33. Suga and Secret

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 «Jimin! Stavo guardando di nuovo il video e ho notato una cosa: non compare il nome di Yoongi Hyung nella descrizione, quindi mi chiedevo come fosse possibile, non avevi detto che lui fosse il produttore principale?», domandò incuriosito Taehyung.
Jimin stava finendo di sistemare la sua agenda per organizzarsi per la settimana, il suo manager – sì, perché ora aveva anche un fottutissimo manager – gli aveva consegnato le sue schedule ed era rimasto senza parole da quanto lavoro lo attendesse da lì in poi.
Il video aveva riscosso notevolmente successo e tutti stavano già impazzendo per quel ragazzo dai capelli rosa confetto: Pd-nim era molto orgoglioso di lui e gli aveva offerto un secondo contratto molto più dettagliato.
Il rosa era ancora sconvolto da quanto la sua vita fosse cambiata nel giro di così poco.

 «Come non compare?», domandò il maggiore voltandosi verso l'amico, che teneva tra le mani il suo tablet aperto sul video musicale.
Jimin gli fece segno di avvicinarsi e i due preso a leggere attentamente i nomi dei vari produttori, tra cui Pd-nim stesso e RM, cioè Namjoon Hyung.

 «Visto? C'è il tuo grande capo, Nam Hyung e poi questo Suga».

A quel nome il rosa spalancò la bocca in una piccola 'O' sorpresa, non pesava che Yoongi avrebbe davvero deciso di utilizzare quel soprannome.
Preso da una strana frenesia si alzò velocemente dalla scrivania, mentre Taehyung lo fissava sempre più confuso – infilò un paio di jeans chiari e una maglietta a maniche corta nera, afferrò le sue amate all star e scappò fuori di casa urlandogli che Suga era Yoongi.
Tae decise di non indagare oltre e tornò in camera sua a farsi gli affari propri, alle volte proprio non capiva il suo migliore amico, ma qualunque cosa fosse successa, sperava che fosse positiva.

 Jimin arrivò all'ufficio di Yoongi con il fiato corto, aveva praticamente fatto i gradini a due a due pur di arrivare velocemente, anche se effettivamente non ce n'era stato bisogno: il verde non si sarebbe mosso da lì per tutta la giornata, quindi non avrebbe rischiato di non trovarlo.
Bussò prima di entrare, voleva evitare di disturbarlo e quando Yoongi andò ad aprirgli si aprì in un dolce sorriso, sicuramente era sorpreso di vederlo, dato che la sera prima gli aveva detto che sarebbe rimasto a casa a godersi la tranquillità del suo ultimo giorno di libertà, ma in ogni caso non gli dispiaceva per niente.
Adorava avere quel ragazzino dai capelli rosa in giro per il suo studio.

 «Ehi, che ci fai qui?».

Jimin non gli lasciò aggiungere altro che gli saltò addosso, Yoongi fu abbastanza svelto da afferrarlo per non lasciarlo cadere e quando le sue labbra si scontrarono con quelle dolci e morbidi di Jimin, non gli importò veramente il motivo per cui fosse corso fino a lì.
Con un calcio chiuse la porta dello studio e ci poggiò contro Jimin per sostenersi meglio: le loro lingue avevano iniziato una lotta per la dominanza e Yoongi non voleva perdere, per una volta voleva far sentire bene lui il rosa, anche se quest'ultimo non sembrava molto intenzionato a lasciarlo vincere.
Yoongi si scostò dopo poco per abbassarsi sul suo collo e lasciare una scia di dolci baci umidi, che fece sospirare il rosa.

 «Yoongi», mormorò intrecciando le dita fra i suoi capelli e il maggiore sorrise sulla sua pelle, si scostò di poco per permettergli di scendere e poggiare i piedi per terra, poi gli tolse la maglia velocemente.
Sperava soltanto che nessuno arrivasse a disturbarli o avrebbe fatto una strage, poco ma sicuro.
Jimin sorrise a quel gesto e si occupò anche lui di levare quel fastidioso indumento al verde, per poi tornare a fiondarsi sulle sue labbra, così rosee e invitanti.
Lentamente fece indietreggiare Yoongi fino al piccolo divanetto collocato nello studio e lo fece distendere sopra, sedendosi su di lui e chinandosi a torturargli il collo con i denti.
La pelle del maggiore era estremamente pallida e Jimin adorava macchiarla con i suoi segni rossi, che risaltavano tremendamente su di lui.
Il verde sospirò pesantemente e strinse le dita intorno ai fianchi del minore, che mugolò soddisfatto e si allontanò di poco per lasciargli qualche bacio casto sulle labbra.
Gli regalò uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto e tornò a baciarlo, più lentamente e più dolcemente di prima.
Si tolsero gli ultimi indumenti con una calma quasi irreale e Yoongi assaporò dolcemente il torpore che il corpo di Jimin emanava, per non parlare di quanto il suo profumo lo stesso stordendo in quel momento.
Jimin si lasciò coccolare piacevolmente e diede libero arbitrio a Yoongi, che sorrise soddisfatto di aver vinto quella piccola battaglia: certo, avrebbe preferito che avvenisse in un posto più comodo, ma Jimin non sembrò affatto dispiaciuto.
Fu strano, Jimin si ripeté mentalmente che per quanto piacevole fosse stato non avrebbe permesso tanto spesso a Yoongi di aver il comando, preferiva averlo sotto il suo controllo, lo faceva sentire meno spoglio, meno insicuro.

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