20. Gummy Smile

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Jimin aprì gli occhi a causa della luce fastidiosa, che lo stava colpendo in pieno viso, mugolò infastidito e si girò tra le coperte calde seppellendo il volto tra il collo e la spalla del ragazzo al suo fianco, che mormorò qualche parola indistinta prima di voltarsi verso di lui mettendosi sul fianco e portando un braccio ad avvolgergli il collo.

Il rosa si godette per un po' quel calore, quella sensazione piacevole e si perse in quel profumo fresco di menta.

Appena la sua mente registrò quel piccolo particolare Jimin spalancò gli occhi, trovandosi di fronte il collo niveo di Yoongi Hyung, che stava ancora beatamente dormendo.

Il ragazzo si chiese come fosse finito a dormire con il corvino, ricordava di essersi fiondato a casa sua dopo aver ascoltato per la decima volta il suo mixtape, di averlo abbracciato, di aver semi-discusso come al solito, di essersi ritrovato a baciarlo nuovamente e poi di aver guardato un film con lui – Yoongi gli aveva chiesto di fargli compagnia e probabilmente si era addormentato: ricordava che ad un certo punto gli occhi avevano incominciato a chiudersi, ma non sapeva esattamente quando fosse caduto nel mondo dei sogni.

Probabilmente il maggiore non se l'era sentita di svegliarlo e lo aveva portato nel suo letto.

La cosa imbarazzò molto Jimin, che si chiese per quale motivo Yoongi fosse stato così dolce e gentile nei suoi confronti.

«Marshmallow, torna a dormire – è presto», mormorò assonnato il maggiore, che strinse meglio il corpo del rosa contro il suo.

Jimin si sentì invadere da una strana sensazione, la voce già roca di Yoongi di prima mattina era ancora più graffiata ed eccitante – improvvisamente il minore si pentì di essere così incollato all'altro ragazzo, non voleva che si accorgesse che probabilmente si era svegliato anche qualcos'altro, così cercò di scostarsi leggermente, tanto per evitare di essere in contatto dalla vita in giù.

«Stai fermo, Marshmallow», si lamentò Yoongi aprendo gli occhi e puntandoli in quelli del più piccolo, che si sentì le guance andare a fuoco.

Min Yoongi di prima mattina era la cosa più tenera, dolce ed eccitante che Jimin avesse mai visto: i capelli spettinati, gli occhi più piccoli del solito e leggermente gonfi a causa del sonno, le guance colorate di rosso per il calore delle coperte e le labbra leggermente lucide.

«I-Io ... s-scusa».

Jimin si diede mentalmente dello stupido, balbettare era proprio un tocco di classe, ma la sua voce sembrava essere scomparsa da qualche parte – non poteva ucciderlo in quel modo di prima mattina.

Il rosa ormai si era arreso al fatto di trovarlo attraente da un punto di vista puramente fisico, perché si rifiutava di pensare di essere attratto da lui per la sua stronzaggine, ma non sapeva cosa pensasse il corvino, d'altronde era sempre così bipolare.

«Marshmallow, cos'è ...?», domandò Yoongi con un tono leggermente divertito, mentre portava il suo ginocchio a sfiorarlo in una zona abbastanza sensibile.

Subito Jimin si scostò velocemente dal maggiore e nel tentativo di alzarsi più in fretta possibile, si attorcigliò tra le coperte e si ritrovò disteso sul pavimento senza rendersi nemmeno conto di come avesse fatto.

Yoongi si mise a sedere osservandolo per terra e Jimin sentì le guance andare a fuoco, poi si alzò alla svelta levando le coperte, che si erano legate intorno alle sue gambe e uscì dalla stanza, andando alla ricerca del bagno.

Per sua fortuna lo trovò subito e si appoggiò alla porta, dopo averla chiusa alle spalle, emettendo un sospiro frustrato. Si sentiva in imbarazzo totale e si odiava per non essere riuscito a controllare quella reazione nel suo corpo, ma d'altronde si era trovato di fronte ad un Min Yoongi altamente attraente, forse molto più del solito e lui si era ritrovato a comportarsi come un dodicenne in piena crisi ormonale.

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