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Sono due settimane che non la vedo. Due settimane che non la sento. Se l'avessi marchiata, magari avremmo potuto parlarci tramite il collegamento, come fa la maggior parte dei miei compagni qui al campus, ma non posso. Spero soltanto di tornare a casa presto. Sono steso nella mia brandina quando sento suonare l'allarme. Salto in piedi e corro verso il box più vicino. Appena mi sono trasformato vado nel mio posto tra i ranghi. Compare mio padre affiancato da suo fratello. Mio zio, poi, dice: "Ragazzi ci stanno attaccando. Le nostre sentinelle li hanno visti appena dopo le montagne. Serriamo i ranghi e teniamo duro. Ci sarà una bella sorpresa se riusciamo a tenere duro questo giorno. Vi prego di essere con me e con mio fratello. Stando uniti siamo il branco e il branco vince sempre. Facciamo vedere a quelli del Sud contro chi si sono cacciati!!". Iniziamo a ululare in segno di approvazione. Ci muoviamo e ci mettiamo in posizione. Si sentono degli ululati in lontananza e io scavo a terra con la zampa nervoso. Non la faranno franca. I primi lupi spuntano dagli alberi e non ci mettiamo molto a tirarli giù. Un'altra ondata arriva subito dopo e questi saranno il doppio di quelli di prima. Iniziamo a combattere ferocemente. Atterrato il mio nemico mi giro per vedere a che punto sono i miei compagni. Vedo Adam in difficoltà e, senza pensarci due volte, corro in suo soccorso. Prendo per il collo il suo nemico e lo scaravento via. Adamo guarda con occhi riconoscenti, quando all'improvviso non vedo più niente.
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Emily's POV
Sono seduta al tavolo da pranzo con la madre di Alex, Cassie. In queste due settimane mi ha invitato a stare da lei, visto che siamo tutte e due sole, le è sembrato giusto passare il tempo almeno in compagnia. Ho scoperto che è molto gentile, perché comunque non ci avevo mai parlato prima d'ora. Ho fatto anche amicizia con Maya, quella nuova nel branco dei cacciatori, la quale deve arrivare tra poco. Stiamo sorseggiando il tè del pomeriggio mentre parliamo del più e del meno. Mi alzo per appoggiare in cucina la tazzina da tè vuota. Quando un enorme dolore mi si espande appena sotto il cuore è talmente tanto forte che cado a terra dolorante. Cassie, al rumore della tazzina rotta per terra, accorre nella mia direzione e appena mi vede capisce già che c'è qualcosa che non va in Alex, infatti sembra contattare mentalmente suo marito. Il dolore non accenna a fermarsi, ma diminuisce un po' la sua intensità, abbastanza da permettermi di rialzarmi e sedermi. Cassie viene vicino a me e mette le sue mani tremanti sulle mie spalle. "Stanno arrivando. Lo vogliono portare al nostro ospedale. È molto grave. John non mi ha voluto dire che cosa è successo ma sono certa e convinta che Alex abbia bisogno di te in questo momento. Quindi se me lo permetti ti vorrei accompagnare all'ospedale in modo che quando arriveranno saremo lì." dice con la voce tremante. Mi limito ad annuire facendo un'altra smorfia di dolore. Ci catapultiamo nel retro della casa, dove ho scoperto che tengono molte macchine. Cassie ne apre una e io mi infilo dal lato del passeggero. Lei prende un respiro e poi sfreccia verso l'ospedale. "Arriveranno in elicottero." mi informa lei. "Non ti distrarre. Vorrei riuscire a salvare il tuo figlio." la rimprovero scherzosamente per alleggerire un po' la tensione, infatti accenna un sorriso. Arriviamo all'ospedale e si vede già che hanno ricevuto la notizia. Tutti i medici stanno correndo da una parte all'altra e forse non avranno solo Alex. Io e Cassie ci mettiamo da una parte mentre il mio dolore non diminuisce affatto. È come una stretta sotto il cuore che stringe, stringe, stringe, quasi come se volesse spezzarti letteralmente in due. Sospiro e chiudo gli occhi, devo calmarmi.
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Siamo qui da 10 minuti quando un infermiere ci si para davanti. "Una di voi due signorine è la compagna del figlio dell'Alpha?" chiede. "Sono io" dico sicura anche se la voce mi trema un po'. I suoi occhi si puntano subito alla ricerca di un marchio, ma quando non lo trova subito si arrende. Mi fa cenno di seguirlo e guardo Cassie preoccupata. "Vai e salva mio figlio" dice. Seguo l'infermiere che mi porta davanti ad una porta. Però prima di aprire si gira verso di me. "Allora mi deve ascoltare perché quello che deve fare è importante. La vita del suo compagno è sul filo del rasoio. Abbiamo cercato di medicarlo il meglio possibile. Le ferite stanno facendo fatica a rimarginarsi e come ho detto ha bisogno assolutamente del suo aiuto. La lascio entrare da sola" dice per poi avviarsi lungo un altro corridoio. Con le mani che tremano prendo la maniglia e le abbasso entrando nella stanza. Chiudo la porta subito dopo di me e lo vedo. Il tempo si dilata e ora ci siamo solo noi due. Steso sull'unico lettino ha vari lividi sulla faccia. Ha una benda intorno alla testa. Il resto del corpo non riesco a vederlo. Una macchina è collegata lui e il cuore batte piano. Mi salgono le lacrime agli occhi a vederlo così ma non saprei come fare e cosa fare.
E invece sì che sai cosa fare lasciati guidare dall'istinto
Non sei proprio d'aiuto lupo interiore ma va bene. La prima cosa che mi viene da fare e avvicinarmi a lui e stendermi nel lettino. una mia gamba sopra le sue e il mio braccio attorno al suo torace, il più leggero possibile. "Ti prego resisti. Vivi per me"

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