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Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare un cielo pieno di stelle e una luna piena bellissima. Sono stesa in mezzo a quello che sembra un prato e ho indosso un vestito bianco di pizzo. Mi metto a sedere inizio guardarmi intorno confusa. Mi ritrovo in un prato circondato da una foresta di latifoglie, penso, e c'è anche un lago. Su una sponda del lago c'è una donna vestita anch'ella di bianco e quella che sembra una lupa bianca. Mi alzo e e inizio a camminare verso la donna. Quando arrivo lei si gira verso di me e penso sia la donna più bella che abbia mai visto. I lineamenti del viso sono dolci, ha due occhi grandi color marrone cioccolato fondente e dei capelli neri che le scendono sotto le scapole. Mi guarda e dice con un sorriso sulle labbra: "Ciao Emily ti stavo aspettando". Mi acciglio e le rispondo: "Scusi ma noi ci conosciamo?". Lei batte la mano sul terreno di fianco a lei per indicarmi di sedermi vicino e risponde poi: "Non di persona, no, ma ti ho tenuto d'occhio. Forse è meglio che mi presenti: sono la Dea della Luna o almeno la personificazione di essa visto che nella mia forma da Dea probabilmente moriresti". Spalanco gli occhi e mi affretto a fare un inchino. "Oh non c'è bisogno cara. Siamo tra confidenti qui" ridacchia lei. Il lupo all'improvviso si alza e viene ad appoggiare il suo muso sulle mie gambe. Ha gli occhi color ambra. "Dea le posso chiedere perché siamo qui?" chiedo. Lei sospira e guarda il lago. "Siamo qui perché devo mostrarti delle cose e parlarti." dice facendo poi una pausa sospirando. "Mi dispiace Emily cara, per il destino che ti è toccato. A volte nemmeno io posso riuscire a cambiare il destino dei miei figli." continua poi. Mi acciglio a questa sua rivelazione e chiedo: "Che cosa intende?". Lei sospira e sembra soppesare le parole che sta per dire. "Accarezza Summer dietro le orecchie, le piace particolarmente" commenta poi. Faccio quello che dice e la lupa inizia a scodinzolare come un cane. "Emily il tuo cammino sarà molto, ma molto, frastagliato per colpa di questa guerra. Quello che succederà a te e al tuo compagno Alex metterà a dura prova quello che chiamate bond. Devo dire che però il Fato ha scelto due persone estremamente forti..." dice guardandomi negli occhi. Nei suoi riesco a scorgere pena? Dispiacere? Perfetto, ora faccio pure pena alla nostra Dea. "Ora Emily è arrivato il momento. Quello che ti mostrerò è quello che sta succedendo nel mondo 'dei vivi'. Non te lo puoi di certo perdere" dice facendomi un sorrisino enigmatico che non riesco a collocare. Poi si alza e immerge i piedi nel lago, invitandomi a fare lo stesso. Sempre più turbata da quello che dice immergo i piedi nel lago. Stando in quella posizione la luna, posizionata proprio sopra le nostre teste, riflette la luce nel lago. Dopo qualche secondo l'immagine si increspa e viene fuori un'immagine del tutto diversa. Si vede una me stesa in un lettino di ospedale e c'è Alex di fianco che mi tiene una mano. Inizia con un discorso che a sentirlo mi fa venire le lacrime agli occhi. Non ci posso credere. Lui mi ama. "Come posso tornare da lui?" chiedo straziata dal dolore per vederlo così sofferente. La Dea mi guarda e sorride malinconica. "Per tornare da lui devi concentrarti e pensare all'unica cosa che vuoi a questo mondo. All'unica cosa che vale davvero per te. Però prima che tu ci provi, volevo farti incontrare una persona che arriverà dopo che io me ne sarò andata. Prima di andarmene volevo dirti che mi dispiace Emily per tutto quello che ti è accaduto e ti dovrà accadere. Hai un ruolo importante in questa guerra Iterum nasci. Ricordati che tutto ha un filo logico e che tutto si risolverà. Detto questo ti auguro solo buona fortuna" dopo aver detto queste cose la sua immagine inizia a brillare talmente tanto intensamente che devo distogliere lo sguardo. Torno con i piedi fra l'erba mentre il lupo è ancora lì che mi gira intorno ansioso. "Ehi, calma calma" dico sorridendo quando dal bosco spunta una figura vestita di bianco. La riconosco subito. Inizio a correre verso di lei come mai ho fatto probabilmente nella mia vita. Sento già gli occhi inondarsi di lacrime e appena sono abbastanza vicina mi dò uno slancio per abbracciarla forte forte. "Quanto mi sei mancata mamma" dico con la voce rotta dalle lacrime. "La mia piccolina" sussurra lei abbracciarmi stretta di rimando. "Mamma ci sono talmente tante cose che ti vorrei dire..." la voce non mi permette di completare la frase. "Piccola mia" sussurra lei asciugandomi le lacrime con i pollici. "Non sai quanto mi sei mancata" sussurro con la voce rotta dal pianto stringendola di più. Respiro il suo dolce profumo che non avrei mai pensato di risentire ancora. Non avrei mai pensato di sentire le sue braccia avvolgermi in un abbraccio. "Bambina mia anche tu" sussurra lei di rimando. "Io ti sento sempre, tutte le volte che mi vieni a raccontare cosa succede