubbotto di pelle. Mi sorride e lo vedo diverso, non so spiegare come. Mi avvicino a lui mentre lui mi circonda la vita con le sue braccia. "Non hai freddo?" chiedo arricciando il naso. "Nah" risponde lui facendo strisciare i nostri nasi. Il borbottio della mia pancia ci interrompe. Inizia a ridere mentre gli lancio un'occhiataccia. Mi apre lo sportello e mi fa salire. Arriviamo al Jeffrey Caffé in dieci minuti, durante i quali Alex non mi ha lasciato la mano nemmeno un secondo. Arriviamo al locale ed entriamo. Tutto questo mi sa di routine e mi va bene così. Ci sediamo al tavolo e Sadie viene verso di noi. "Emily da quanto tempo! Girano così tante voci qua... Comunque che vi porto ragazzi?" chiede. Ordiniamo mentre punto la mia attenzione su Alex. "Alex sputa il rospo" gli dico. Dicendo ciò alza la testa e fa scontrare i nostri occhi."Non è successo niente" dice lui con nonchalance. Inizio a conoscerlo troppo bene per sapere che mi sta mentendo. "Alex" dico calma e sicura, con un tono che non ammette repliche. Lui di rimando sospira passandosi una mano fra i capelli. 'Mio babbo oggi mi ha chiamato nel suo ufficio e...'

Spazio autrice

Ehi ragazzi!

Ultimamente ho rallentato il ritmo dei capitoli perché non riuscivo a scrivere quello che sarà il 34, o almeno, non riuscivo a completarlo.

Ora sono tornata e vi avvisto già che dal 34 al 36 saranno capitoli molto più lunghi del normale, perché sono anche molto importanti.

Detto ciò lasciate una stellina e un commento se vi va, mi farebbe molto piacere.

Asia

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