12.

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Mi sveglio. Probabilmente saranno le 5:00 di mattina ma non mi importa. Tra un po' ci sarà l'evento dedicato a mia mamma e io non ho voglia di alzarmi. Sinceramente penso che il mio cuore si sta per spaccare in due,  di nuovo. Ricordo ancora di quando ci hanno dato la notizia due anni fa. Le lacrime iniziano a scendere velocemente per la mia faccia. Mi manca, mi manca terribilmente. La mia mamma ogni volta che stavo male mi preparava i biscotti con le gocciole di cioccolato, i miei preferiti. E' dura vedere le famiglie al completo quando la mia famiglia non lo sarà mai più. Mi manca quando mi faceva le trecce per andare a scuola. Mi manca. L'unico suo tratto fisico che ho preso da lei sono i capelli. Questi capelli ricci e mori, che ogni tanto mi sembra ancora di vederla allo specchio di fianco a me. Quanto vorrei che fisse qui per dirmi che devo fare con Alex, ad aiutarmi quando non trovo della roba. Vorrei che fosse qui e basta. Come se non bastasse stanotte ho sognato l'ultimo abbraccio che mi ha dato, l'ultima volta che l'ho vista. Mi manca da togliere il fiato. Ho bisogno della mia mamma, anche se non è qui. Faccio dei respiri profondi e mi mordo il labbro. E' dura, molto dura. So che probabilmente  anche Alex sente il mio dolore ma non mi importa. In qualche modo riesco a smettere di piangere e allora vado a farmi una vasca. L'acqua calda mi distoglie per un po' dai miei pensieri, fino a che mio padre viene a chiamarmi. Mi inizio a vestire con abiti rigorosamente neri. Poi vado in bagno, mi asciugo i capelli, e mi faccio una crocchia elegante, coprendo poi con il correttore  le occhiaie che si sono formate sotto i miei occhi. Oggi non riuscirò ad evitare Alex.Mi metto pure dei tacchi, neri anche quelli, che appartenevano a lei. Lentamente scendo le scale, mentre la voglia di affrontare  questa giornata inizia a sciamare sempre di più. Arrivo in fondo e noto mio padre guardare una foto di mia madre. Le accarezza dolcemente il viso mentre si vede che i suoi occhi sono inondati dai ricordi. Tossisco leggermente facendolo girare. Indossa un completo nero, che mette in risalto i suoi capelli. "Andiamo" lo invito porgendogli il braccio. Lui lo prende e usciamo dalla porta di casa. Il villaggio stranamente è meno caotico del solito, e anche molto meno rumoroso. Arriviamo al luogo prestabilito, e mi accorgo che siamo arrivati con un largo anticipo. Saliamo sul piccolo palchetto e ci sediamo su due delle tante sedie. Man mano che la gente arriva ci viene a fare le condoglianze, ma probabilmente ci avranno parlato solo una volta o due con mia madre. Dopo un po' mi stufo e, con la scusa di cercare Ivan, mi allontano. Trovo quest'ultimo insieme ai suoi genitori un po' più lontano. "Mi dispiace tantissimo tesoro" mi dice sua mamma abbracciandomi. Ricambio l'abbraccio. Subito dopo abbraccio Ivan, il quale mi abbraccia ancora più forte mentre i suoi vanno da mio padre. "Bene bene bene, chi abbiamo qui?" esclama una voce alle mie spalle. Io e Ivan ci stacchiamo dall'abbraccio e vediamo che davanti a noi ci sono Adam, Casey e Alex. "L'orfana oggi è molto triste vero? Ti prego non metterti a piangere!" dice Casey facendo finta di mettersi a piangere. "E il piccolo sciagurato invece serve a farti da un'altra madre o lo usi solo perché non troverai mai il tuo compagno?" mi beffeggia contro Adam. I miei occhi guardano per una frazione di secondo Alex, il quale se ne sta fermo con aria impassibile. "Di sicuro non darò credito a questi deficienti, se il vostro Q.I fosse più alto forse ci penserei" ribatto sprezzante. "Stai zitta tu, che fai solo la vittima" ribatte sprezzante Alex. È come ricevere  un colpo dritto al cuore. "Parla il figlio di papà... cos'è adesso corri da lui e mi fai punire solo perché ti ho dato contro?" ribatto tenendo la testa alta e incrociando le braccia. Alex sta per ribattere quando arriva l'Alpha. Chiniamo tutti il capo mentre lui chiede: "Ci sono problemi qua?". "No signore, i ragazzi stavano facendo solo le condoglianze ad Emily" dice Ivan, con i pugni serrati, guardando i ragazzi. "Sì ci dispiace tanto Emily" commenta Adam. "Tantissimo" fa eco Casey. Alex invece si limita ad annuire. Fulmino con lo sguardo quest'ultimo. Torno sul palchetto con l'Alpha e Alex, che terranno un breve discorso su quanto è stata forte mia mamma. Non ho ascoltato una parola, perché pensavo a come Alex non mi abbia difeso. Mi arriva un messaggio sul cellulare.

"Mi dispiace per tua mamma" cita il messaggio di Alex. "Alex ma mi prendi per il culo?" chiedo di rimando. "Senti lo so che ti dovevo difendere ma loro non sanno niente" arriva il messaggio subito dopo. "Alex vaffanculo, che cazzo di giustificazione è? Non ti avvicinare a me, sennò inizio a fare la pazza isterica. Giuro che non ti parlo più  dopo." commento con un messaggio finale.

Lo vedo, con la coda dell'occhio, agitarsi sulla sedia. Gli sta bene a quello lì. Appena finita la cerimonia torniamo a casa. "Preparo io la cena stasera?" chiedo togliendo i tacchi. "Sì ti aiuto, ora guardiamoci un film" mi risponde. E' da quando mia madre non c'è più che evitiamo di guardare dei film assieme, perché finiamo per discutere su qualche particolare e non c'è più mia madre per fermarci. E quando ce ne accorgiamo è troppo tardi e ci invadono troppi ricordi.
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Alex's POV
Sono arrivato alla discoteca da mezz'ora e Adam e Casey sono già spariti. Prendo quello che deve essere il terzo bicchiere di Coca-cola mischiata al Gin. Mi giro a guardare fra la folla, dondolando lentamente il bicchiere. Una riccia viene verso il bancone, e per un attimo penso sia lei. Ma questa ha gli occhi marroni e non ha il suo profumo. "C'è qualcosa che non va?" mi chiede lei. Evidentemente l'ho fissata troppo. "No no tranquilla" rispondo sfoggiando il mio sguardo migliore. "Piacere mi chiamo Alex" dico poi allungando la mano. Lei titubante me la stringe. "Piacere Bianca" dice con un sorriso.
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Siamo tutt'e due ubriachi. Entriamo in casa mia e la porto velocemente verso la mia camera da letto, senza staccarmi dalle sue labbra. Non mi ricordo nemmeno il suo nome, ma ora, per una notte devo dimenticare. Lei si toglie la maglietta mentre io chiudo la porta. Si riattacca alle mie labbra tirandomi il labbro, facendomi così mugolare dal piacere. Poi si attacca al mio collo, iniziando a mordere e succhiare. Intanto le mie mani vagano sul suo culo. Quando ha finito il lavoro mi toglie i pantaloni e mi guarda vogliosa. Non faccio altro che accontentarla.
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Mi sveglio con un bruttissimo mal di testa. Mi accorgo solo ora della ragazza, di cui io non so il nome, che è appoggiata alla mia spalla. Non so come ma so che abbiamo fatto sesso, e so pure che sono venuto urlando il nome di Emily e non quello di questa povera ragazza.

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