Capitolo 8 ~ I consigli di un'amica

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"Un amico vero lo riconosci subito, ti fa scoppiare a ridere anche quando proprio non lo vuoi, se ti domanda come stai dissolve anche il più triste pensiero e, basta stare in sua compagnia per sentirsi speciali.
Questo è un vero amico, colui che trasforma la tua vita, in una vita speciale!"
(Stephen Littleword)


«Rosie vieni a darmi una mano a definire le attività da svolgere questa settimana?» chiese Kaitlin, circa mezz'ora dopo l'inizio della giornata scolastica, alla sua migliore amica e collega.
«Emh terra chiama Rosie, ci sei?» dovette però insistere, qualche secondo dopo, non avendo ottenuto alcuna risposta, passandole la mano di fronte al viso, nel tentativo di ridestarla.

«Io... si, si ci sono, scusa...
Di cosa avevi bisogno?» esclamò perciò la bionda, seduta alla cattedra, come risvegliatasi da uno stato di trance.

«In realtà volevo solo che mi aiutassi a stilare il planner della settimana, ma credo tu sia troppo presa da altro» rispose la mora, indicando con la coda dell'occhio Josh, seduto ad un tavolo e intento a disegnare insieme alla figlia.

«Cosa?!
T..ti sbagli Kate, ero solo sovrappensiero» ribatté perciò Rosie, pur non credendo alle sue stesse parole.

«Non sei per niente brava a mentire, lo sai?
Dai Ro, sono la tua migliore amica, dimmi che ti succede».

«E va bene, ma promettimi che non mi giudicherai».

«Giurin giurello» disse l'amica, baciandosi gli indici per suggellare la promessa.

Al che la bionda sospirò e affermò «Ok...
Ecco ti ricordi che venerdì ti ho chiamata tutta agitata e ti ho chiesto quale abito mi stesse meglio tra quello blu in chiffon e quello rosa in raso?».

«Certo, mi hai tenuta in ballo mezz'ora solo per essere certa della tua scelta».

«Beh, l'ho fatto solo perchè Josh mi aveva invitata ad uscire e volevo fargli una buona impressione, visto che non é esattamente quello che definiremmo un ragazzo di campagna» confessò Rosie, coprendosi il capo con le mani.

Non si era infatti mai sentita cosí confusa ed imbarazzata.

Incredula, la sua migliore amica quindi esclamò «Aspetta un attimo, mi stai dicendo che sei uscita con quel gran figo di un soldato e non me lo hai detto?» lanciando, persino, per aria, la penna con cui si stava appuntando il planner settimanale.

«Kate ma tu mi ascolti quando parlo? E poi abbassa la voce, per Dio o ci sentirà!».

«Cosa mi interessa... io voglio i dettagli».

«Scusa, ma a te non stava antipatico?».

«Non l'ho mai detto, mi ha semplicemente dato fastidio che durante i primi giorni di scuola, si sia rivolto solo a te, come se fossi l'unica maestra di questa classe, ma poco importa, ora voglio solo che mi racconti cos'è successo durante l'appuntamento e soprattutto dopo» rispose Kate, allusiva e parecchio curiosa.

«Guarda che non abbiamo mica fatto chissà che cosa.
Siamo semplicemente andati a vedere la mostra temporanea che hanno allestito al museo e in seguito, lui si é aperto con me, raccontandomi che la madre di Liv è morta partorendola e che per i primi tempi, la piccola ha avuto diversi problemi fisici e psicologici a causa di questo» spiegò però la bionda, concentrandosi su altri aspetti dell'appuntamento.

Infatti, quello legato a questa tosta rivelazione, era un pensiero che la tormentava da giorni.

«E poi?» domandò però, non contenta, l'amica e collega.

Tanto che, sbuffando, Rosie disse «E poi cosa? Mi ha riaccompagnata a casa e ci siamo salutati e prima che tu me lo chieda, no, non ci siamo baciati».

«Beh, nonostante il deprimente finale, mi sembra una cosa bella che siate usciti insieme.
Era quello che volevi fin dal vostro primo incontro, no?»

