17. Dance Practice

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Quella mattina Jimin ignorò la sveglia e si strinse meglio nell'abbraccio del suo migliore amico, il quale gli stava accarezzando dolcemente i capelli.

La sera prima avevano chiacchierato fino a tardi parlando di Jungkook e Yoongi.

Era evidente che Tae fosse cotto del loro piccolo Dongsaeng e il moro non cercava neanche più di negarlo, mentre d'altra parte Jimin ancora non si capacitava di aver baciato il corvino in quel modo e lasciato quel segno così evidente sulla sua pelle – aveva raccontato tutto al suo migliore amico, che aveva riso un quarto d'ora prima di abbracciarlo e sussurrargli che lui l'aveva sempre saputo che sarebbe finita così.

"Così come!?", si chiedeva il rosa, ma non voleva una vera risposta a quella domanda – ci mancava solamente dover fare i conti con quelli che venivano comunemente chiamati sentimenti.

Jimin era una di quelle persone che credeva nel vero amore, nelle anime gemelle e nel famoso filo rosso legato al suo maledetto mignolo sinistro e, tutto ciò, non c'entrava assolutamente niente con Min Yoongi.

Il corvino era troppo cinico e stronzo per essere la sua metà perfetta e Jimin si era ripromesso che non avrebbe più sprecato il suo tempo in relazioni poco sane.

Se lo erano giurati lui e Taehyung prima di trasferirsi a Seoul due anni prima: basta relazioni fugaci, incontri di una notte e via e di sentimenti malati – la prossima volta che avrebbero amato sarebbe stato una persona, che si sarebbe meritata ogni minima parte di loro.

Peccato che a vent'anni si deve fare i conti con questioni in cui i sentimenti non centrano nulla: gli ormoni – così si erano ritrovati a ritrattare su alcune cose, tipo la questione fisica della cosa, ma Jimin era troppo innamorato dall'idea dell'amore per lasciarsi andare a qualche sveltina di una notte, voleva che la sua prima volta fosse con la persona che amava e Tae presto si era stufato di quegli incontri poco seri, chiudendo definitivamente quella parte della sua vita.

«ChimChim devo andare a lezione e poi voglio passare a prendere Kookie dopo scuola – voglio fargli una sorpresa», mormorò il moro cercando di divincolarsi dalla presa del suo migliore amico, che in tutta risposta sbuffò e seppellì il volto nel cuscino, liberandolo.

«Sono così felice per te e Kookie, perché io non posso essere altrettanto fortunato?».

Voleva mettersi a piangere: perché Tae trovava sempre il ragazzo perfetto e lui il coglione di turno? Si chiedeva se non avesse scritto in fronte "Puoi pure usarmi, tanto non valgo nulla".

Taehyung sospirò e tornò ad accarezzargli dolcemente i capelli – sapeva quanto Jimin fosse combattuto dentro di sé, da una parte avrebbe voluto correre dal corvino e dall'altra mettere più tanta distanza possibile.

«Chim non dire così, sono sicuro che Yoongi non sia poi così male».

Jimin avrebbe voluto rispondergli che in certe cose non era poi così male, ma il corvino non si apriva molto e a parte la questione lavoro, non si era mai lasciato andare in chissà quali discorsi – anche perché la maggior parte delle volte lo derideva, oppure lo baciava.

«Tae non è Jungkook! Lo Hyung è la persona più irritante sulla terra, mi ha mentito su Hobi solo per divertirsi un po'! Ed io cosa ho fatto? Gli sono saltato addosso, sono un idiota».

Taehyung ridacchiò divertito e osservò l'amico mentre si rotolava tra le coperte mormorando frasi senza senso riguardanti la sua stupidità – per il moro l'unico motivo per cui Jimin fosse tanto in crisi riguardava ciò che provava per quello che lui continuava a ribadire essere solo uno stronzo, non che pensasse che si fosse innamorato, ma sicuramente ne era attratto fisicamente e il carattere di Yoongi era talmente particolare da portare il rosa a volerlo conoscere più a fondo.

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