Ancora tu

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Mike
Nei momenti in cui Megan non era con me continuavo a fare cazzate.
Era come una tradizione ormai, le gare di box erano come una distrazione, quella sera ero pronto più che mai.
Ero Mike Bird, nessuno poteva sconfiggermi.
Così credevo fino a quella sera.

《Alla mia destra abbiamo l'inconfondibile Mike Bird!》 disse allungando le i di entrambi i nomi.
Salii sul ring pronto a spaccare il culo a quel pivello finché non la vidi fra il pubblico.
Lei mi sconfiggeva, sempre.
Iniziai a lottare e pensai che quel ragazzo sarebbe morto perchè sfogavo la mia frustrazione su di lui.

L'avevo allontanata, non le avevo rivolto parola per una settimana e vederla nel pubblico fu un colpo al cuore.
Era sempre bellissima, quella sera indossava un vestitino colorato, non del suo genere, per nulla.
La guardai dopo aver vinto mentre il mio braccio era sollevato in aria.

Lei mi guardò e poi uscì in fretta.
Tornai nel camerino e afferrai la  maglietta per poi correre fuori, non la trovai era già andata via.

《Mike Bird, campione di box dell'anno 2017. Complimenti.》 disse sbucano fuori, sorrideva.
《Meg..》
《Non avevo nulla da fare e allora mi sono detta 'Andiamo a vedere quello stronzo del mio vicino di casa cosa fa!'》 mi guardò 《Stupida curiosità...》

《Megan, è pericoloso qui per te. Vestita in questo modo poi.》
《Cosa c'è che non va in me?》
《Perchè hai questo vestito? È di Maya?》
《Mike, è importante il perchè indosso questo vestito?》
《Megan, perchè sei qui?》 dissi duro.

《Ti ho già risposto a questa domanda, ora rispondimi tu. Perchè cazzo non ti sei fatto vedere per una settimana?》 scandì bene la domanda.
《Sai già la risposta. È questo quello che faccio Meg, e non puoi far finta che ti vada bene. Fa schifo perfino a me.》
《Allora smettila di farlo.》 alzò le spalle.
《Per te è tutto così facile vero? 》

《Non so neanche cosa significhi facile, Mike. E cazzo, sono stata così in ansia per te, per una fottutissima settimana, che mi sono preparata anche un discorso. Uno stupido discorso che ho dimenticato appena ti ho visto. E sai perchè? Perchè tu non hai bisogno di questo discorso. Non hai bisogno di me. E volevo solo dirtelo di persona.》 si allontanò.

Avevo bisogno di lei.

Non l'avrei mai ammesso, no mai.

《Meg, io non posso lasciare che tu mi stia vicino. Io sono un mostro.》
《Non è verò Micheal John.》
《Sì cazzo, e smettila di chiamarmi Micheal, merda. Ho ucciso il mio migliore amico.》 urlai, me ne pentii subito.
Lei mi guardò esterrefatta.

《Un passo avanti.》 mi sorrise fragile.
《Sono stata abbandonata dal mio ex sull'uscio di casa il giorno di San Valentino, mio padre era appena morto e puoi immaginare cosa io abbia fatto.》 disse tutto d'un fiato.
《Megan non ti dirò nulla su di me.》
《Meglio perchè non me ne frega assolutamente un cazzo.》

《Okay.. Megan.》
《Okay.. Micheal.》 mi istigò.
《Mia madre mi chiamava così.》
《Chiamava?》
《È morta, uno stupido attentato.》
Lei appoggiò una mano sulla mia.
《Sono andato alla messa per ricordare i defunti e i dispersi, una vera cazzata.》
《Cosa hai fatto dopo?》

《Boh, tipo un altro Nilo.》
Lei sorrise.
《Hai pianto? Hai questa capacità?》
《Purtroppo sì.》 la guardai e lei puntò il suo sguardo avanti a sé,  non le importava cosa avevo combinato in passato, lei era lì con me e viveva il presente.