«No, cioè si... non lo so.
Il fatto è che per quanto mi piaccia, non posso non pensare al fatto che è cinque anni più grande di me e che ha una figlia che di anni ne ha tre, la quale é anche una mia alunna.
Come se non bastasse, sento che c'è una parte nascosta del suo essere, che non vuole essere rivelata... un lato oscuro, Kate e ciò che provo, mi spaventa da morire» rispose la bionda, sbuffando.

La confusione era tanta, troppa e non sapeva proprio cosa fare.

La mora tentò quindi di farla ragionare «Amica mia, tu hai visto troppi film.
Josh è un uomo dolce, sensibile, intelligente e anche molte bello e di classe e tu ti stai facendo troppe paranoie.
Se ti piace - e ti piace - va e buttati.
Siamo donne per Dio, dobbiamo farci valere».

«Io potrei... potrei anche essere d'accordo con te, ma rimane il fatto che nonostante io gli abbia lasciato il mio numero, lui non si sia fatto sentire durante tutto il weekend e stamattina non mi abbia nemmeno degnata di uno sguardo... non ho alcuna intenzione di umiliarmi, andandoci a parlare» rispose però la collega, amareggiata.

In fondo, la paura di aver frainteso ed essere rifiutata era tanta.

Kate però le disse «E non ti è passato per l'anticamera del cervello che forse anche lui, come te, abbia paura?
In fondo, da quello che mi hai appena detto, ha perso la madre di Liv e sua fidanzata, tre anni fa e dopo di lei non è più stato con nessun'altra.
Ci sta essere spaventati, per di più con una figlia cosí piccola di mezzo».

«Io non... non ci avevo pensato.
Ma in ogni caso non posso assolutamente parlargli qui davanti a tutti» esclamò quindi Rosie, iniziando, nel mentre a pulire la cattedra, sporcatasi d'inchiostro.

«Sono d'accordo, perciò perchè oggi non vai da lui?» chiese perciò l'altra, rubandogli lo straccio dalle mani.

«Mhh, vediamo...
Forse perchè non so dove vive e sicuramente non sarà da solo?» ribatté la bionda, riprendendoselo e rivolgendole uno sguardo assassino.

Al che Kate affermò «Uffa quante storie, tu ti fai troppi problemi.
Innanzitutto, se é Liv che ti preoccupa, sappi che ti adora, perciò non la infastidirà vederti assieme a suo padre e in secondo luogo, per quanto riguarda l'indirizzo, non dovrai far altro che guardare nella cartella di documenti in nostro possesso, contenente tutti i dati della piccola...
Più facile di cosí».

«Sei un genio del male, ma anche la migliore amica che potessi desiderare, lo sai?» esclamò perciò Rosie, tutta contenta, abbracciandola di slancio.

«Si lo so, lo so» rise Kate, ricambiando l'abbraccio.

☁✨☁

Qualche ora più tardi il termine della giornata scolastica, Rosie si fece coraggio e bussò alla porta di casa Anderson, una piccola villetta, non troppo distante dalla scuola.

Immediatamente però sentire urlare «Arrivooo!» da una voce completamente diversa da quella del padre della sua alunna e soprattutto, decisamente femminile, rimanendo parecchio perplessa.

Un'angoscia che aumentò ulteriormente quando, dopo aver aperto la porta, una giovane donna, magra e slanciata, dalla pelle candida come la porcellana, i capelli lisci e tinti di varie tonalità pastello quali lilla, rosa e azzurro, ancora gocciolanti e uno sguardo ceruleo, molto simile a quello di Josh, ma ancor più, a quello di Liv, coperta solo da un asciugamano striminzito, le chiese «Ciao, tu sei?».

«Salve io s..sono Rosalie, la maestra di Liv e dovrei vedere suo padre.
Ma forse non avrei... non avrei dovuto presentarmi qui, senza alcun preavviso.
É meglio che me ne vada, tornerò in un altro momento, mi scusi ancora» rispose perciò, sconvolta, voltandosi per andarsene.

«Aspetta! Rosie fermati per favore.
Prima che tu tragga conclusioni affrettate, non sono una conquista di Josh, mi chiamo Abby e lui è mio fratello».

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze, ecco un nuovo capitolo, spero vivamente che vi piaccia, lasciatemi il vostro parere se vi va, al prossimo, ciao <3 ;)

Come la gravità ~ Come Me e Te Series vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora