Fidarsi

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《Cosa hai fatto in questo mese?》
《Scritto canzoni e le solite cose.》
《Lotte?》 dissi con sufficienza.
《Megan.. Non parliamone ora.》

《Mi interessa. Vorrei sapere qualcosa sul tuo mondo.》
《Sì, ho lottato ancora.》 bevve un sorso della sua Coca-Cola.
I divanetti del mc erano la cosa più comoda del mondo e mi veniva voglia di sdraiarmici sopra.

《Hai vinto?》
《Ho perso una volta.》 sorrise fragilmente.
《Tu che perdi?》
《Pensavo troppo quel giorno.》
《Hai dei lividi?》
Scosse la testa e poi rimase in silenzio.

Mi parlò di lui, per la prima volta si aprì con me.
Mi raccontò che sua madre era una dei dispersi dell'attentato e dopo la sua morte era andato via dalla sua città natale, senza avvisare la sua famiglia, o ciò che ne rimaneva.
Aveva iniziato a combattere qualche anno prima, a 18 anni, quando diventò legalmente perseguibile.

Mi aveva raccontato la sua vita prima di me, le ragazze che lo desideravano ma che lui non voleva.
Poi mi aveva raccontato della volta in cui una signora lo scambiò per suo nipote.

Eppure sentivo che c'era qualcosa che ancora ci divideva.
Come se fosse ancora nella sua bolla di cristallo.

《Ho conosciuto una ragazza.》
《Ah.》 dissi delusa dalla sua rivelazione. 《Sono felice per te... come si chiama?》
《Sharon.》
《Un nome da perfettina.》 risi nervosamente.
《Tu con VernonLoStronzo? 》
《Ci siamo lasciati senza dircelo.》 sollevai le spalle.

《Ah..》 disse ora lui.
《Non si è presentato a casa mia dopo quello che è successo al locale.》
《Te lo avevo detto.》
《Lo so, ma non mi fido neanche di me stessa. Micheal non aspettarti che mi fidi di te.》

《Cosa ti ho detto sul chiamarmi Micheal?》
《Scusa, John.》
《Fanculo.》
Rise e lo seguii.
Sembrava davvero spensierato.

《Mi sento leggero.》
《È quella ragazza che ti rende così leggero?》
《No.. sei tu, qui con me.》 alzò un lato della bocca.
Mischiai il mio yogurt e sorrisi.
《Scusa, sono un idiota, mi è scappato.》
《No, vabene.. Sì è stato strano da parte tua,  ma mi ha fatto piacere sapere che posso aiutarti, almeno in questo.》

《Andiamo?》
《Dove?》
《Fidati di me.》 disse e mi prese la mano, le guardammo per un secondo e poi rivolse i suoi occhi a me e si staccò subito camminando velocemente, mi avvicinai a lui, gli ripresi la mano e continuai a camminare.
Lui sorrise e aprì la macchina.
《Posso guidare io ora?》
《Oddio mio, tieni.》 mi porse le chiavi e mi lascio guidare.

《Dove si va?》 dissi appoggiando una mano sulle marce.
《Al mare.》
《Non ho... 》
《Che fa?》
Risi scuotendo la testa.
《Sei pazzo.》
《Me lo dicono spesso.》

Appoggiò il palmo sulla mia coscia e la tenne lì per tutto il viaggio.
Ero felice all'idea che la tenesse lì, ma allo stesso tempo mi rendeva imbarazzata.

《Eccoci.》
《Qui è il mio posto preferito.》 disse guidandomi fino ad uno scoglio.
《Come fai a sapere che è questo?》
《Perchè qui c'è un buco a forma di cuore.. fra le rocce, vedi?》 me lo indicò.
《Lo vedo, lo vedo.》 ci sedemmoo entrambi e inizammo a scrutare l'orizzonte.