nella tua vita, tutte le volte che mi pensi io sono sempre con te e col babbo." dice staccandosi per guardarmi negli occhi. "Guarda come siete belle" dice fissando poi me e la lupa. Mi giro verso la lupa e capisco il perché mi sembrava stranamente familiare. Questa è la mia lupa interiore ma in questo momento è molto poco interiore. Mi rigiro verso mia mamma e noto che anche lei è affiancata da una lupa che prima avevo completamente eclissato. "Mamma non so che cosa fare. Non so come fare, devo tornare là in qualche modo, ma io voglio anche stare con te. Voglio solo essere felice per una volta. Ci sei mancata tanto. Sei mancata tantissimo al babbo." dico mentre lei mi asciuga la lacrima e mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Sei così uguale a tuo babbo e ringrazio la Dea della Luna per averci permesso di vederci. Tesoro mio, tu nel tuo cuore sai cosa devi fare per tornare da lui, per quanto ti possa sembrare dura riuscirai sempre a trovare una soluzione. Sei bella, forte, intelligente e sei stata scelta come Luna, questo vorrà pur dire qualcosa. Quanto vorrei che tu potessi restare un altro po' con me qui, a raccontarci le cose come facevamo un tempo, magari mentre ti faccio una treccia. Però non puoi rimanere qui per sempre." dice lei sull'orlo delle lacrime. "Sono così orgogliosa di te. Sei forte e nonostante qualcuno cerchi di tirarti giù riesci sempre ad alzare la testa e rispondere a tono, un po' come me" dice poi. Mi stringe forte, successivamente, come se fosse l'ultima volta perché probabilmente questa è l'ultima volta. "Questo è l'addio che non sono riuscita a darti. Non avrei mai immaginato che quello sarebbe stato il nostro unico incontro. Mi dispiace tesoro, dispiace tanto. È successo quello che doveva succedere. L'unica mia magra consolazione è che, tra un bel po' mi auguro, te e il babbo mi raggiungerete. E potremmo essere una famiglia tutti insieme, di nuovo. Ma in questo momento te ne devi andare e anche io non posso stare in questa forma per sempre. Di' solo al babbo che l'ho amato e lo amo come nessun altro. Te tesoro ricordati che ci sarò sempre per te, sempre. Quando avrai bisogno di sfogarti, ogni volta che avrai bisogno di me io ci sarò. Chiudi gli occhi e pensami. Allora mi vedrai nei tuoi ricordi. Sarò sempre vicino a te. Non mi potrai vedere ma ci sarò. Lo giuro" mi sussurra all'orecchio nel nostro abbraccio. La sua lupa le strisca contro una gamba come per dirle che deve ritornare da dove è venuta. Ci stacchiamo e lei si gira e inizia a correre. "No mamma!!" urlo tra i singhiozzi. Lei si gira ai margini della foresta. Prende una guancia fra due dita, la tira leggermente e la lascia, dando poi un leggero schiaffetto. Sparisce poi nella foresta. Quello era il nostro modo per dirci 'Ti voglio bene'. E mi lascia lì, in mezzo al prato confusa e piena di domande sulle labbra che rimmarranno impronunciate. Summer si stende a terra con le orecchie abbassate. Mi chino per accarezzarla. "Quindi ti chiami Summer eh?" commento cercando di smorzare questa tristezza. Summer si avvicina ancora di più come per consolarmi. Vedo la tristezza nei suoi occhi dopotutto quella è anche sua madre. Comunque ho capito a cosa devo pensare per tornare a casa. Chiudo gli occhi mi concentro. Penso ad Alex, solo ad Alex, penso a quanto tengo a lui e mi concentro solo sul suo sorriso, i suoi occhi e i suoi capelli. Mi concentro sulle emozioni che mi fa provare ogni volta che mi abbraccia, facendomi scalpitare il cuore. Ripenso ai suoi baci e alle sue carezze. All'improvviso non sento più la terra sotto i piedi e sento un odore pungente di igienizzante. Quando riapro gli occhi sono stesa nel letto d'ospedale e lo vedo, seduto alla mia destra, con la testa appoggiata sul letto. La sua mano sopra la mia. È visibilmente denutrito, lo si deduce dalle guance leggermente incavate. Non riesco a muovermi molto, ma riesco a stringere indietro la sua mano. Subito la sua testa scatta verso la mia. I nostri occhi si incontrano e lo vedo. Lo vedo passare dall'uomo più triste al mondo a quello più felice. Si alza e inizia ad inondarmi di baci la faccia. "Sia ringraziata la Dea della Luna!!" esclama lui. Si ferma subito dopo. "Che hai Emily? Sembri provata" chiede subito dopo. Lo guardo negli occhi e provo una fitta di dolore pensando a mia madre, e una fitta di felicità pensando al suo discorso. "Ho bisogno di te, ho bisogno delle tue attenzioni ora" sussurro con voce roca. Sono sicura però che mi abbia sentito. Mi faccio leggermente da parte, per quello che riesco, mentre lui si infila nel lettino. Appoggio delicatamente la mia testa sul suo petto mentre un suo braccio mi tiene per la vita tracciando con la mano cerchi immaginari nella mia schiena. L'altra sua mano è situata tra i miei capelli. Sento che lui in questa posizione è molto scomodo ma non dice niente. Senza accorgermene inizio a piangere silenziosamente.

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