Sono trascorse ormai due settimane dalla discussione con Aaron, da quando gli ho chiesto con amarezza di andarsene. Lui ha fatto solo ciò che gli ho urlato di fare, se ne andato, letteralmente.
A scuola non mi degna nemmeno di uno sguardo, sembro essere diventata un fantasma per lui.
Ma non riesco a negare che mi manca. Ho davvero bisogno di riavere ciò che avevamo prima, anche se si trattavano di pure sciocchezze.Solo ora capisco quanto erano importanti le intese dei nostri sguardi, il modo arrogante in cui mi guardava, per poi andarsene lasciandomi combattere con la rabbia, pensando a quanto volessi che tornasse indietro per riempirlo di schiaffi per il modo in cui mi ha trattata.
Ma adesso, non provo più nulla, sento soltanto una forte tristezza che continua a divampare in me. Vorrei poter vedere ancora il suo sorriso, le fossette che gli si creano affianco alle sue morbide labbra, desidero sentire ancora il suo sapore, le sue mani che navigano sul mio corpo sognante, i suoi modi freddi e rudi, sorprenderlo a fissarmi. Mi manca da togliermi il fiato.
Non so quale sia stato il motivo del suo distacco, forse quella sera sono stata troppo dura con lui, anche se ciò che ha fatto l'ho ritenuto più che sbagliato, si è preso la briga di stare al mio fianco per tutto il tempo. Magari senza provare nulla, ma questo non cambia che lui c'era, quando ho avuto bisogno lui era lì.
Forse mi mento soltanto.
Vorrei convincermi che il ragazzo di quella sera è il vero Aaron e non un pallone gonfiato, pieno di sé che vedo tutti i giorni attraversare il corridoio di scuola con il viso nella posizione opposta alla mia.Ma quando pochi giorni fa, durante le lezioni dell'antica Grecia, ho pensato solo per un attimo di tornare a parlare con lui, non c'era. A mia insaputa ha discusso con il professore, separando la nostra coppia per le ricerche su quell'argomento che speravo di fargli apprezzare. Adesso non posso non pensare altrimenti, non mi vuole più vedere, mi ha cancellato dai suoi pensieri in poco tempo, magari non ci sono neppure mai entrata e mi sto soltanto fasciando la testa di cose che non accadranno mai.
«dovrei smettere di frequentarlo, non credi?» mi chiede Kelsey, tirandomi fuori dai miei pensieri su Aaron. Non mi sono nemmeno resa conto di essere davanti lo specchio del bagno, mentre la mia amica si ripassa il rossetto sulle labbra e parla di chissà quale argomento, non ho ascoltato nemmeno una parola.
«cosa?» le chiedo disorientata.«Cass va tutto bene? è da un po' che ti vedo assente, per caso c'è qualcosa che non va? Sai che se hai bisogno ci sono..» mi poggia una mano sul braccio, avvicinandosi.
«no.. cioè si! va tutto bene, sono solo un po' stanca, sicuramente ho solo bisogno di dormire un po', nulla di preoccupante» le sorrido a trentadue denti, sperando di convincerla. Capisco poi, che ha abboccato pienamente, quando mi trascina in corridoio per andare all'ultima lezione della giornata.
«allora, che programmi hai per Halloween?» mi chiede sistemando la alta pila di libri che ha tra le mani nel suo armadietto.
«credo nessuno, invece tu?» le domando, anche se in realtà non mi interessa un accidente di Halloween, manca più di una settimana, non vedo il motivo di preoccuparsene proprio adesso.
«non so ancora, ma ho sentito dire che ci sarà una festa nei dintorni, potremmo farci un salto» dice pensierosa, mentre ci avviamo alla classe di letteratura.
«ma solitamente non bisogna avere un invito per entrare?» le faccio notare, ma la sua prima risposta è una grossa risata.
«qui nessuno usa più gli inviti, avanti Cass, sei a Los Angeles, non dimenticarlo!» mi fa un sorriso, entrando nella classe già sommersa dagli studenti e mi siedo in uno degli ultimi posti liberi, purtroppo in prima fila.
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Semplicemente Tu
ChickLitCassidy è una tranquilla ragazza di San Francisco, spesso insicura e sempre troppo paranoica, è spaventata da quello che la vita le riserverà. I demoni del passato la perseguitano continuamente e l'unica cosa che vorrebbe davvero è bruciare i ricord...