La sveglia suonò alle 7.05 come ogni mattina, Jimin si girò nel letto con uno sbadiglio e la spense velocemente, troppo infastidito da quel suono ronzante.
Era una fredda mattinata di fine inverno e il giovane non vedeva l'ora di poter finalmente abbracciare la primavera, con le sue giornate miti e le strade traboccanti di colori, ma per ora doveva accontentarsi di un cielo grigio e di una giacca abbastanza pesante, che gli impedisse di ammalarsi.
Scostò le coperte mal volentieri e mise i piedi sul pavimento freddo, rabbrividendo per il contatto: sbadigliò rumorosamente, stese le braccia in aria per sgranchirsi la schiena intorpidita e si avviò verso il bagno, che si trovava in fondo al corridoio.
Nel passare davanti alla camera del suo coinquilino e migliore amico, Jimin notò che il letto fosse già stato fatto e che, probabilmente, Taehyung era in piedi da molto prima di lui.
Sorrise al pensiero di non dover fare colazione da solo quella mattina e proseguì in direzione del bagno più allegro di prima.
Aprì la porta velocemente e scoppiò a ridere quando trovò l'amico addormentato sul bordo della vasca, i capelli castani umidicci e l'accappatoio mezzo aperto.
«Taehyung-ssi, svegliati».
Lo scosse leggermente, il sorriso stampato sul viso e quando l'amico finalmente si decise ad aprire gli occhi, si trovò davanti il volto radioso di Jimin, con i capelli scompigliati.
«Ehi Chim, mi devo essere appisolato».
Tae portò le mani al volto per sfregarsi le palpebre e Jimin ridacchiò dolcemente a quella scena, poi mentre l'amico si alzava e recuperava l'asciugacapelli, iniziò a spogliarsi per infilarsi nella doccia.
Non c'era imbarazzo tra di loro: si conoscevano da quando avevano due anni e avevano fatto un sacco di volte il bagno insieme o una doccia veloce, la nudità tra di loro non era imbarazzante.
«A che ora hai lezione stamattina?», chiese Jimin mentre apriva l'acqua della doccia e si infilava sotto il getto caldo.
Taehyung frequentava l'accademia d'arte da ormai un anno ed era anche uno dei migliori studenti del suo corso, d'altro canto Jimin lavorava come cameriere in un piccolo bar vicino all'università dell'amico, che era sempre affollato.
Lo stipendio era abbastanza alto da permettergli di dividere affitto e bollette con l'amico e di pagare i corsi di danza: il suo sogno era di essere preso da una compagnia di ballo, ma per ora i suoi provini erano stato sporadici e ... molto poco professionali.
Se esistesse una cosa che Jimin non avrebbe mai fatto era quella di vendersi.
Voleva essere scelto e preso per le sue abilità, non perché ad uno degli insegnati fosse piaciuto particolarmente tanto il suo culo.
«Alle otto e un quarto, tu inizi alle otto e mezza il turno, vero?».
Jimin annuì continuando a lavarsi, mentre la sua mente ripercorreva il programma della giornata: a otto e mezza avrebbe iniziato il turno fino a mezzogiorno e mezzo, poi avrebbe raggiunto Taehyung nella pausa pranzo per stare un po' insieme e provare quel piccolo locale nuovo accanto all'università - dicevano che fosse buono e molto economico - successivamente avrebbe ricominciato il turno alle due del pomeriggio fino alle sei meno un quarto.
Avrebbe dovuto letteralmente correre alla scuola di danza per vedersi con Jungkook - un ragazzino, che stava all'ultimo anno di scuola superiore, che era entrato nel loro gruppo da un paio di settimane, dopo essersi trasferito a Seoul - perché gli aveva promesso di fargli vedere tutti i passi della coreografia che avevano iniziato prima che lui arrivasse.
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Pink Hair ~ ✓
FanfictionJimin ha vent'anni, tanti sogni nel cassetto e i capelli rosa. Yoongi ha ventidue anni, tanti problemi e l'amore per la musica a tenerlo in vita. E soprattutto odia con tutto se stesso il colore rosa. -Yoonmin-