<Che cosa devo fare?> chiese la ragazzina al padre, torturandosi le dita, tesa.
<Per far si che tutti si dimentichino di quel bastardo di Stain e si ricordino della potenza dei Nomu, lui dovra sparire, semplice no?> disse in modo teatrale, stringendo un pugno vicino al viso.
<E io che dovrei fare?> chiese titubante lei, guardandolo accigliata.
<Semplice: ucciderlo. Farlo sparire. Non deve ricordarsi nessuno di lui. Non mi importa in che modo lo farai: se lo decapiterai, se lo torturerai, se gli farai saltare la testa, se lo avvelenerai, se userai il mio quirk per farlo diventare polvere. Basta solo che lui muoia.> spiegò ghignando e, alla fine di ogni frase era come se godesse nell'immaginarsi l'hero killer, perire.
Sakae non poteva fare altro che eseguire, era rimasta disgustata all'idea di fargli tutte quelle orribili cose.
Se glielo avesse chiesto qualche tempo prima, prima di entrare allo U.A., avrebbe accettato senza esitare, avrebbe sfoggiato il suo miglior sorriso sadico all'idea di torturare qualcuno.
Ma era ancora più bello, torturare qualcuno che ha voglia di vivere: egli si ribella e prega più volte il suo assalitore si smettere, di non continuare quella pratica barbarica, ma al posto si impietosirsi, l'artefice, gode al suono di quelle preghiere vane, si sente soddisfatto solo quando riesce a spegnere quella voglia di vivere che gli resta.
A quel punto, il gioco finisce, la vittima cede e l'assalitore, o deluso dalla poca resistenza psicologica della vittima, o sollevato dalla voglia di vivere del malcapitato.
Di solito, lo lascia morire di asfissia: è più soddisfacente.
Altre volte, invece, gli apre delle ferite e lascia che il soggetto muoia dissanguato.Il solo pensiero di tutto ciò, le faceva venire da vomitare, ma dovette ubbidire in silenzio.
Ma non partì subito, Shigaraki la intimò di aspettare e quindi si sedette per terra, cercando di non pensare a ciò che aveva dovuto studiare sulle torture.
Odiava la se stessa di qualche anno prima, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di soddisfare la sua sete di conoscenza.
Ebbene si, non aveva mai praticato torture su qualcuno ma le aveva solo lette, per lei, quello, basta e avanza.
Non aveva mai parlato di questo suo lato sadico a nessuno.
A volte ritornava fuori, sotto forma di follia, a detta del padre, e quando questo succedeva, non ricordava nulla di ciò che aveva fatto, quando la follia si prendeva metà della sua razionalità."Forse mi sono abbandonata alla follia durante lo scontro contro Shoto. Spero di non avergli fatto del male" pensò tristemente e si prese la testa tra le mani.
Durante i suoi pensieri, il suo telefono aveva emesso un suono ma non ci diede molto peso.
A riportarla alla realtà fu Shigaraki che le si avvicinò e le diede dei granelli di sabbia.
<Basta un granello di sabbia per recidere l'aorta. Ma se non dovesse bastare, prendi questa.> le diede una pistola carica.
<Ovviamente usali se ti rifiuterai di usare il quirk che molto gentilmente ti ho donato. Ora va. Cercalo, trovalo e uccidilo.>Detto ciò, prese il polso della figlia e la spinse verso il bordo della cisterna.
Prima di saltare, guardò lo zio e il padre, spaventata e poi, il vuoto sotto di lei.
Prese un bel respiro, scacciò la paura e saltò.Cominciò a sfrecciare sui tetti di Hosu, l'aria le faceva scompigliare l'unica ciocca di capelli che le usciva dal cappuccio.
Tra un salto e l'altro controllava i vicoli sotto di lei e li oltrepassava se non notava nulla di sospetto.Non aveva mai provato una sensazione deo genere: si sentiva libera, si sentiva come se stesse per spiccare il volo; anche se così non era.
A impedirle di "volare", vi erano delle orribili e solide catene chiamate Shigaraki Tomura.
L'unica soluzione sembrerebbe scappare, lasciarlo e cambiare Paese, ma c'era qualcosa che la legava a lui, era come un senso di responsabilità.
Forse, dopo tanti anni, finalmente aveva capito il gesto sconsiderato della madre.
Lei aveva avuto il coraggio di rompere quelle catene e spiccare il volo, ma lasciò nel nido il suo uccellino: Sakae.
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Words I never told you {Bnha ff}
FanfictionSakae Shimura, una ragazzina dai lunghi capelli azzurri, gli occhi azzurri che sembrano diamanti e la corporatura esile, viene mandata nella scuola per hero più famosa di tutto il Giappone. Una ragazza dalla poca voglia di fare ogni cosa, imparerà c...