Capitolo 3 - Primo sguardo

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Esco dalla doccia e avvolgo il mio esile corpo in un morbido asciugamano badge.
A passo svelto entro in camera e apro le ante della cabina armadio, dove tiro fuori una salopette nera a pantaloncini corti, di un tessuto molto simile alla seta.
Non sono mai stata una ragazza da vestito,tacchi alti e feste, decisamente preferisco stare a casa a disegare, oppure a leggere. Chi non lo vorrebbe.

Raccolgo i miei lunghi capelli e metto in una piccola borsetta, il cellulare e altre cose che mi sarebbero potute essere utili durante la serata.
Esco dalla stanza e raggiungo Trevor e mio padre che mi stavano aspettando in soggiorno. Mio padre indossa uno smoking bluastro, il tessuto è perfettamente stirato e inizio a pentirmi di aver messo una salopette. Ma subito mi consolo vedendo Trevor vestito con una semplice maglia, dei jeans neri e una giacca.
Usciamo dalla casa e decidiamo di andare con due macchine, io salgo insieme a Trev invece papà sale sulla sua auto.

-per caso sai dove stiamo andando?- chiedo curiosa.
-no, non l'ho mai fatta questa strada- ammette Trevor.
Svariati minuti dopo ci fermiamo davanti un grandissimo edificio illuminato, scendo dalla macchina e un filo di vento mi passa fra i capelli facendo ondeggiare in aria alcune ciocche che si erano liberate dalla coda che avevo fatto.

-mi scusi, ho prenotato a nome Blake- dice mio padre ad una cameriera che ci accompagna subito al nostro tavolo.
Noto che é apparecchiato per sette persone, mi avvicino ad una delle sefie e guardo Trevor confusa, lui alza le spalle non sapendo quello che stesse succedendo e vedo mio padre andare verso una coppia che avanza verso il nostro tavolo.
Dietro di loro risco a scorgere una ragazza molto carina che indossa un vestito aderente con una scollatura a V.
Al suo fianco, un ragazzo moro, molto slanciato verso l'alto e muscoloso.
Appena si avvicinano noto quanto si assomigliano, i lineamenti sono identici, gli occhi castano scuro di entrambi sembrano rapirmi, infatti inizio a fissarli e non mi rendo conto che Trevor mi sta chiamando.

-emh..cosa?- dico tornando nella realtà, noto che tutti mi stanno guardando e mi alzo lentamente in piedi leggermente imbarazzata.
-piacere Cassie- dico porgendo la mano alla signora davanti di me
-tuo padre mi ha parlato molto di te- sorride e mi stringe la mano con delicatezza. La donna indossa un completo formale e ai piedi ha dei tacchi molto alti, che la fanno sembrare molto alta.
-io sono Kelsey- dice la ragazza mora avvicinandosi a me.
-Cassie- sorrido ripetendo il mio nome e ci accomodiamo una affianco all'altra.

Sembra una ragazza simpatica. Ha un viso molto snello, ma non posso dire lo stesso del suo corpo, molto formoso e tonico. Da come si guarda intorno sembra quasi che stia studiando nei minimi dettagli il locale in cui ci troviamo.
Appena nota che la sto guardando mi sorride e io non posso fare a meno che ricambiare.
-Trevor- dice il ragazzo moro e mio fratello che si alza di fretta per salutarlo nel migliore dei modi, si vede che si conoscono da molto tempo e che fra loro c'è una grande amicizia.
-Lei è Cassie, mia sorella- mi presenta al ragazzo e le mie guance vengono coperte da un intenso colore rosso.
-Finalmente sei arrivata, Trevor non smetteva più di parlare di te, sembrava ossessionato- lo prende in giro ridendo.
-ma non è assolutamente vero- nega Trevor.
-invece lo é- afferma Kelsey sorridendo.
-comunque, piacere Matthew- io sorrido in preda all'imbarazzo e intanto lui si siede affianco a mio fratello.

-Dimmi Cassie come ti stai trovando qui a Los Angeles?- mi chiede con molta curiosità la donna seduta affianco a mio padre.
-mamma, è arrivata qualche ora fa, come può darti una risposta- interviene Kelsey e la ringrazio mentalmente. Non avrei proprio saputo rispondere a quella domanda. Spero soltanto che durante la cena non vengano fuori discorsi scomodi.
-tesoro sto solo cercando di fare conversazione- si difende la donna e mi fa un grande sorriso per invitarmi a parlare.
-emh.. Il viaggio è andato abbastanza bene e sono molto felice di aver fatto la scelta di trasferirmi qui- sento la mano di Trevor toccarmi la gamba sotto il tavolo e senza pensarci due volte la faccio unire con la mia stringendola e lo vedo sorridere.
Sa benissimo che mi mancherà la mia San Francisco, o almeno.. i miei amici.
-E frequenterai la Lonsdale?- si affretta a chiedere.
-si il quarto anno, nonché l'ultimo- dichiaro.
-quindi hai l'età di Trevor?- mi domanda per la millesima volta.
-no, abbiamo un'anno di differenza. Semplicemente ho iniziato la scuola prima del dovuto così mi sono ritrovata in classe con ragazzi di un'anno in più di me-
-E scusa se te lo chiedo.. ma hai dovuto dire addio a molte persone, ti mancherà tua madre? - chiede e quasi mi strozzo con la mia stessa saliva per l'ultima domanda.

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