Ancora qui

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"Lui è una di quelle persone che quando manca le senti, come se tutto diventasse all'improvviso un po’ più spento."



La mattina dopo mi svegliai senza aver fatto brutti sogni.
Mike durante la notte si era tenuto a dovuta distanza dal mio corpo e al mio risveglio lo trovai in cucina.

《Ho una fame incredibile.》
《Non ho nulla nel frigo.》 mi avvisò.
《Se vieni di là, ho qualcosa.》
《Ho da fare.》 Ancora con quel tono.
《Smettila Micheal.》
《Smettila di chiamarmi Micheal, cazzo. 》 si girò furioso.
《Vaffanculo. 》 tornai nella camera e presi tutti i miei vestiti.

《Ti riporterò la maglia, se mi andrà.》
《Meg..》 disse prima che chiudessi la porta alle mie spalle e mi dirigessi nel mio appartamento.
Maya mi guardava torva.
《Non abbiamo fatto sesso. Smettila di guardarmi così.》
Lei sorrise e tornò con lo sguardo verso la tv.
Non avevo intenzione di raccontarle nulla, che credesse a ciò che voleva.

《Dove sei sparita ieri?》 mi chiese quando mi accomodai di fianco all'isola della cucina.
《Sono andata con Mike. Fa le lotte e non volevo che si ammazzasse.》
《Oggi non sono in turno.》
《Merda.. ho lasciato la macchina al locale.》
《Chiedi al tuo amico Mike se ti accompagna, siete amici intimi...vero?》
《Non abbiamo fatto nulla, davvero Maya. Sai come la penso.》 la rimproverai.

《Sì era solo uno scherzo..》 guardò la tazza e poi guardò di nuovo me.
《Non dire nulla.》 mi alzai e corsi nella mia camera.
Aprii il cassettone e presi dei vestiti puliti entrai nel bagno e aspettai che l'acqua della doccia facesse il suo lavoro.

Restai nella doccia almeno un'ora prima di accorgermi che dovevo prepararmi perchè ormai erano le dodici del mattino.
Uscii velocemente e notai che avevi due chiamate perse.

Chiamai mia mamma.
- Hey Meg... domenica ci sarà la messa in memoria dei dispersi nell'attentato, potresti venire.
- Mà, sai come la penso... non credo di essere ancora pronta. E poi ho ancora tanto da fare qui... ho un lavoro e non posso abbandonare tutto.
- Non sarà per quel ragazzo, spero di no per te! Non cacciarti nei guai piccolina.
- Non è per lui.. Decisamente no. Solo che non sono pronta, ancora non voglio crederci che non tornerà più.
- Meg, è successo da ormai un anno, dovresti fartene una ragione. Anche a me manca tantissimo, ma lui ci guarda sempre dall'alto. Ti ricordi quanto era fiero di te mentre suonavi la chitarra negli spettacoli a scuola?
- Sì, me lo ricordo come se fosse ieri.
- Dagli una possibilità. E a proposito, suoni ancora? Lui ne sarebbe contento.
- Non suono più da almeno un anno, quindi smettila. Non tornerò a suonare. Devo andare a vestirmi... ti chiamerò.
- Vabene, ti voglio bene tesoro mio.
- Anche io te ne voglio mamma.

Staccai la telefonata e mi guardai allo specchio. Il mascara del giorno prima era quasi del tutto sparito.
Mi asciugai i capelli che lasciai ricci sulle spalle, mi misi della crema sul viso e mi vestii rapidamente.
Sentii bussare alla porta e corsi ad aprirla, capendo che Maya era troppo pigra anche per fare cinque metri.

《Ciao.》 dissi fredda.
《Hai ancora bisogno del passaggio al locale?》
《No.》 e invece sì.
《Sto andando lì.. se vuoi un passaggio.》
《Prendo la borsa e arrivo.》
Guardai Maya sul divano che sorrideva maliziosa.

《Cazzo, Maya smettila.》 alzai gli occhi al cielo prendendo la giacca di pelle.
Lei rise.
《Eccomi..》
Scese velocemente le scale e arrivò alla sua macchina
《Se non ti muovi ti lascio qui, però.》 disse abbassando il finestrino.
《Arrivo.》 velocizzai il passo fino ad arrivare allo sportello.

《Grazie mille. Ora dove vai?》 dissi prima di scendere.
《Non sono affari tuoi.》
《Beh, se ti fai male, non ti medicherò..》
《Non mi farò medicare.》
《Ciao.》 uscii sbattendo la portiera.
Lui partì a tutto gas.

