Cambiare

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"Che poi, anziché tornare a cercarsi, non sarebbe meglio non perdersi affatto?"




Chiusi gli occhi per un momento finchè non sentii la voce squillante di Maya che mi chiamava per la cena.

《Eccomi eccomi.. Non urlare ti prego.》 mi toccai la testa come se volessi reggermela.
《Tutto okay oggi?》
《Ho mal di testa.. ma per il resto è tutto okay.》
《Vernon?》

《Tutto bene anche con lui.》
《Strano.》
《Maya.》 la ripresi.
《Sai che non mi piace. Non me lo farò piacere.》
《Non deve piacere a te Maya. Decido io cosa farne della mia vita.》

Maya mi guardò alzando un sopracciglio.
《Si dà il caso che tu fino ad ora non abbia fatto una scelta giusta.》

Aveva ragione, ma mi arrabbiai comunque.
《Maya che cosa pretendi da me? Perchè ti metti contro di me?》
《Da te pretendo la lucidità di prendere scelte giuste. Sei diventata grande Meg. Non puoi pretendere che io sia sempre li a porgerti un fazzoletto per asciugare le tue lacrime. Ci sarò, ma non per vederti piangere.》 prese un boccone.

《Vaffanculo.》 mi alzai nervosa e uscii dalla porta d'ingresso sbattendola.
Guardi la porta di fronte a me, poi le scale. E ancora.
Porta, scale.
Mike, Vernon.
Porta o scale?
Mike o Vernon?

Bussai, per l'ennesima volta scelsi la porta.
Nessuno mi aprì, bussai ancora.
E ancora.

Appena la porta si aprì capii che per l'ennesima volta avevo scelto ciò che per me era più facile da scegliere.

Il mio cuore si era sbagliato per l'ennesima volta.

《Ancora tu?》 disse lei.
《Stavo andando via.》
《Chi è piccola?》 sentii la sua voce e fu come una boccata d'aria fresca.

《Nessuno, sta andando via.》
《Sì, vado via.》 restai a fissare dietro di lei nella speranza che lui apparisse, ma non accadde.
《Okay, ciao.》 chiuse lentamente la porta.
《Ciao.》 alzai la mano e aspettai che la porta fosse del tutto chiusa prima di fuggire per le scale e iniziare a piangere.

Mi misi sul marciapiede e appoggiai le braccia alle ginocchia, ranicchiate vicino al petto.
Piansi le lacrime più amare di sempre.
Le lacrime degli sbagli.

Degli sbagli che avevo sempre commesso e che continuavo a commettere.
Sbagliando s'impara, e io non c'avevo capito un bel niente.

È come un esercizio di matematica, ci provi, sbagli, ci riprovi, sbagli di nuovo.

Non tutti gli sbagli servono ad imparare, alcuni sbagli vanno fatti solo per sfizio.
Mi sentii soffocare dalle mie stesse lacrime e quasi urlavo dal dolore che provavo.

Il mio cuore non ci capii più nulla, iniziai a correre. Non sapevo dove stessi andando. Era sera, piangevo e stavo correndo. Mi avranno creduto una pazza. Una maniaca. Ma ero solo innamorata. E l'amore spesso si comporta così, e ti fa sembrare pazza.

Corsi, corsi veloce. Quando mi fermai avevo il fiatone, appoggiai le mani sulle ginocchia e mi chinai per riprendere fiato.

Avevo paura, e non sapevo di aver corso tanto.
Mi sedetti sulla panchina che dava alla strada e mi ci sdraiai lentamente.
Ero sola, c'era buio, avevo paura e piangevo, quale migliore scenario?

Chiusi gli occhi e immaginai di non vivere la mia vita.
Restai probabilmente un'ora o di più  da sola a piangere sdraiata su una panchina sola, col buio e con la paura.

Pensavo, pensavo e pensavo. E ancora.

Vidi dei fari all'improvviso.
Mi sollevai in preda al panico e iniziai a camminare velocemente.
Iniziai a credere di essere spacciata.
La macchina rallentò e il guidatore abbassò il finestrino.

《Sali.》 mi ordinò.
Guardai nella macchina,  che andava lentissimo, senza fermarmi.

《Perchè sei tornato?》
《Perchè tu sei sempre tornata da me. È il mio turno. 》
《Non.. non posso.》
《Sì che puoi Meg.》
《Non posso Mike, non posso.》

《Megan sali.》
《Mike, torna a casa.》
《Ti sto cercando da un'ora, non tornerò a casa dopo averti trovato.》

Mi rassegnai e salii in macchina cercando di non incrociare il suo sguardo.
Sembravo un mostro probabilmente.

《Come sapevi che fossi andata via?》
《Ti ho vista correre.》
Appoggiai la testa al sedile.

《Grazie Mike.》

Lui non rispose si limitò a mettere una mano sulla mia coscia.
La mia raggiunse la sua e la strinse forte, come se fosse l'unico, e l'ultimo, appiglio sul quale potersi aggrappare.

《Perchè sei andata via?》 disse una volta arrivati davanti al nostro pianerottolo.
《Perchè tu eri con lei.》
《Perchè sei venuta?》
《Perchè volevo starci io con te.》 finsi un sorriso e abbassai la testa.

《Meg.. 》
《Non dire niente Mike. Hai ragione.》mi girai per aprire la porta.
《No, Meg lasciami parlare.》
《Meg, ascoltami, ora.》

《Mike abbiamo già parlato abbastanza. Non credi?》
《Non sarà mai abbastanza Meg.》
《Dovremmo solo andare avanti, non sarei dovuta venire da te. Ho sbagliato, ultimamente ho il primato.》
Lui sorrise.

《Credo sia stata la scelta più giusta della tua vita venire da me.》
《Lo penso anche io. Ma lei era lì e tu.. e lei.. e..》 non riuscii a finire la frase perchè mi ritrovai con le sue labbra sulle mie e le mie mani nei suoi capelli che li scompigliavano.

《Vieni da me.》 disse fra i baci.
《Aprimi la porta.》 sorrisi e continuai a baciarlo.
《È aperta.》 la spinse con un calcio.
Mi guardò e mi accarezzò il viso come nessun uomo che si era avvicinato a me avesse mai fatto.

《Lascialo.》 sussurrò baciandomi il collo.
《Chi?》
《Vernon.》

Mi staccai in preda al panico. Mi aveva appena ricordato di Vernon.

《Meg, non pensiamoci ora.》 mi prese in braccio e mi portò nel suo letto.
Mi porse una maglietta e tornò in cucina.

La infilai velocemente. Avrei dovuto avvertire Maya. Lasciare Vernon. Chiamare mia madre.  Andare a trovare mio padre. Chiedere scusa a Maya. Ma in quel momento mi dedicai allo sguardo di Mike quando mi vide con la sua maglietta addosso.

Mi misi sul letto e aspettai che si sedette anche lui.
《Stanotte resto qui.》 disse abbracciandomi.
《Ti conviene, altrimenti tutto questo sarà inutile.》
《Megan nulla è inutile.》
《Sei un filosofo fallito Mike.》

《E tu una comica.》
《Hai fatto sesso con Sharon su questo letto?》
《Sei l'unica ragazza alla quale ho permesso di entrare nel mio letto.》
《L'unica?》
《L'unica Meg.》

Lo baciai e lasciai che quella notte proseguisse a ritmo di respiri posati, mentre entrambi dormivamo abbracciati.

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