Capitolo 11 ~ Il buongiorno si vede dal mattino

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"Quando incontriamo qualcuno e ce ne innamoriamo, abbiamo l'impressione che tutto l'universo sia d'accordo."
(Paulo Coelho)


Il giorno seguente, Rosie si svegliò di buon umore e dopo aver indossato le sue amate ciabattine a forma di coniglietto, si diresse in bagno, per darsi una rinfrescata, ma fu costretta a tornare sui propri passi quando, notando una sagoma sdraiata nel lato del letto opposto a suo, si ricordò quanto accaduto la sera precedente e in particolare l'invito a rimanere per la notte, rivolto a Josh.
Per cui, seppur piuttosto sicura di averla realmente passata esclusivamente a dormire, non poté fare a meno di farsi prendere dal panico, chiedendosi come fosse stato possibile, essendo solitamente una persona molto ponderata.

Fortunatamente o sfortunatamente, dipende dai punti di vista, fu però costretta ad interrompere molto presto il flusso continuo di pensieri, poiché Josh spalancò improvvisamente gli occhi e dopo aver sbattuto le palpebre per qualche secondo, forse anche lui leggermente scombussolato e alla ricerca di una spiegazione logica, esclamò, tra uno sbadiglio e l'altro «Buongiorno».

«Buongiorno anche a te, dormito bene?» chiese quindi lei, con del leggero imbarazzo.

«Più che bene, questo letto è comodissimo e poi era da tempo che non dormivo al fianco di una donna, ed è stato... come dire... piacevole» rispose lui, con un accenno di malizia, aumentando così il livello di rossore delle sue guance.

Lei era un misto perfetto di intraprendenza e pudicizia, quindi provocarla risultava estremamente appagante.

Difatti, ancora in preda all'imbarazzo, Rosie rispose «Emh, sono... sono davvero contenta ti sia piaciuto e che tu non sia dovuto tornare a casa in piena notte.
Adesso però, se non ti dispiace, io scendo in cucina a preparare la colazione.
Nel frattempo, se vuoi, tu vai pure in bagno a rinfrescarti, è la stanza di fronte a questa».

«Va bene, grazie, ti raggiungo di sotto appena ho finito» rispose perciò l'ex capitano dei Marines, sorridendo a trentadue denti, vedendola poi uscire, frettolosamente, dalla stanza, per permettergli di cambiarsi.

Una volta vestito, Josh si diresse poi verso il corridoio da cui si accede a tutte le stanze del piano superiore e che conduce alle scale, o almeno era ciò che gli sembrava di ricordare della sera precedente, ma dovette arrestarsi quando, passando davanti alla camera accanto, notò una serie di macchinari ospedalieri ed una donna di mezza età stesa sul letto, immobile e con gli occhi semichiusi. Preoccupato, non poté fare quindi a meno di avvicinarsi, notando così che uno dei macchinari era collegato, tramite un tubicino trasparente, proprio al naso della donna, ma prima che fosse in grado di formulare una teoria sensata sulla sua identità e sul motivo per cui si trovasse lì, sentì qualcuno sfiorargli una spalla, così si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte una Rosie particolarmente tesa, la quale esclamò «Ehi, ti aspettavo giù».

Al che, balbettando per la vergogna, lui rispose «Hai... hai pienamente ragione, scusa, io... giuro che non era mia intenzione farmi gli affari tuoi,
é solo che ho visto dallo specchio i macchinari, mi sono fatto prendere dalla curiosità e... beh non ho giustificazioni, mi dispiace».

Raramente si era sentito cosí in colpa ed in difficoltà, da voler quasi scomparire.

Lei però, stranamente, abbozzò un sorriso e lo rassicurò «E di cosa? Tu non hai fatto assolutamente nulla Josh, sono io che, come capita spesso, ho scordato di chiudere la porta».

«Beh a questo punto, se non sono troppo indiscreto, posso domandarti chi è e cosa le è successo?» decise perciò di provare a domandarle l'ex capitano dei Marines.

Al che, annuendo e accarezzando la pallida mano della madre, Rosie rispose «É mia madre e purtroppo ha un cancro ai polmoni, all'ultimo stadio.
Nell'ultimo anno é stata sottoposta a diverse terapie sperimentali, oltre che alla chemio, ma non sono valse a nulla...
Purtroppo abbiamo scoperto troppo tardi la gravità della situazione e le speranze di curarla erano limitate sin dall'inizio.
Ormai, quel sottile tubicino è diventati ciò che la tiene in vita».