《Sei sicuro di non aver bisogno di me? Una vicina può essere sempre utile per qualche sfogo. Ti aspetto a casa. Quando torni bussa alla mia porta. Non fare tardi.》 disse e poi andò via, verso la sua auto lasciandomi con la bocca aperta e il cuore spalancato.

Ero pronto? Davvero pronto per far sì che qualcuno entrasse nella mia vita?
Non lo sapevo, ma dovevo rischiare.

Tornai a casa dopo aver preso le mie cose e averle messe in macchina.
Bussai alla sua porta, come mi aveva detto.
《Mike, hai bisogno?》 aprì Maya.
《Ehm.. no, cioè sì.》
《È sul tetto.》 rispose sorridendo.
Lasciai il mio borsone lì e corsi per le scale.

《Sei venuto.》 disse sorpresa.
《Guarda come è bello qui Mike.》
《Sì è molto bello, quanto alto. Potremmo parlare in casa, non credi?》
《Cazzo Mike, lasciati andare. Sei un fifone.》
《Non sono un fifone.》
《Sfigato.》
《Smettila.》 mi avvicinai a lei.

《Guarda le stelle, guardale.》 disse una volta sdraiati a pancia in su.
《Le sto guardando Meg.》
《No, stai guardando me. Concentrati sul cielo, altrimenti non funziona.》
Sorrisi, se n'era accorta.

《Sei più bello quando non fai lo stronzo.》 spezzò il silenzio.
《È un complimento?》
《Taci.》 disse e mi prese la mano che era appoggiata sul mio stomaco.
La guardò e iniziò ad accarezzarla.
《Neanche Maya sa cosa ho fatto dopo che quel bastardo mi ha lasciata. Non.. non mi piace raccontarlo, ma se può aiutarti.》 si levò la maglia.

《Okay... Mh, vediamo. Smettila di guardarmi così, è già abbastanza imbarazzante ed ho freddo.》
《Sì scusa.》 distolsi lo sguardo sorridendo.
《Questo segno, lo vedi? È l'iniziale di mio padre. L'ho fatto con una lama del suo taglia barba.》 《Mi ha fatto male per tre fottuti giorni. 》 indicò sul fianco, vicino alle costole.
《Qui, è perchè mi bullizzavano. Ero diversa, sai.. Non avevo più mio padre, mia mamma lavorava in un lurido bar ed ero diversa.》 mi mostrò un segno sulla pancia.

《Basta, Meg per favore.》 la fermai quando si girò.
《Perchè?》
《Perchè tu non sei i tuoi tagli, io non ho bisogno di questo. Ho solo bisogno che tu ci sia.》
《Ci sarò. Anche solo per una chiacchierata.》 disse prima che la sua maglia prese il volo.

《No cazzo. Fermatela》 urlò ridendo.
Risi a crepapelle, come non avevo mai fatto.
《Chiamate un' ambulanza!》 urlò ancora.
《Ho veramente freddo, diventerò parte integrante del vento.》 rise sedendosi.
Mi tolsi la giacca di jeans e gliela porsi.
《Non.. grazie.》 si rassegnò quando gliela appoggiai sulle spalle.

《Sei bello quando ridi.》 confessò.
《Grazie. Io non... nessuno me lo ha mai detto.》 ma che diavolo mi succedeva?
《Non rido così da quando è morta mia mamma, un anno fa.》
《Neanche io.》
《Pensa che è merito tuo.》

《Hai deciso tu di ridere, non io.》 si strinse nella giacca.
《Tu dici sempre frasi filosofiche.》
《Tu dici sempre cazzate.》
《Ma tu ridi.》
《Non rido, mi fai pietà. 》 sorrise e mi guardò in attesa di una risposta che non arrivò.

Mi avvicinai a lei e la osservai attentamente, finché il mio cellulare non squillò.
Vaffanculo.

So che gli argomenti trattati sono molto delicati, quindi vi pregherei di prendere atto che questo è solo un libro. Ciò che è scritto non è una cosa giusta da fare, non abbiate paura di parlarne.
♡♡♡♡

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