Jimin fece cadere l'ennesima tazza di caffè e Minha lo fissò a bocca aperta – era la seconda volta in una settimana che quel ragazzo aveva la testa fra le nuvole e lei ci stava rimettendo un intero servizio di tazze e tazzine.
«Park! Stai attento, maledizione!».
Il ragazzo si scusò con un profondo inchino e pulì il disastro combinato, mentre il suo capo sbatteva uno strofinaccio sul bancone e andava a prendere le ordinazioni di un gruppo di clienti appena entrato nel locale.
Jimin sapeva che Minha Noona ce l'avesse con lui per il mondo in cui era scomparso due giorni prima, lasciandola da sola in mezzo al locale vuoto senza dirle una parola: aveva provato a spiegarle che Yoongi lo aveva letteralmente trascinato via, ma lei non ne era sembrata comunque molto entusiasta.
Inoltre Hoseok aveva iniziato a chiedergli dove diamine fosse finito e lui aveva semplicemente accampato scuse una sopra l'altra per evitarlo.
Ma quel giorno la fortuna non era dalla sua parte.
«Jimin!».
Minha stava ancora brontolando fra sé, quando quella voce squillante interruppe brutalmente sia il suo vociare sia le scuse infinite del rosa, che si voltò verso l'ingresso per incrociare gli occhi scuri di Hobi Hyung, che sembrava sia felice sia sconvolto di vederlo – probabilmente perché gli aveva detto che quel giorno aveva un impegno fuori Seoul e non sarebbe andato al lavoro, tutto per evitare che il suo Hyung andasse sul suo posto di lavoro.
«Allora Taehyung non mi aveva detto una bugia, oggi lavori».
Sembrava molto indispettito e Jimin deglutì vistosamente, ma per qualche secondo venne salvato dalla sua Noona, che sconvolta da tutti questi ragazzi che entravano nel locale per reclamare il suo cameriere preferito, si parò di fronte a Jimin con le braccia incrociate lanciando uno sguardo carico d'odio al ragazzo dai capelli rossi di fronte a lei.
«Non per essere scortese, ma Jimin sta lavorando, quindi se vuoi qualcosa da bere sarò felice di servirti, altrimenti la porta è quella! Siamo pieni ed io non posso permettermi di perdere tempo».
Hoseok rimase un po' sconvolto dal tono scocciato della ragazza, ma poi annuì alzando le mani in segno di resa e si diresse lentamente ad uno tavoli liberi.
Jimin guardò implorante il suo capo, che intuì cosa volesse chiedergli e fu ben felice di accontentarlo: non capiva perché iniziava a ritenere una minaccia dei ragazzi invece che le solite clienti fisse, che sbavavano dietro al rosa praticamente tutti i giorni.
Minha afferrò il menù e si diresse a passo svelto dal ragazzo, che le regalò un sorriso caloroso; senza capirne il motivo si ritrovò ad arrossire, ma cercò di riprendersi velocemente e se ne tornò dietro il bancone, dove Jimin stava finendo di sistemare il disastro provocato poco prima.
«Mi dici questo chi è?», chiese la ragazza togliendogli dalle mani lo strofinaccio e facendolo voltare verso di lei, la voce improvvisamente dolce e preoccupata.
«Hoseok Hyung, andavamo nella stessa scuola di danza».
Minha annuì tra sé, questo non l'aiutava a capire come mai Jimin non volesse vederlo, nonostante il suo arrivo turbolento sembrava molto più simpatico di quel ragazzo dai capelli scuri, che aveva portato via il rosa da lei qualche giorno prima.
Quando Hoseok fece segno di aver deciso la ragazza si fiondò da lui e prese il suo ordine con un mezzo sorriso: quel ragazzo sembrava sprizzare energia e felicità da tutti i pori, ma qualcosa la insospettiva; cosa voleva da Jimin? Perché continuavano ad andare lì a reclamarlo in continuazione? Quando sarebbe riuscita a parlare a quattr'occhi con quel ragazzo dai capelli colorati e l'espressione angelica?
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Pink Hair ~ ✓
FanfictionJimin ha vent'anni, tanti sogni nel cassetto e i capelli rosa. Yoongi ha ventidue anni, tanti problemi e l'amore per la musica a tenerlo in vita. E soprattutto odia con tutto se stesso il colore rosa. -Yoonmin-