Una spiegazione data con tristezza mista a rassegnazione, quasi come non avesse neanche più le forze di lottare.

Dispiaciuto, Josh le chiese quindi «Mi spiace da morire Rosie, ma scusa se mi permetto, tuo padre?».

«É morto anni fa... io ero solo un'adolescente quando è accaduto.
Devi sapere che era un cowboy professionista e andare a cavallo per lui era tutto.
Peccato che la sua più grande ragione di vita, la vita gliel'ha tolta» rispose, con voce tremolante e gli occhi lucidi per via delle lacrime che minacciavano di uscire, la maestra di sua figlia, avendo cercato, invano, per anni, di nascondere il ricordo in un cassetto della sua mente.

Sconvolto da cotanta sofferenza, Josh la attirò quindi a sé ed esclamò «Dio! Rosie scusa, io non... non lo sapevo.
Mi dispiace moltissimo, per tutto».

Un abbraccio che le strappò un sorriso, tanto che rispose «Grazie, lo apprezzo molto...
Ora, però scendiamo a far colazione, che dopo ho una sorpresa per te».

☁✨☁

«Tu lo sai vero che sei pazza se pensi che io possa fare ciò che mi chiedi?
Non so nemmeno come siamo finiti dal fare colazione a... questo!» esclamò Josh, circa un'ora dopo essersi svegliato.

Era avvenuto tutto cosí rapidamente che non sapeva, infatti, se essere più incredulo o preoccupato.

Al che Rosie ribatté «Ma é un esperienza che chiunque visiti il Texas deve provare almeno una volta... non ti puoi rifiutare!» sellando e imbrigliando due cavalli.

La decisione era presa, desiderava troppo che lui si approcciasse al suo mondo.

«Rosie...».

«Facciamo cosí, io intanto te li presento, cosí inizi a prendere confidenza...
Avvicinati su, mica ti mordono» lo incoraggiò poi e quando lui si fu mosso verso di lei e di conseguenza, anche verso gli equini, affermò «Ecco bravo... allora lei è Sky, la mia preferita, mentre lui è Raja, come la tigre di Aladdin ed é stato uno dei primi cavalli che mio padre ha acquistato quando ha comprato il ranch, seppur il nome l'abbia scelto io... è un po vecchiotto, ma molto docile, ottimo per chi è alle prime armi».

«Esattamente come me» dedusse lui, accarezzando, con fare impacciato, il muso di quest'ultimo.

«Già» rispose lei, ridacchiando e intrecciando le dita tra le sue, per aiutarlo.

Al che Josh, non riuscendo proprio più a dirle di no, esclamò «Oh, e va bene, ci provo, ma se muoio, mi avrai sulla coscienza.
Ora rimane solo un piccolo problema».

«Quale?» chiese la bionda.

Al che lui rispose «Non so salire».

Un'ammissione che inizialmente lo fece vergognare.
Fortunatamente però Rosie smorzò il tutto con una grossa risata.

Dopodiché sempre la maestra affermò «Si dice montare e comunque, in realtà, è piuttosto semplice, devi solo infilare il piede nella staffa, darti la spinta e salire sul dorso del cavallo».

Cosa che lui fece immediatamente, per poi esultare, gridando «Si si si, ci sono riuscito!».

Peccato solo che era girato dal verso sbagliato.

Tanto che prendendosi gioco di lui, Rosie disse «Bravo, se non fosse che lo hai fatto dal lato sbagliato... girati su».

Finalmente, dopo diverse difficoltà, Josh riuscí quindi a montare alla perfezione un cavallo.

«Bravo.
Ora ti senti un po piú tranquillo?».

«Giusto un poc... oh mio Dio! Ma come... come fai ad averlo già montato?» esclamò però poi, con tono sorpreso, notando che Rosie l'aveva già affiancato, in groppa alla sua Sky.

«Sei lento, rassegnati ed ora seguimi» rispose quindi lei, per poi incitare la sua cavalla a lasciare il recinto, seguita, seppur con leggera difficoltà, da lui.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze, sono tornata, mi spiace di essermi assentata così a lungo, ma tra gli esami e la vacanza non ho molto tempo per scrivere, comunque spero che il capitolo vi piaccia, se vi va lasciatemi i vostri pareri, al prossimi, ciao <3 ;)

Come la gravità ~ Come Me e Te Series vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora