Non parlare

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《Mike, Mike aspetta, non così.》 dissi quando iniziò a baciarmi di nuovo il collo dopo essersi fermato per guardarmi.

《Mike baciami, baciami davvero.》

Non si era ancora avvicinato alle mie labbra, non aveva ancora voluto.

Lentamente venne verso il mio viso, mi scrutò a lungo prima di appoggiare le sue labbra alle mie.
Iniziò a baciarmi con foga, come se desiderasse quel bacio più di qualsiasi altra cosa.
Come se aspettasse quel bacio da mesi.

《Megan, Megan fermati.》
《Mike perfavore, baciami e non parlare.》
《Megan non riusciremo a fermarci dopo.》
《Che ce ne frega Mike.》
《Megan, non così, non ora. Non oggi. Megan non sei come tutte le altre tu.》

《Mi hai appena fatto un complimento.》 sorrisi e gli rubai un bacio.
Lui sembrò arrossire quando si tirò su e sì sistemo i capelli disordinati dalle mie mani.

《Sta' zitta.》 sorrise mettendomi una mano in faccia.
《Devo andare.》Mi guardò e si sistemò la maglietta.
《Come sempre.》 dissi voltandomi per non guardarlo.
《Megan, sai che devo andarmene.》

《Perché Mike, perché vai sempre via?》
《Perchè se ti sto troppo vicino... Lascia stare.》
《Dove vai?》
《A casa mia.》
《A domani, Mike.》 dissi forse in modo troppo freddo.
《Megan, io... A domani.》 uscì chiudendo la porta alle sue spalle.

Mi svegliai di soprassalto, guardai l'orologio, erano le 3 di notte e dell'appartamento del mio vicino provenivano strani rumori.

Mi alzai dal letto e corsi alla sua porta.

Sentivo le cose scagliarsi sui muri, e ogni tanto un'imprecazione.
Mi feci coraggio e battei il pugno sulla porta.
《Mike.》
Lui non rispose.
《Micheal, voglio solo sapere se stai bene.》 dissi appoggiando la fronte alla porta.

《Va via Megan.》
《Resterò qui fuori, quando vuoi aprire mi troverai qui.》 mi sedetti a terra e mi sentii una completa idiota.
《Pensavi che non avrei sentito? Mike, cosa succede? Sono le 3 di notte, e tu stai gettando le cose a terra. Dimmi come posso aiutarti, se posso aiutarti.》

Lui non rispose ancora.

《Micheal dimmi solo se stai bene. Ti stai facendo male?》
Non sentii nessuna risposta.

Passò circa un'ora e non sentii più nessun rumore, probabilmente si era calmato, ma rimasi li per sicurezza.

Mike pov

Erano le 5 del mattino quando uscii.

Aprii la porta e la vidi sdraiata a terra, ranicchiata di fianco al muro.
Che stronzo. Pensai

La presi in braccio e la guardai mentre mugugnava, non si svegliò quando l'appoggiai sul mio letto e nemmeno quando mi sdraiai accanto a lei.
Le accarezzai i capelli e quando decisi di alzarmi sembrò accorgersi della mia scelta.

《Mike..》
《Meg dormi è ancora presto.》
Non avevo voglia di parlarle dei miei incubi continui.
《Grazie.》 sussurrò ancora con gli occhi chiusi.
《Per?》
《Per avermi aperto.》 mi accarezzò la mano appoggiata sul letto.

Mi venne l'istinto di abbracciarla, ma ma mi trattenni e pensai che fosse meglio lasciarla riposare.
《Resta qui.》 disse quando provai ad alzarmi.
《Megan sai che non posso.》

Ma qual'era il mio problema?
Non riuscivo a starle vicino, avevo paura che il mio istinto non riuscisse a trattenersi.
Avevo paura di baciarla, di amarla, e forse anche solo di sfiorarla.
Avevo già rischiato affezionandomi a lei.

Lei non rispose e tornò a dormire.

Mi presi il viso fra le mani e lasciai che una lacrima mi bagnasse il viso.
Non piangevo da circa un anno e le mie emozioni erano rinate quando l'avevo conosciuta.
Avevo pianto già 5 volte dal momento in cui la vidi per la prima volta.

Mi misi a guardare qualche programma spazzatura per passare il tempo.
Quando mi svegliai andai a controllare se fosse ancora nel mio letto, era ancora lì, nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata.

Volevo uscire da quella casa, andare via, scappare dai problemi, ma rimasi lì, con la testa fra le mani che tremavano di paura.

《Sei ancora qui, non sei andato via.》si strofinò gli occhi.
Continuai a mettere il caffè nella macchinetta.
《Allora, come va?》
《Bene.》
《Fa vedere le mani.》 si avvicinò a me.

《No Meg, no. Lasciami stare.》 ritrassi le mani prima che le potesse prendere ed osservare.
La sera prima mi ero procurato dei graffi e dei lividi sulle nocche dando dei pugni ai muri.

《Fammele vedere Mike.》 disse ferma e quasi con rabbia.
《No.》
《Micheal fammele vedere.》
《Va via, lasciami stare!》 urlai.

Ecco, ero scoppiato ancora, dopo che lei era rimasta due ore fuori dalla mia porta.

《Mike quale cazzo è il tuo problema? Dio mio sei fuori di testa! Mike, cazzo. Vaffanculo.》 sbattè la porta e mi lasciò di stucco nel centro della cucina.

Esatto, quale cazzo era il mio problema?
Perchè non riuscivo a starle vicino?
Perchè avevo paura di ciò che poteva farmi?
Perchè non riuscivo a trattarla bene? Come solo lei meritava.

Sentii sbattere anche la sua porta e di colpo mi recai fuori.
Diedi un calcio al muro e poi rientrai.
《Fanculo.》 sussurrai per poi tornare nella mia camera.
Mi sdraiai sul letto e sperai che il suo odore fosse rimasto impregnato nelle mie lenzuola.

Ma che mi succedeva?

Il suo profumo era lì, e fu come se ci fosse anche lei li, chi mi chiedeva di restare, per l'ennesima volta.
Lei che mi sorrideva, e mi chiedeva come stessi, perché forse le interessava davvero.

Poi vidi mia madre che faceva le stesse identiche cose.
Mi chiedeva come stessi ricevendo risposte poco consone.
Mi chiedeva di restare con lei quando non stava bene, o quando per caso, raramente litigava con mio padre.
Mi chiedeva di abbracciarla e io la guardavo male, come se mi avesse chiesto di tifare la squadra avversaria.
Mi chiedeva solo questo e mai glielo avevo dato.

Sentii un urlo e mi alzai di scatto dal letto, lasciando le mie lacrime e i miei ricordi su di esso.

《Vaffanculo!》 sentii di nuovo.
Perchè Megan urlava così?

Andai alla sua porta e stavo quasi per bussare, ma poi la sentii urlare di nuovo.

《Perché tutto a me?》 disse quasi sussurrando.

Mi sentii la causa di quel suo crollo e mi sentii in colpa, tornai in casa, come un fottuto codardo.

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