《È davvero bellissimo qui.》
《Già.》
《Ci hai portato Sharon?》 dissi fredda e indispettita.
《Meg.. ti prego.》 mi guardò diventando distaccato.
《Era per sapere..》

《Io non ho portato Vernon sul tetto.》
《Io non ho portato Sharon al mare. 》
Rimasimo in silenzio e aspettammo entrambi che qualcuno interrompesse quel momento.

《Fammi una foto》 dissi alzandomi
《Vabene, dammi il cellulare.》 si alzò anche lui.
Mi misi in posa e lui scatto poi rise.
《Perchè ridi?》
《Lo capirai.》 mi ridiede il telefono e guardai la foto.

《Sei un coglione.》 risi anche io.
Iniziammo a ridere come due pazzi, ma che fa? Meglio sembrare pazzi che essere come i due che ci continuavano a fissare.
《Embè, che avete da fissare?》 urlai.
《Megan!》 mi rimproverò Mike senza smettere di ridere.

《Sono felice Mike.》 affermai.
《Anche io, Meg.》
《È merito tuo.》 lo guardai e poi mi  appoggiai alla sua spalla mentre eravamo seduti sugli scogli.
《Ne vado fiero.》  disse guardando le onde scontrarsi sulle rocce, mi teneva la mano e l'accarezzava.

Era un momento perfetto, la onde,  il mare, gli scogli, i pensieri positivi.
Ascoltavo il suono delle onde infrangersi e chiusi gli occhi istintivamente.
Mi sembrò che in quel momento nulla esistesse più.
Neanche Mike, anche se c'era sempre stato.

Quando salimmo in macchina l'imbarazzo e il silenzio sembrarono mangiarci.
Avevo così tante domande da fargli, decisi che avrei aspettato, per non tornare indietro.

Lo guardai mentre guidava, era fiero di sè ed era felice, spensierato.
《Grazie Megan.》 disse una volta arrivati al secondo piano.
《Per averti fatto guidare la mia auto? Non c'è di che.》
《No, dico.. Grazie per tutto.》
《Tu che dici grazie? Dovrei segnarmelo?》
《Potresti non rovinare tutto Meg?》 si avvicinò pericolosamente.
《Non ho mai rovinato nulla, Mike.》 ricambiai la vicinanza.

Chiuse gli occhi e avvicinò il suo viso al mio.
《Finalmente sei tornata Meg!》 urlò Maya alle mie spalle.
Mike strinse gli occhi e sorrise imbarazzato per poi salutarci ed entrare in casa.

《Maya vaffanculo.》
《A me non piace Mike!》 imitò il mio tono, fallendo.
《Non parlo così. E smettila, a te piace Will.》
《Sono appena tornata dal lavoro e mi tratti così?》
《È l'unico modo in cui meriti di essere trattata. Hai capito cosa hai appena fatto?》
Lei alzò gli occhi al cielo e iniziò ad accarezzare il gatto.

Mi stesi sul letto e ripensai alla giornata trascorsa.
Ero davvero fiera di me stessa.

Pensai di poter volare in quel momento.
Sorridevo, da sola, come un'idiota per circa mezz'ora.

Ma poi sentii delle voci provenire dal pianerottolo.
《Smettila, non bussare.》
《Chi sei tu per decidere cosa devo fare? Soprattutto con la mia fidanzata?》 Vernon.
《La tua fidanzata? 》 urlò Mike.

Maya entrò nella mia camera allarmata e mi incitò ad uscire.
Le gambe mi tremavano.
Uscii lentamente dalla mia camera che fino al momento prima mi era sembrata bellissima e ora mi sembrava solo un buco dove dormire.

Camminai piano verso la porta e l'aprii trovando Vernon con la vena sul collo accentuata e con lo sguardo perso.
Mike mi osservava e io lo guardai.
《Cosa vuoi?》 Non potevo piangere.
Non era lui quello per cui dovevo soffrire.
Lui lo notò e andò via senza dire niente.

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