Capitolo 5 ~ Una dura lotta

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"Tu mi sorridesti
e mi parlasti di niente
e io mi accorsi
che era questo
che aspettavo da tempo."
(Rabindranath Tagore)


«Abby, per favore, ricordati che, dopo cena, Liv non deve assolutamente mangiare né la torta né il gelato, non sia mai che le venga una congestione, non farla addormentare più tardi delle 21.30, o domattina farò fatica a svegliarla e soprattutto, non farti convincere a metterle i cartoni animati, la TV la può vedere solo nei weekend» affermò Josh, qualche ora dopo il termine della giornata scolastica, alla babysitter di sua figlia, allacciandosi, nel frattempo, i bottoni della camicia scelta per il primo appuntamento con la maestra di Liv, anche se tenti, in tutti i modi, di negare a sé stesso che lo sia.

«Mio Dio, Josh! É da trenta minuti che mi ripeti le stesse cose, quanto sei pesante...
É una bambina, lasciale un po di libertà» rispose però quest'ultima, sbuffando e dimostrando una certa confidenza.

Tanto che lui borbottò «Guarda che non la sto mica privando della libertà.
Io mi sto solo preoccupando per lei e per la sua salute... é ancora troppo piccola e non voglio che prenda brutte abitudini».

«Quali? Mangiare due cucchiai di gelato dopo cena? Ma per favore!
E in ogni caso smettila di trattarmi come se fossi inaffidabile» ribatté però, l'ostinata ragazza.

Al che, con una punta di ironia, l'ex capitano dei Marines, affermò «Tu. Inaffidabile? Ma quando mai...
Sei solo una scapestrata, senza fissa dimora, capace di far morire una pianta grassa in una settimana, coi capelli di una strana sfumatura tra il rosa, il viola e l'azzurro e una decina di tatuaggi sparsi in tutto il corpo, tra cui un grosso acchiappasogni sul fianco, ma che vuoi che sia...».

«Uffa, che pizza, ancora con questa storia?!
Ero troppo piccola per sapere che al contrario di tutte le altre piante, il cactus non avesse bisogno frequente di acqua e non so se lo sai, ma non si giudica mai un libro dalla copertina, io amo i miei capelli unicornosi e sono grande abbastanza per decidere di farmi riempire il corpo di disegni e viaggiare per il mondo, ma questo non vuol dire che non sappia occuparmi di mia nipote.
Rilassati fratello e fidati di me, sarò la babysitter migliore del mondo» rispose quindi, tutta convinta, la babysitter di sua figlia, che altro non era che sua sorella minore.

I due infatti si erano ritrovati da poco, dopo un periodo di forte distacco, ma superare le differenze di vedute, per Josh si stava rivelando più complicato del previsto.

In ogni caso, provò comunque a fidarsi, anche perché non aveva grosse alternative «E va bene, mi fido di te, ma se al mio ritorno scopro che Liv ha fatto anche solo una delle cose che ti ho espressamente chiesto di impedirle, ti faccio tornare a New York a calci».

«Ho afferrato, ora però va dalla tua maestrina so tutto io... come diavolo hai detto che si chiama...».

«Rosie... si chiama Rosie» balbettò suo fratello e il suo emozionato tono di voce, unito ad un'espressione da pesce lesso, tradirono la sua apparente noncuranza.

«Ecco, va da lei e divertiti, noi ce la caveremo benissimo» lo incoraggiò quindi Abby, regalandogli un sorriso a trentadue denti.

«E va bene, ciao sorellina, ciao amore di papà» affermò perciò Josh, salutando anche sua figlia, intenta a giocare con alcune bambole, in salotto.
Dopodichè prese la giacca dall'attaccapanni su cui era appesa, si fece coraggio ed uscì di casa.

☁✨☁

Circa un'ora dopo essere uscito, dopo aver percorso l'autostrada fino alla contea dove Rosie risiede, Josh imbucò una strada sterrata e si ritrovò davanti ad un grande ranch in legno, con tanto di recinto e stalla per i cavalli e non potè che rimanerne sorpreso, oltre che parecchio confuso.

Solo la mattina prima aveva scoperto che l'adorabile maestra di sua figlia non abitava a San Antonio, bensì in una zona di periferia, a quasi un'ora di distanza, ma mai avrebbe immaginato di trovarsi di fronte un ranch, che nella cultura popolare è generalmente associato ai cowboy e al mondo country, tutto il contrario di come, fin dal primo momento, le era apparsa lei, così elegante e raffinata.

Rimase talmente basito da non notare nemmeno che Rosie, probabilmente accorgendosi del suo arrivo, era uscita di casa ed aveva bussato al finestrino della sua auto.

«Emh scusa, non mi ero accorto che eri già uscita di casa» esclamò quindi, qualche secondo dopo, piuttosto imbarazzato, per poi aprirle la portiera.

«Tranquillo, ho notato che eri preso da altro.
Ti piace?» domandò lei, in risposta, riferendosi alla sua abitazione, per poi regalargli un tenero sorriso e sedersi sul sedile accanto al suo.

«Il ranch intendi?» chiese conferma Josh e la bionda annuì in risposta «Particolare direi, più che altro non mi aspettavo che vivessi in un luogo così...».

«Rustico, campagnolo, antiquato?» lo interruppe Rosie, quasi divertita.

«Stavo per dire così diverso da te, ma hai reso perfettamente l'idea».

«Beh avresti dovuto intuirlo dai miei stivali da cowboy, quasi sempre macchiati di fango.
Non li tolgo mai, ce li ho su anche ora, vedi?» ribatté lei, indicando le calzature.

Tanto che lui affermò «In effetti, ora che ci penso, da quando ti conosco li hai sempre indossati, ma non pensavo che il motivo fosse questo» sentendosi quasi uno sciocco.

«Ne parli come se non ti piacesse.
Hai forse avuto delle brutte esperienze per partire così prevenuto?».

«Vaghi ricordi di quando ero più piccolo, come sai io vengo da New York e diciamo che ho sempre preferito la città, con i grattacieli, lo smog e il casino perenne, alla campagna, i cavalli e l'odore di concime» spiegò il corvino.

Al che, con voce sognante, Rosie rispose «Sicuramente vivere in città ha i suoi lati positivi ed é certamente più comodo che vivere in campagna, ma la sensazione che provoca galoppare in mezzo alla natura è incomparabile, fidati».

Per cui, quasi di getto, Josh le propose «Se ne sei così convinta, magari un giorno potresti farmelo provare» sorprendendosi di sé stesso e della propria audacia.

«Magari, ora però portami a vedere questa strabiliante mostra» rispose quindi la bionda, sorridendo a trentadue denti.
Al che lui non poté fare altro che ricambiare e mettere in moto.

Angolo Autrice
Ecco un nuovo capitolo ragazzi e ragazze, come sempre spero che vi piaccia e se vi va datemi il vostro parere, mi farebbe davvero piacere sapere se la storia vi sta piacendo e volete che la continui o meno.
Detto questo, spero di riuscire ad aggiornare nei primi giorni della prossima settimana, un bacio, al prossimo, ciao <3 ;)

PS: Questi sono i capelli che ho pensato per Abby, la sorella di Josh

PS: Questi sono i capelli che ho pensato per Abby, la sorella di Josh

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