Capitolo 1 ~ Nuova casa, stessa vita

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"Ho ancora gli incubi. Anzi, li ho così spesso che dovrei essermi abituato a loro, ormai. Ma non lo sono. Nessuno si abitua mai davvero agli incubi."
(Mark Z. Danielewski)


Da troppo tempo ormai le notti di Josh trascorrono lente e inesorabili, il suo sonno é leggero e i suoi sogni si tramutano in incubi.
Da troppo tempo ormai rivive quelle scene di morte, vedendo il sangue impregnare la terra arida, su cui giacciono i corpi martoriati dei suoi compagni e udendo il rumore delle bombe e dei mitragliatori e ogni volta, puntualmente, scoppia a piangere, come un bambino che crede di aver appena visto un mostro sotto il letto.

Piange così forte che sua figlia, la piccola Olivia, che dorme beata nella stanza affianco, ogni notte, sentendolo, si sveglia ed accorre ad abbracciarlo, nel tentativo di tranquillizzarlo.

Successe anche quella volta, ma la mattina seguente, a differenza del solito, la piccola Liv si svegliò di buon umore e non ci mise molto a scuotere il padre nel tentativo di far alzare anche lui.

«Papà, papà svegliati, oggi è il plimo giorno d'asilo, non vollai mica farmi allivare in ritardo» esclamò infatti, tutta contenta, sostituendo in alcune parole la lettera "r", ancora troppo difficile da pronunciare, con la più semplice "l" e saltellando sul letto, facendo così ondeggiare la sua fluente chioma color grano, tratto distintivo ereditato dalla madre.

«Mhh tesoro, fammi riposare ancora un po» borbottò però lui, con la voce impastata dal sonno, voltandosi dal lato apposto.

«Ma papino è tardi, alzati dai».

«Con te non si può proprio ragionare, vero?» ribatté quindi l'uomo, ormai rassegnatosi, passandosi una mano tra il riccio ciuffo color pece.
Dopodichè si alzò, indossò i pantaloni del pigiama e dopo aver preso in braccio la sua piccola peste, scese in cucina «A questo punto, visto che ci siamo svegliati presto, che ne dici di approfittarne per fare una bella colazione?».

«Si papino, ma io voglio latte e biscotti, come semple» rispose Liv, quasi con sufficienza, non cadendo in uno dei soliti tranelli architettati dal padre per farle mangiare cibi più salutari.

Al che lui ribatté «Oh certo, che domande, non sia mai che ogni tanto tu beva una spremuta o scelga di mangiare un po di cereali».

Constando, ancora una volta, fra sé e sé, quanto essere un padre single non fosse per nulla semplice.

«Uffa, lo sai che non mi piacciono, io voglio solo i miei buonissimi biscotti al cioccolato!».

«In fatto di testardaggine hai preso proprio da tua madre, lo sai?
Ma va bene tesoro, non sto a discutere, biscotti siano» si arrese, intenerito dalla sua buffa espressione, per poi prepararle la tanto agognata colazione.

☁✨☁

In meno che non si dica, furono entrambi pronti per uscire e Olivia non stava più nella pelle.

«Papino com'è l'asilo? Mi divertirò? Mi mancherai? Secondo te farò amicizia?» chiese infatti, passando rapidamente da una domanda all'altra.

«Ehi calmati Speedy» la frenò quindi il padre, alludendo al famoso e velocissimo topo dei cartoni.

Al che, dispiaciuta, lei rispose «Scusa papà.
É solo che ho un po paura di non tlovarmi bene senza di te e che nessuno avrà voglia di giocare con me».

«Ti capisco amore mio, ma vedrai che ti troverai benissimo.
Fidati di me.
Sei una bambina fantastica e in poco tempo lo capiranno tutti e se per caso qualche altro bimbo dovesse comunque darti fastidio, le tue maestre saranno pronte a darti una mano... non sarai mai sola» la confortò perciò Josh, con dolcezza.

Quella bambina era la cosa migliore che gli fosse mai capitata e non avrebbe permesso a nessuno di farla soffrire.

«Come fai ad esserne cosí sicuro?» gli chiese poi lei, dubbiosa.

«Perchè loro ti vorranno bene e si occuperanno di te proprio come farei io, è il loro compito».

«Ma quindi salanno un po come delle seconde mamme?» domandò perciò Liv, improvvisamente più serena.

«Diciamo di si» rispose Josh, realmente dispiaciuto, ripensando alla madre della piccola, morta di parto tre anni prima.

☁✨☁

Una volta arrivati davanti all'asilo, un piccolo edificio in muratura, con grandi finestre e vicino alla porta d'ingresso, dei vivaci e coloratissimi murales, probabilmente realizzati dai bimbi e dalle maestre stessi, Josh parcheggiò, slacciò Liv dal seggiolino e la aiutò a scendere.
Dopodiché la prese nuovamente in braccio e si diresse verso l'entrata.

«Salve, potrei sapere dove si trova la classe azzurra?» chiese poi, qualche minuti dopo, ad una bidella di mezza età, all'apparenza molto cortese, intenta a spazzare a terra.

Al che lei gli rispose «Si certo.
Vede é molto semplice, non deve far altro che percorrere tutto il corridoio degli armadietti, tra i quali, le diranno poi quale sarà quello di sua figlia. Arriverà così in un atrio con cinque porte, ognuna di un colore differente, lei entri in quella azzurra, sarà la classe della sua bambina per i prossimi tre anni».

«Perfetto, grazie mille» affermò perciò e con estrema riconoscenza, lui, per poi dirigersi verso l'aula in questione.

Dopodiché, una volta entrato, gli si parò immediatamente davanti una ragazza minuta, dalla carnagione olivastra, con i capelli castani, ondulati e raccolti in una mezza coda, i lineamenti delicati, due grandi occhi da cerbiatta color cioccolato, con lievi screziature gialle e un cartellino, attaccato al maglioncino a collo alto lilla, con su scritto: Kaitlin.

«Salve signore e ciao piccolina, benvenuti nella classe azzurra.
Io sono la maestra Kaitlin, ma potete chiamarmi tranquillamente Kate, mentre lei è la maestra Rosalie, ma noi la chiamiamo Rosie» gli disse poi, proprio quest'ultima, sorridendo e indicando la sua solare collega, una ragazza dal fisico slanciato, i capelli biondi, mossi e lunghi fino a metà schiena, uno sguardo profondo, del medesimo colore dell'oceano, intensificato da un make-up nude, sui toni rosati e un sorriso da mozzare il fiato, vestita con un abitino a fiori dalle maniche a trequarti e intenta a chiacchierare con un'altra coppia di genitori.

A quel punto, la maestra, sentendosi chiamare in causa, perciò si voltò, per salutare la sua nuova alunna, ma immediatamente il suo sguardo incrociò quello glaciale di Josh e la piccola Liv non potè fare a meno di notare quel lieve luccichio che da tempo non vedeva comparire negli occhi del padre e sorrise, consapevole che qualcosa stava per cambiare.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze, sono tornata con questa nuova storia, alla quale tengo molto e che spero vi piacerà almeno la metà di quanto piaccia a me scriverla.
Quella che ho pubblicato in precedenza, It's Always Been You, era molto adolescenziale e se vogliamo con una trama simile a quella di tante altre storie viste su wattpad e seppur abbia comunque una certa importanza per me, essendo la prima che ho scritto, questa, che assumerà un taglio più serio e "adulto", verrà narrata in terza persona e avrà una trama particolare e non già vista e rivista, spero sarà maggiormente seguita e apprezzata, me lo auguro davvero, per l'impegno che ci sto mettendo a scriverla.
Quello che vi chiedo è solo un po di pazienza, siccome questo anno ho la maturità e i prossimi mesi saranno pieni di studio, perciò faticherò ad aggiornare con regolarità.
Nonostante ciò cercherò di caricare il prima possibile il trailer e appena potrò un nuovo capitolo.
Intanto, se vi va, fatemi sapere se questo primo capitolo vi é piaciuto, al prossimo, ciao <3 ;)

Come la gravità ~ Come Me e Te Series vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora