18. Date

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«Quindi esci con Taehyung, l'amico di Jimin, giusto?».

La signora Jeon osservava attentamente i figlio, mentre quest'ultimo si stava finendo di preparare per quello che ormai era a tutti gli effetti un vero e proprio appuntamento.

Jungkook non era riuscito a mascherare l'ansia, la paura, l'eccitazione all'idea di uscire con il suo Hyung e sua madre gli aveva fatto vuotare il sacco la sera, che era andato a prenderlo alla scuola di danza e lo aveva visto in compagnia di quel ragazzo così affascinante – si chiese se tutti gli amici di Jimin fossero così belli e rise da sola a quei pensieri, ma di una cosa era sicura: erano tutti dei bravi ragazzi e questo la faceva sentire molto più tranquilla.

Dopo tutto ciò che era accaduto a Busan voleva che suo figlio stesse bene e quel gruppo di ragazzi sembrava esserselo preso molto a cuore, quindi si era decisa ad allentare un po' la presa – cosa che anche il marito aveva apprezzato molto.

«Sì, Eomma, non preoccuparti, okay?».

La donna sorrise divertita guardando il figlio sistemarsi la felpa e lisciarsi i jeans – quando lo faceva lei per sistemarlo veniva sempre ripresa bonariamente.

«Sei perfetto Jungkook e sono sicura che a Tae piaceresti anche se indossassi un paio di pantaloni della tuta e una maglietta a caso».

Il ragazzo arrossì imbarazzato, ma non riuscì a rispondere alle parole della madre perché il suo telefono si illuminò, avvertendolo dell'arrivo di una chiamata: era Taehyung, che lo avvisava di essere arrivato e di scendere.

«Io devo andare! Non torno per cena, ho le chiavi di casa – quindi va a dormire serena – e se dovesse succedere qualcosa sai che ti chiamerei subito! Ciao Eomma, salutami Appa».

Infilò velocemente il giubbotto ed uscì di casa senza sentire la risposta della madre. Taehyung lo attendeva in auto e appena il minore salì gli regalò uno dei suoi soliti sorrisi quadrati, d'altro canto Jungkook rimase fermo a fissare il ragazzo accanto a lui con la bocca leggermente aperta.

Biondo. Taehyung era fottutamente biondo.

Il maggiore notò come gli occhi del più piccolo fossero ancorati al suo nuovo colore di capelli e rise leggermente per richiamare la sua attenzione.

«Chim doveva sfogarsi ieri sera, così mi ha costretto a sottopormi alla sua tortura, però devo essere sincero – li adoro», disse passandosi una mano nella chioma chiara e Jungkook annuì tra sé, aveva perso la voce da qualche parte e non voleva aprire la bocca per emettere qualche suono imbarazzante, così si limitò a quel piccolo cenno del capo.

«Possiamo andare?», chiese Tae notando che il più piccolo non sembrava intenzionato a dire nulla e nuovamente ricevette in risposta solo un cenno del capo.

Iniziava a chiedersi se avesse fatto bene a farsi tingere da Jimin, probabilmente Jungkook lo trovava ridicolo con quel colore e non voleva essere scortese nel farglielo notare.

«Come mai Jimin doveva distrarsi?», domandò il più piccolo per rompere quel silenzio imbarazzante e Tae si rilassò un po' – almeno aveva parlato.

Così per tutto il tragitto Taehyung raccontò al minore gli ultimi avvenimenti con Yoongi e Hoseok Hyung – il minore rimase stupito dalla spiegazione riguardante il ballerino, lui per primo aveva pensato che provasse qualcosa per Jimin, ma a quanto pare si era sbagliato.

Era felice, divertito e un po' dispiaciuto per la situazione del suo Hyung, d'altronde voleva bene a Jimin e sapere cosa stesse passando gli dispiaceva – la volta successiva che si sarebbero visti il rosa avrebbe avuto molto da raccontargli e capiva perfettamente perché gli avesse detto di volerlo fare di persona, via chat non avrebbe capito nulla.

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