Capitolo 6 ~ Prime rivelazioni

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"La fiducia è la sola cura
conosciuta per la paura."
(Lena Kellogg Sadler)


Erano arrivati alla mostra da circa mezz'ora, quando, vedendo uno dei camerieri passare al loro fianco, con un vassoio di flûte tra le mani, Josh chiese a Rosie «Ti va dello Champagne?».

Al che lei abbozzò un sorriso e quasi imbarazzata, rispose «Emh, a dir la verità, non reggo molto bene l'alcol e domani lavoro, quindi sarei propensa a declinare l'offerta, ma vista l'occasione, lo accetto più che volentieri».

«Fantastico» esclamò quindi l'ex capitano dei Marines, passandole un bicchiere.
Poi, dopo averne bevuta anche lui un'ampia sorsata, altrettanto imbarazzato - quasi come se non si ricordasse più com'è flirtare con una donna - riprese il discorso «Abbiamo visto ormai più della metà della mostra, quindi ora voglio sapere, che ne pensi? Ho fatto bene ad invitarti?».

«Hai fatto piú che bene Josh, questa esposizione é qualcosa di spettacolare, soprattutto per una che ha sempre considerato i rodei e le fiere di paese, una delle massime attrazioni culturali del mondo, quindi grazie davvero» rispose, grata, lei.

Lui però la sorprese in negativo, poiché ribatté «Non ringraziarmi, a dir la verità non l'ho fatto solo per te».

«In che senso?».

«Nel senso che ti ho invitata ad uscire anche per raccontarti una cosa su Liv... una cosa che all'incontro con i dirigenti della scuola ho preferito nascondere, ma che ora credo tu debba sapere, essendo la sua
insegnante» chiarí il corvino, torturandosi le mani per l'agitazione.

«Oh... ok...
Raccontami pure, allora» rispose quindi la bionda, seppur piuttosto confusa.

Josh perciò prese un respiro profondo e iniziò va raccontare «Ecco non so se ricordi cosa ti dissi il primo giorno di scuola di Liv, ma lei ha avuto un'infanzia molto difficile.
Pur avendo solo tre anni ha già sofferto moltissimo ed è tornata a sorridere solo qualche mese fa, quando ci siamo traferiti qui, iniziando una nuova vita, o perlomeno lei, io l'ho fatto troppe volte, ormai non funziona più».

«Si, certo che me lo ricordo!» lo interruppe lei, annuendo.

«Bene, ora credo sia arrivato il momento di spiegarti quindi anche il motivo per cui la nostra vita, negli ultimi anni, è stata così travagliata.
Come ben saprai, infatti, la madre di Liv non vive con noi, ma non perchè ci siamo lasciati, come avrai sicuramente ipotizzato, né tantomeno perché lavora all'estero, come a volte racconta Liv, nel tentativo di negare a sè stessa la verità, per quanto una bambina della sua età possa provarci, bensì semplicemente perché tre anni fa è morta per dare alla luce sua figlia» proseguì l'ex capitano dei Marines, con la voce rotta dal dispiacere.

Al che, senza neanche rendersene conto, Rosie gli prese una mano, intrecciando le dita tra le sue e affermò «Oh mio Dio!
Josh io non... non lo sapevo, mi... mi dispiace tantissimo, credimi» sconvolta dalla rivelazione e profondamente dispiaciuta.

Lui però la sorprese nuovamente, perché con schiettezza, disse «Non dispiacerti, io non l'amavo e non stavamo realmente insieme, eravamo solo due persone unite da un profondo senso di insofferenza e insoddisfazione, che amavano passare del tempo assieme e consolarsi a vicenda».

«Oh...».