Vaffanculo Micheal John Bird, alla fine non mi importava di lui, no?
Ma la parte ingenua in me ci rimase male per la sua affermazione.
Anche lui si era accorto che tra di noi c'era più che attrazione, era una cosa mentale, non potevamo stare distanti.

Entrai velocemente nel locale e infilai il mio grembiule, continuavo a pensare a lui.
Mi chiedevi cosa facesse, dove fosse, se si fosse fatto del male, ero veramente preoccupata per lui? Diamine, ero preoccupata per Mike, quello stronzo.

Svolgevo il mio lavoro come sempre, dalle 14 alle 19.
Il mio telefono squillò, una, due, tre volte.
Lo lasciai squillare,  stavo lavorando, avrei risposto una volta finito.
Così appena finii mi tolsi il grembiule e notai che due chiamate erano da parte di un numero sconosciuto e una era da parte di Maya.

Tornai a casa ancora con la preoccupazione in me.
Salii le scale lentamente, per pensare e arrivata davanti alla porta sentii sussurrare il mio nome.
Mike era seduto sul primo scalino della rampa che portava al terzo piano e mi guardava.
Aveva le mani rotte e il viso rigato, mi avvicinai velocemente a lui.

《Ti ho aspettato.》
《Mike, abiti qui.. Potevi aspettarmi in casa tua.》
《Non riesco a starti lontano e ogni volta che ti sto lontano faccio una cazzata. Ho preso a pugni un muro, mi sono comportato male con te è avevo bisogno di sfogarmi. E ora mi sembra di non avere più le mani.》
《Vieni, andiamo.》 lo aiutai ad alzarsi.

Aprì la porta del suo appartamento e mi fece entrare.
《Curami da tutto.》
Era ubriaco probabilmente.
《Hai bevuto?》
《Per scordarmi del fatto che non riesco ad allontanarmi da te. Perfavore, stammi lontano. Io sono un male per te. Allontanati prima che sia tardi.》
《No, no Mike, non posso.》 iniziai a tamponare le ferite sulle nocche.

《Cazzo Megan, allontanati da me. Io sto male, lo vedi? E tu anche. Non possiamo fare nulla l'uno per l'altro.》 urlò più forte.
《Io non voglio allontanarmi da te. Non ne ho bisogno, sto bene. E starai bene anche tu, prima o poi.》 mentii amaramente, sapevo di non stare bene, ma speravo che lui un giorno sarebbe stato bene.

《Perfavore Megan, io.. ti supplico. Stammi lontano.》 tolse le mani da sopra al tavolo.
《No, basta Mike. Smettila di allontanarmi da te. 》 ne ripresi una e lo guardai.
《A me va bene così. Micheal tu dovresti provarci.  Dovremmo provare ad andare d'accordo, va bene?》
《Come fai ad essere buona con uno che ti tratta di merda?》
《Perchè ho preso da mio padre.》
《Lui è un bell'uomo, allora.》

《Sì, lo era.》 mi rattristii subito, sperando che non lo notasse.
《Era?》
《È venuto a mancare, uno stupido attentato.》
《Ah... anche.. no niente. Mi dispiace, dovresti..》
《No, non me ne vado. Anche chi?》
《Meg... ti prego.》
《Micheal lascia che ti aiuti, perfavore.》

《Megan non ho bisogno di te, cazzo. Quando lo capirai? Perchè non mi lasci stare eh? Lasciami solo, vaffanculo. Merda. Lasciami in pace.》 urlò furioso.
《Non puoi restare solo Mike! Fai sempre cazzate quando ti lascio solo. Nessuno ha bisogno di me, nessuno ha mai avuto bisogno di me. Almeno tu Micheal, almeno tu. Lascia che ti aiuti, lascia che provi ad essere tua amica. Mi resta solo questa occasione di vita. Perchè da quando sei arrivato in questo cazzo di condominio con i tuoi scatoloni del cazzo io ti ho odiato tanto, ma mi incuriosivi. Dai, chi cazzo sposta degli scatoloni alle tre di notte. Mike, proviamoci.》 dissi l'ultima parola quasi come un sussurro e senza più fiato per via della sfuriata.

《No, non posso lasciare che tu venga giù con me, Meg.》 sussurrò per poi ritirarsi nella sua camera e non lo sentii più, per almeno una settimana.

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