11. Sweet like a Kookie

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Taehyung stava finendo di disegnare, aveva chiuso libro qualche decina di minuti prima e si era dedicato a quel piacevole passatempo, la musica in sottofondo e la sola luce della scrivania ad illuminargli la stanza.

Si sentiva estremamente rilassato in quel momento, nonostante gli mancasse la presenza di Jimin per casa: dopo due anni di convivenza era strano non sentirlo canticchiare per casa o vedere sbucare la sua chioma rosa sulla soglia della porta, semplicemente per infastidirlo mentre studiava.

Sorrise tra sé e prese a sfumare le ombre, soddisfatto del suo lavoro quasi giunto al termine.

Improvvisamente il campanello di casa iniziò a trillare fastidiosamente e Taehyung, sistematisi gli occhiali da vista sul naso uscì dalla camera brontolando fra sé.

Era impossibile che fosse Jimin, poiché aveva il turno fino alle sei quella sera e Jin Hyung aveva un corso di cucina quel giorno, quindi non poteva essere nemmeno lui.

Fai che non sia la ragazzina della porta accanto, ti prego!

Prese un profondo respiro e spalancò la porta di casa, trovandosi di fronte Jungkook, il capotto pesante a coprirlo, una sciarpa rossa intorno al collo e una berretta nera calata sulla fronte - si intravedevano solo gli occhi vispi.

«Jungkookie! Che ci fai qui?», chiese sorpreso Taehyung con l'espressione un po' imbambolata, forse perché non si sarebbe mai aspettato che fosse stato quel ragazzino a bussare alla sua porta.

«Ciao Hyung, sono passato a portare queste carte a Jimin - oggi non c'era agli allenamenti e Mija Noona mi ha chiesto se potessi portarglieli, perché dovrebbe compilarli e portarli la prima volta che passa in palestra», spiegò velocemente il più piccolo sentendo le guance scaldarsi, vedere Tae in quel momento e in quello stato lo aveva scombussolato: il maggiore aveva i capelli spettinati e gli occhiali da vista, cosa che lo rendeva estremamente attraente in quel momento.

«Jimin non c'è, lavora fino a tardi, ma puoi lasciarli a me», spiegò il maggiore sorridendogli calorosamente.

Jungkook annuì e spostò lo sguardo sulla sua sacca per aprirla e prendere i documenti, ma Tae lo interruppe velocemente.

«Perché non entri? Ti preparo una tazza di tè caldo, immagino tu sia venuto qui a piedi».

Il minore arrossì nuovamente e annuì, confermando le parole di Taehyung, che si spostò per far entrare il ragazzo nell'appartamento.

Kookie si mosse velocemente, sentendo il calore della casa avvolgerlo e fargli sciogliere i muscoli tesi: appoggiò il borsone per terra e si tolse lentamente la sciarpa, il capello e il cappotto sotto lo sguardo attento di Taehyung.

«Tua madre sa che sei qui?», chiese dolcemente il maggiore mentre gli faceva segno di seguirlo in cucina e Kookie annuì in risposta prendendo posto su uno degli sgabelli del bancone della cucina.

Osserva come Tae si muoveva tranquillamente per la stanza, mettendo un pentolino d'acqua sul fuoco e servendo due tazze colorate davanti a lui insieme ad una scatola piena di bustine di tè.

«Scegli quello che preferisci».

Jungkook non se lo fece ripetere e iniziò a far passare una bustina dopo l'altra, incuriosito e sorpreso da tutti quei gusti, Taehyung lo fissava incuriosito e si appoggiò al ripiano della cucina per avere un vista migliore del più piccolo che trafficava con le bustine di tè.

«Ma quanti gusti hai, Hyung?», chiese infantilmente il ragazzino e Tae si morse il labbro inferiore per non rispondergli con una battuta molto più che maliziosa - ma Jimin gli aveva intimato di non spaventarlo e, inoltre, non aveva ancora scoperto se Kookie fosse gay o meno.

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