«Già, mi aspettavo questa reazione da parte tua, ma se ben ricordi, quando ci siamo conosciuti, ti ho anche rivelato di aver militato per diverso tempo nell'esercito, perciò anche volendo, non avrei potuto dedicarmi seriamente ad una relazione.
Inoltre, quando io e Grace - questo era il suo nome - abbiamo iniziato a vederci, eravamo ancora troppo giovani e incoscienti.
Ci piaceva quel tipo di rapporto, condividevamo gli stessi interessi e le stesse opinioni, ci volevano bene, nonostante tutto e seppur fossimo perfettamente consapevoli di correre dei rischi, non volevamo smettere.
Una volta saputo che era rimasta incinta, però mi sono preso immediatamente le mie responsabilità, ho lasciato definitivamente l'esercito, sono tornato a vivere a New York e visto che lei era un'orfana, appena ripudiata da una delle tante famiglie affidatarie, ho chiesto ai miei genitori di accoglierla in casa.
Mi sono preso cura di lei fino all'ultimo, ma senza che io che ne fossi a conoscenza, senza che me ne rendessi conto, lei iniziò a farsi del male, si tagliava ed era diventata anoressica.
Quel poco di cibo che assumeva, diventava nutrimento per la bambina e il suo corpo ne risentiva sempre di più.
Alla fine, durante il parto, ci furono delle gravi complicazioni e lei, essendo troppo debole, non sopportò lo sforzo e fu colpita da attacco cardiaco... bastarono pochi secondi, Liv iniziò a respirare mentre Grace smise per sempre, o almeno questo è ciò che mi dissero i medici, quando depositarono per la prima volta mia figlia tra le mie braccia» concluse l'uomo, mentre alcune lacrime iniziarono a inumidirgli le guance, tradendo la sua apparente freddezza.

Tanto che la maestra di sua figlia tentò di consolarlo «Josh io...».

«Aspetta Rosie, non è... non è questo il punto.
Dopo aver affrontato e assimilato la morte di Grace ho infatti dovuto fare i conti con una realtà quasi peggiore, rischiavo di perdere anche mia figlia» la interruppe però lui, aggiungendo un ulteriore dettaglio al racconto.

«Cosa?! Ma come... come é...».

«Potuto accadere? Semplice, a causa della malattia di sua madre, Liv nacque prematura e sottopeso.
Certo, i medici, che non ringrazierò mai abbastanza, riuscirono a salvarla, ma ciò le causò comunque diversi problemi fisici e ritardi nello sviluppo, che le rovinarono i primi anni di vita e distrussero gli ultimi a me» ammise il corvino.

«Io non... non ne avevo idea e non oso immaginare quanto sia stata dura, Josh.
Posso solo dire che non lo auguro a nessuno e che mi spiace davvero» affermò perciò la ragazza, abbracciandolo di slancio, ma allontanandosi dopo pochi secondi, con il fiato corto e le guance arrossate per l'imbarazzo... neanche fosse una ragazzina alla sua prima cotta.

Lui però le disse «Io non... non voglio la tua compassione, né quella di nessun altro Rosie, sennò avrei direttamente appeso i manifesti.
Io voglio solo che tu ti prenda cura di Liv come ho fatto io per tre lunghi anni, combattendo contro i suoi pianti isterici, la sua debolezza fisica e psicologica, i suoi frequenti svenimenti e le corse in ospedale, nel continuo limbo tra la vita e la morte...
Ho bisogno di sapere che lo farai Rosie, anche se sei solo la sua maestra d'asilo.
So che é una richiesta importante e che forse non ho nemmeno il diritto di portela, visto che ci siano conosciuti da poco, ma...».

Josh era lì, davanti a lei, inerme ed indifeso, che la pregava di occuparsi di sua figlia, dimostrandole fiducia incondizionata e ai suoi occhi, non era mai apparso cosí bello.

Tanto che, dopo averlo interrotto e aver incatenato i suoi occhi, azzurri come il mare, a quelli color ghiaccio di lui, Rosie affermò «Te lo prometto Josh, Liv non sarà mai sola, mi prenderò cura di lei.
In fondo, come credo tu abbia potuto notare, me la cavo coi bambini»

Dopodiché gli accarezzò dolcemente una guancia e depositò un bacio appena accennato sull'altra, leggermente ispida per via dell'accenno di barba, sta volta senza il minimo imbarazzo, suggellando così la propria promessa.

«Si, lo so e non solo con loro, credimi» ribatté quindi Josh, ricambiando lo sguardo e stringendo la mano con cui lei gli aveva sfiorato la guancia, qualche secondo prima, tra le sue.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze, sono tornata con un nuovo capitolo e ne approfitto per scusarmi del ritardo, ma come vi avevo già accennato tra poco ho l'esame di maturità quindi sono abbastanza incasinata.
Detto questo spero vi piaccia, se vi va lasciatemi il vostro parere, un bacio, ciao ;) <3

Come la gravità ~ Come Me e Te Series vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora