Oggi è il grande giorno.
Sono con Havery in tribunale che mi sta informando sulle ultime cose che riguardano il caso ma, sinceramente, l'unica cosa che mi interessa in questo momento è ascoltarlo.
Sono entrata in paranoia più o meno un quarto d'ora fa, quando ho messo piede all'interno del tribunale ma, questa volta, non sono nei panni da avvocato, ma nei panni di una ragazza che ha subito una violenza sessuale così come altre sette ragazze.
Anche loro, come me, sono state violate da quel mostro che non porta rispetto per le donne, che le crede inferiori ai maschi e che solo loro possono comandare. Maschilista di merda!
Sinceramente sono fiera di essere donna! Secondo me, tutte noi donne dovremmo essere fiere di essere donne...insomma, nel '46 siamo riuscite ad avere il diritto di voto, per non parlare che con la legge 9 Dicembre 1997 si è prevista la parità di trattamento fra uomo e donna sul posto di lavoro.
Insomma, ne abbiamo fatta di strada, ci siano fatte valere, abbiamo tirato fuori le palle!
E sopratutto ci siamo fatte valere! E la cosa che mi fa più fastidio è che nel mondo ci sono persone che se ne infischiano altamente di rispettarci violando il nostro corpo solo perché si devono sentire potenti.
A risvegliarmi dai miei pensieri è proprio Havery Harmon, che mi dice che dobbiamo entrare.
Mi tremano le ginocchia, insomma, da qui si deciderà se quell'uomo spregevole andrà in prigione oppure se ne starà in libertà magari a fare del male ad altre ragazze e ad altre donne indifese.
***
«Secondo l'ART.609-BIS, condanno l'imputato a 8 anni! Dichiaro chiuso questo caso.» la mia mente si è fermata alle parole che il giudice ha appena detto.
Non ci credo, non ci sto credendo, finalmente...finalmente è finita e giustizia è stata fatta.
So benissimo che sarà una cosa che mi porterò dietro per il resto della mia vita.
«Allora, finalmente è finita.» mi dice Havery mentre mi passa il cappuccino appena preso da Starbucks mentre lui beve il suo solito caffè.
«Ancora non ci credo. Sai, fino a ieri avevo paura che la facesse franca.» gli dico mentre sorseggio il mio cappuccino
« Non avevi senso di pensarlo. C'erano tutte le prove per metterlo dentro. In più siamo stati fortunati nel avere un giudice giusto e non corrotto.» mi risponde mentre si avvia alla macchina.
Questa mattina, per mia fortuna, mi è venuto a prendere lui visto che molto probabilmente avrei fatto un incidente da quanto ero agitata e con la testa fra le nuvole.
Salgo in macchina insieme a lui mentre gli dico: « Lo sai come sono. Non posso farci niente.»
«Già, so piuttosto bene come sei...testarda. Ma è bello sapere che sei sempre la stessa nonostante tu non sia più una ragazzina.» mi dice sorridendo mentre avvia la macchina per accompagnarmi a casa mia.
«Sai, penso che sia la cosa che mi distingue dalle altre.» gli dico mentre lo guardo.
«Mi ricordo che quando uscivo con tuo fratello e i nostri amici, tu cercavi sempre di venire con noi. Facevi davvero di tutto!
Nonostante i tuoi genitori non volevano, perché eri troppo piccola.» mi dice sorridendo al ricordi di tutte le volte che cercavo di imbucarmi alle loro uscite.
«Hai ragione ahaha, ma cosa ci potevi fare? Volevo passare del tempo con mio fratello e coni suoi amici!» gli dico ridendo.
Il resto del viaggio, lo passiamo parlando oppure ascoltando le canzoni che passano per la radio.
Quando ferma l'auto, capisco che siamo arrivati davanti casa mia, così sempre sorridendo gli dico:«Grazie. Davvero grazie per quello che hai fatto oggi è che hai sempre fatto anche quando eravamo più piccoli.» «Figurati, lo sai che mi fa sempre piacere passare del tempo con te. Mi ricorda molto i tempi in cui eravamo io, te e tuo fratello e passavamo giornate come questa.» mi dice sorridendo
«Beh, adesso devo andare! Ma ti prometto che recupereremo Havharm!» gli dico mentre apro la portiera per uscire.
«Ti prego! Lo sai che non sopporto questo nomignolo che mi avete dato!» dice facendo il finto offeso. «Ti lascio andare a fare le tue cose! Ci vediamo a lavoro! Ma, sappi che sono offeso piccola Scar.» mi dice mentre mi lascia un bacio sulla fronte come faceva sempre e fa ogni volta che siamo al di fuori del posto di lavoro.
È incredibile come cambi umore da un momento all'altro anche se so perfettamente che non si è offeso davvero.
Scendo dalla macchina ridendo e quando sono sul marciapiede, mi giro e lo salutò con la mano prima che dia gas alla macchina per andare chissà dove.
Mentre frugo nella borsa alla ricerca delle chiavi di casa, vedo una persona seduta sui gradini al di fuori della mia abitazione.
Non riesco a capire chi sia visto che ha la testa bassa.
Mi avvicino un po' di più per vedere chi è e, non riesco a credere ai miei occhi, infatti, esclamo del tutto sorpresa: «Tu cosa ci fai qui?»Direi che con questo capitolo mi sono fatta un po' perdonare. Ma vi dico già che sto scrivendo il capitolo 12 e voglio che sia una BOMBA! Sono certa che vi piacerà! Comunque voglio anche dirvi che tra un po' le cose tra i due protagonisti non saranno tutte rose e fiori perché nella mia testolina ho davvero tantissime idee che non vedo l'ora di scrivere.
Detto ciò, sfrutto anche questo momento per dirvi grazie delle 116 mila visualizzazioni❤️
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La ragazza del boss
RomanceScarlet Wilson, è una giovane avvocatessa di soli ventinove anni. Lavora per la "Havery Harmon" orami da tre anni. Deve tutto alla sua agenzia ed è proprio lì, che incontrerà Ian Williams, importante e famosissimo avvocato, famoso per la sua agilità...