XXII-Frustrazione

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Il mattino seguente i tre ragazzi erano svegli nella stanza d'ospedale.
A differenza di Iida, Todoroki e Midoriya, che avevano molte bende, Sakae aveva solo un cerotto sulla guancia e una benda che le avvolgeva la fronte.

Non aveva dormito molto, infatti, aveva delle occhiaie evidenti.
Era appoggiata alla tastiera del letto mentre ripensava agli avvenimenti della sera prima: non poteva credere di aver ucciso quell'uomo.
Stain non l'aveva uccisa pur sapendo che lei era li per ucciderlo a sua volta.
Era terribilmente avvilita e non credo che avrebbe dimenticato la cosa tanto facilmente.
Forse Shigaraki sarebbe stato contento e non l'avrebbe punita.
Forse Kurogiri sarebbe stato orgoglioso, se sua madre fosse li con lei, cosa le avrebbe detto?

Quelle ipotesi le affollavano la mente ma non piangeva. Era come se tutte le sue emozioni fossero sparite.
Non provava nulla, solo rimorso.

Ad un tratto, nella stanza, entrarono l'hero responsabile di Iida e di Sakae, un vecchietto vestito si giallo e un uomo con la faccia da... cane.
I tre ragazzi posarono lo sguardo sugli ospiti e si avvicinarono, Sakae rimase sdraiata visto che era la più vicina.

<Voi avete fermato l'hero Killer. Siete studenti dello U.A., vero? Bau.> esordì il commissario di polizia di Hosu.

Bau?

<Per quanto riguarda l'assassino... da quello che abbiamo dedotto, ha perso la vita in seguito ad una rottura dell'aorta dovuta, probabilmente ad una costola rotta impiantatosi nelle sue arterie.> spiegò tranquillamente il commissario.
Alla diagnosi dell'assassino, Sakae si portò una mano alla bocca e chiuse gli occhi.

Todoroki la fissò ma non le chiese nulla tornando a guardare il commissario, preoccupato.

Il commissario continuò a parlare ma la ragazza non lo ascoltava più.
Rimase in silenzio fino a quando Shoto non esplose e cominciò ad attacare il commissario.
<Sta dicendo che avremmo dovuto lasciarli crepare pur di rispettare le regole?!> gridò, riferendosi al fatto di dover seguire le regole piuttosto che salvare una vita innocente con il proprio potere.

<Non possiamo infischiarcene se i risultati sono buoni?>
<Salvare delle vite è il lavoro degli hero, no?!> ribattè Todoroki, adirato.

<Si ma... voi siete dei "pulcini" per diana... cosa vi insegnano allo U.A.? Pure Endeavor...>
<Brutto cagn...>
<Smettila quello che dice è giusto!> lo bloccò il vecchietto.
<Insomma... ascolta il discorso fino alla fine!>

<Ciò che ho detto prima, era il mio punto di vista da poliziotto.
Se l'opinione pubblica dovesse acclamarvi, le sanzioni sarebbero inevitabili.
Ma visto che abbiamo avuto la fortuna di avere pochi testimoni possiamo tranquillamente insabbiare la cosa e dare il merito ad Endeavor.
E però... nessuno saprà delle vostre scelte sagge, e dei vostri meriti.
Quale delle due preferite? Come essere umano, mi dispiacerebbe screditarvi per via di un "gigantesco errore" bau!>
I quattro compagni si guardarono e chianarono il capo.
<La preghiamo di aiutarci.> dissero in coro, anche Sakae, si mise in piedi.
Aveva scacciato quell'orribile serata.

<Le lodi che avreste dovuto ricevere per un'ingiustizia degli adulti... non ci saranno mai, ma...> anche il commissario abbassò il capo, in segno di ringraziamento.

<almeno come essere umano che difende la pace come voi... vi ringrazio.>

Così si concluse quello strano apprendistato.
I ragazzi dimessi dall'ospedale si diressero verso l'uscita e poi alla stazione.

Durante il tragitto ospedale-stazione, Todoroki si era preso la responsabilità di riaccompagnare Sakae a casa, nonostante lei si fosse rifiutata più volte.
I due non spiccicano parola, anzi, sembrava quasi che Todoroki fosse imbarazzato.
<Che hai Shoto?> chiese molto tranquilla lei, continuando a guardare davanti a se, con la valigia tra le mani.
Lui trasalì alla sua domanda ma tornò subito calmo e gelido.
<Niente, sono solo stanco.> abbozzò lui.
<Che bugiardo. Comuqnue, perchè hai voluto tanto accompagnarmi?>
<Ehm... avevo paura che qualcuno ti potesse fare qualcosa.>

Words I never told you {Bnha ff}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora