Sentirsi

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"Riesci a ricordare chi eri prima che il mondo ti dicesse chi essere?"
— Charles Bukowski





Ero a casa da un mese, i ricordi erano riaffiorati pian piano e non facevano più male come prima.

Mio padre era molto felice di riavermi lì, ero tornato ad uscire con i miei compagni di scuola e erano tutti andati avanti.
Qualcuno aveva addirittura una famiglia.

Lucky per esempio aveva avuto una figlia con la sua compagna del liceo.
Mi raccontava ogni minima cosa ed era davvero contento.
Poi arrivava la solita domanda, 《Tu hai trovato una bella donzella?》, e la solita risposta, 《Non ne ho bisogno.》.
E continuavamo a parlare di altro.

Sapevano esattamente che ero uno spirito libero, non potevo legarmi a nessuno.

Nel nostro gruppo si aggiunse Michelle, era davvero bella, ma nulla a confronto con Megan.
Ed ecco che pensavo di nuovo a lei.

Maya non aveva più chiamato dopo che le chiesi di non farlo.
Ero troppo impegnato a lavorare su di me e i miei sentimenti.
Dovevo controllare le mie emozioni, era difficile ma dovevo farlo.

Andai a trovare persino la tomba di mia madre al cimitero della città.
Stavo zitto e guardavo la lapide.
Tornavo a casa in preda all'ira che avevo imparato a trattenere da quando tornai a casa.

Quel giorno mio padre entrò in camera.
《Non esci?》
《Oggi non mi sento tanto bene.》
《Ieri, mentre eri nel giardino ha chiamato una certa Maya. È la tua ragazza? Dovresti parlarle, sembrava preoccupata.》
《Perchè hai risposto?》 mi alzai di scatto.
《Ha chiamato 4 volte, Mike.》

《Non dovevi rispondere. Papà, che diavolo.》 urlai ma me ne pentii.
《Scusa, scusami papà.. non... Non è la mia ragazza. È una semplice amica. Grazie per avermelo detto, la chiamerò.》

Non l'avrei chiamata.

Megan
Erano passate tre settimane da quando Mike aveva lasciato il suo appartamento.
Maya lo chiamava e metteva il vivavoce.

Avevo lasciato che Vernon tornasse nella mia vita, rassegnandomi al fatto che io e Mike non fossimo realmente compatibili.
Ciò che era successo tra noi era solo stata una follia.
Una sola volta era successo, lui l'aveva sicuramente dimenticato.

《Buongiorno piccola Megghy.》 mi diede un bacio sulla fronte.
《Buongiorno Vernon.》
La delusione non era del tutto svanita, stavo imparando ad accettare ciò che era successo tra noi.

《Allora, cosa vuole la mia principessa per colazione?》
《Oddio, non chiamarmi principessa. Ti prego.》 risi.
《Come vorresti essere chiamata? Sua maestà?》
《Va già meglio.》 gli diedi un bacio sulle labbra e lasciai che salisse sul mio corpo.

《Che bella colazione!》 disse dopo  mezz'ora.
《In realtà ho fame di altro io!》 risi rimettendomi il reggiseno.
《Tipo?》
《Un cornetto caldo al cioccolato, per esempio!》

Ogni mattina trascorreva così.
Facevamo l'amore per poi mangiare due cornetti con del cappuccino.

Tutti i pomeriggi stavo a lavoro, lui veniva a farmi visita quasi ogni giorno e ci appartavamo per qualche minuto.

Tornavo a casa da Maya nel weekend e i lunedì mattina.

Quella sera lui mi chiese di uscire, accettai felicissima.
Eravamo tornati insieme da quasi un mese, quindi perchè no?

Proprio quella sera i miei pensieri tornarono a Mike.
Dove abitava? Come era la sua città? Come stava?

Vernon durante il ritorno per casa sua se ne accorse.
《Megan ti vedo turbata.》
《Solo stupidi pensieri.. Sono stanca e la mia mente è altrove.》
《Altrove chiamato Mike?》 mi guardò.
《Guarda la strada.》
《Rispondi Megan》 tornò con gli occhi avanti a sé.

《No, non penso a Mike.》
《E allora a cosa?》 Si girò nuovamente.
《Sono solo st...》 e non sentii più nulla.

Quando mi risvegliai non riconobbi nè la mia stanza né quella di Vernon.
Provai ad alzare il capo ma mi iniziò a fare male tutto il corpo.

《Ehi Megan, buongiorno!》 vidi una ragazza, non la conoscevo.
《Buongiorno》 sussurrai.
《Io sono Serena, sono la tua infermiera personale.》
《Infermiera?》
《Non ti ricordi? Tre sere fa hai avuto un incidente.》 disse accarezzandomi la testa.
《Devi prendere questa.. 》 mi diede una pillola e un bicchiere d'acqua.

《Grazie.. Comunque, non ricordo nulla. Vernon? 》
《Vernon? Chi è Vernon?》 mi guardò stranita.
《Sì, ero con lui ieri.. cioè quella sera.》
《Ah, quel ragazzo..  Sta bene. È di sopra, per fortuna è andato tutto bene.》

《Lui sta bene?》
《Sì, non ha riportato danni molto gravi.》
《Maya?》
《Era con te anche lei?》
《No.. lei è mia amica.》 risi, per quanto facesse male.

《Ah, la ragazza che è stata qui fuori per tre giorni con il telefono in mano?》
《Sì probabilmente è lei.》 sorrisi al pensiero.
《La vado a chiamare. Vediamo se può entrare.》

Era molto gentile Serena.

《Ehy, Megan. Mi hai fatto preoccupare da morire. Dio mio.》 mi stritolò.
《Maya, sto bene.》
《Meg.. 》
《Cosa? Perchè mi guardi così?》
《Mike..》
《È qui?》
《No.. lui non è qui. Non credo verrà. Non ha risposto alle chiamate.》

《Non importa, tranquilla.》 sorrisi sussurrando quelle tre parole che avevo ripetuto troppo spesso.

《Tua madre è qui fuori.》
《Mia madre?》 iniziai a piangere.

《Sì, la faccio entrare.》 disse andando verso la porta.
《Maya.. Grazie per averci provato.》
Lei sorrise debolmente e tornò nella sala d'aspetto lasciandomi sola.

Quando mia madre entrò nella mia camera mi sentii così felice che volevo ballare.
Volevo danzare con lei come facevo quando ero piccola.
Non la vedevo ormai da un anno e mi era mancata immensamente.

《Megan, piccola mia!》
《Mamma!》 sorrisi tra le lacrime.

Anche lei era emozionata, ma nascose le sue emozioni, come aveva già fatto in precedenza.

《Mamma, portami a casa.》 dissi dopo essere state almeno per un'ora abbracciate.
《Tornerai nel tuo appartamento tra pochi giorni.》
《No, mamma. A casa. Casa nostra.》

Ero pronta per affrontare il mio passato e lasciarmi alle spalle Mike, esattamente come lui aveva fatto con me.
Avrei chiesto a Vernon di venire con me.
Sarei rimasta per qualche giorno, nulla di più.

Dovevo risentire l'odore di casa mia.
Il suo calore, che era calato dalla morte di mio padre.

Quando misi il piede oltre la porta, tre giorni dopo, mi sentii rinata.
Guardai Vernon e gli diedi un bacio, ringraziandolo di essere rimasto con me.

Lui ricambiò il bacio e mi aiutò ad entrare in casa.

Stavamo bene entrambi.
Mia madre mi guardava fiera e sorrideva.

Mi prese in disparte e mi accarezzò il viso.
《È lui Mike?》

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