IXX-Sakae Shimura

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Sakae, invece di seguire i suoi compagni in mensa, era rimasta indietro per poter fare una chiamata.

Si appoggiò al muro e prese il suo cellulare.
Andò nella rubrica e cliccò il contatto.
Si portò il telefono all'orecchio e aspettò un segnale.

<Pronto?> risuonò una voce profonda dall'altra parte della cornetta.
<Zio Kuro. Sono io, Sakae. C'è mio padre?> chiese lei, non rendendo noto il vero nome dello zio.
<Ovvio. Glielo chiamo.>

Sakae aspettò che "l'amato padre" rispondesse alla chiamata dello zio.
In realtà non erano parenti ma da quando era nata, Kurogiri c'era sempre stato, era più presente lui del padre; forse non avrebbe dovuto chiamarlo zio ma padre.
Kurogiri le voleva bene anche se a volte rimaneva freddo.

<Che vuoi ora?> il tono irritato del padre fece sussulatare la ragazza, persa nei suoi pensieri.
<Sono stata scelta da degli hero per il mio apprendistato: chi devo scegliere?> chiese lei, euforica.
<Molto bello, ma te sai da chi devi andare.>
Tutta la sua euforia svanì come era arrivata.
<Certo.> disse, abbassando lo sguardo, rassegnata.
<E da chi, di grazia?>
Sbuffò
<Dovrò scegliere un hero che abbia il proprio ufficio ad Hosu.> ripetè lei, aggrottando le sopracciglia.
<Bene. Torna subito dopo le lezioni.> ordinò e chiuse la chiamata.

"Ti odio" pensò Sakae, rimettendosi il telefono in tasca e si diresse verso la mensa.

Skip time

Le lezioni pomeridiane stavano per finire e Sakae non aveva ancora consegnato il foglio su cui avrebbe dovuto scrivere da chi andare per l'apprendistato.

Appena All Might li congedò la ragazza si diresse verso lo spogliatoio seguita dalle ragazze.
Arrivata, si fece una doccia e cominciò a cambiarsi.

<Ehi Sakae, hai deciso da chi andare per l'apprendistato?> chiese all'improvviso Uraraka, dall'altra parte della stanza.

<Si. Andrò ad Hosu. Non ricordo bene il nome dell'ufficio.> rispose Sakae mentre si rimetteva la camicia.

<Ad Hosu? Ma non avevi avuto altre chiamate? Tipo Endeavor?> si intromise Asui, mentre si metteva i calzini.

<Si ma non mi enteressava più di tanto. Quell'uomo non è degno di chiamarsi hero.> rispose freddamente lei, finendo di cambiarsi.
Le ragazze si guardarono stranite alla risposta di lei ma non fecero in tempo a controbattere: Sakae era già uscita.

Uscita dalla stanza si diresse velocemente verso la scuola, varcò l'entrata e cominciò a cercare l'ufficio del professor Aizawa.
Mentre camminava, tirò fuori il foglio: non si sentiva felice di fare quella scelta.

Non si sarebbe mai messa contro suo padre, una volta l'aveva fatto e non era finita molto bene.

Era un giorno come un altro.

Sakae aveva 7 anni.

Oramai, a detta del padre, era in pieno possesso delle sue abilità e quindi da quel giorno avrebbe iniziato una sessione di allenamento molto più intensa.

Ma lei si rifiutò.

Risultato? Tibia e Perone sinistri sbriciolati e lividi ovunque.
Se Kurogiri non fosse arrivato in tempo forse non avrebbe più potuto usare quella gamba.
Sia benedetto il warp gate.

Da quel giorno ha sempre fatto tutto quello che il padre le diceva e, quando lui non c'era, si svogava con lo zio, il quale, l'ascoltava sempre e le dava forza.
Sakae non riusciva a capire il motivo di tanto odio nei suoi confronti, così un giorno lo chiese allo zio.

<Zio, perchè papà mi odia tanto?> chiese la bambina dai mossi capelli azzurri.
<Lui non ti odia, è solo che, gli ricordi tua madre.>

Già. La madre.
L'orribile donna che gli aveva abbandonati per seguire il suo sogno, per fare ciò che ama.

Sakae strinse i pugni al solo pensiero di quella orribile serpe.
Senza cuore.

Nel bel mezzo di tutti questi ricordi e pensieri si rese conto solo dopo qualche secondo, di essere arrivata a destinazione.
Bussò e aspettò un segno.
Una voce le acconsentì di entrare.
Entrò.

Quando varcò la soglia due paia di occhi si posarono sulla ragazza.
Dietro la scrivania vi era seduto Aizawa, che scriveva al computer mentre seduta su un divanetto a lato vi era Okajima.

Quando la donna realizzò chi fosse quasi non saltò giù dal divanetto pur di salutarla, Aizawa invece rimase al suo posto fissando la scena.

<Shimura, che piacere rivederti. Per quale motivo sei qui?> chiese Moonlight, passandole una mano sulla spalla, amichevolmente.

La ragazza, infastidita da qual contatto si scansò subito e prese parola.
<Sono venuta a consegnare la scheda per l'apprendistato.>

Lo prese dallo zaino ma l'hero non perse tempo e le prese la scheda dalle mani e iniziò a leggerla, saltando sul divanetto.
<Scendi subito! Mi stai sporcando il divano con le tue luride scarpe.> disse Aizawa infastidito.

Sempre mentre leggeva, si sfilò le scarpe e le abbandonò sul pavimento.

La ragazza e il professore si fissarono per un attimo, poi il professore roteò gli occhi e tornò a fissare la ragazza in piedi sul divano.
Finito di leggere, posò lo sguardo sulla ragazza, perplessa.

<Hosu? Che ha sto posto che tutti ci vogliono andare?! Pure Iida ha deciso di andarci> disse scivolando sul divano, a gambe incrociate.

<Volevo cambiare aria> inventò.

La donna alzò un sopracciglio
<Potevi andare da Todoroki, cioè, da Endeavor. Anche lui ha l'ufficio fuori città.>

<Lui ha deciso così. Devo andare.> si rese conto dopo di aver detto lui, lasciando Okajima sconvolta e Aizawa perplesso.

<Lui?> chiese, giustamente Aizawa.

Lei granò gli occhi e balbettò impaurita
<Ehm l-lui, lui è... devo andare> e si catapultò fuori dall'ufficio.

Aizawa guardò la collega che aveva preso a fissare immensamente la porta.
<Tsubaki, tutto ok?>

Lei si voltò e lo osservò impietrita
<È molto peggio di quanto pensassi.>

Sakae si catapultò fuori dall'ufficio e cominciò a correre per raggiungere il luogo in cui Kurogiri la stava aspettando.

Arrivata nel vicolo destinato lo zio non c'era, così si appoggiò al muro per riprendere fiato.
Quella donna faceva un sacco di domande scomode.
Aveva deciso già da quel mattino che ne avrebbe parlato con il padre: il mercoledì era il giorno del rapporto.

Kurogiri arrivò pochi secondi dopo e lei entrò dentro il suo portale.

Entrò nel bar e si sedette su uno degli sgabelli: stava ancora riprendendo fiato.

Kurogiri vedendola così preoccupata le chiese, preoccupato
<Tutto bene?>
Lei alzò lo sguardo verso il warp gate e vedendolo così in pensiero cercò di tranquillizarsi.
<Si, tranquillo, ho solo corso.> disse facendo l'ok.

Kurogiri non sembrò convinto ma si accontentò.
Qualche secondo più tardi si ricordò di una cosa molto importante.
<Ricordati che tra poco arriverà l'ospite: ti consiglio di levarti la divisa.> la informò lui.
Lei annuì e fece per andarsene ma lo zio la fermò.
<Esci dalla tua stanza solo quando ti chiamerò. Non fare domande.> lei annuì, confusa ma non si fece troppe domande.

Entrò nella sua stanza e si preparò.

L'ospite sarebbe arrivato da un momento all'altro.

Angolo autrice

Alloooora

Vi voglio bene e quindi saprete nel prossimo capitolo chi è l'ospite.

Ciao e buon proseguimento si vitaaa

Words I never told you {Bnha ff}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora