Scarlet Wilson, è una giovane avvocatessa di soli ventinove anni. Lavora per la "Havery Harmon" orami da tre anni. Deve tutto alla sua agenzia ed è proprio lì, che incontrerà Ian Williams, importante e famosissimo avvocato, famoso per la sua agilità...
La persona davanti, a me alza la testa appena sente la mia voce e subito,si alza in piedi mentre si passa le mani sul completo che indossa in un gesto nervoso. Subito si schiarisce la gola e dice:«Passavo di qui e ho pensato di venirti a salutare.» Sono sorpresa, non me lo sarei mai e dico mai aspettata di trovarmi davanti casa mia Ian Williams in tutto il suo splendore. «Insomma, si...emh, spero non ti dispiaccia.» continua subito dopo mentre si tortura il labbro inferiore con i denti. Non riesco a smettere di fissare le sue povere labbra. Cazzo quanto vorrei essere io a stringergli il labbro inferiore con i miei denti per poi depositarci sopra un dolce bacio. Scaccio via i miei pensieri su Ian quando mi accorgo che non gli ho ancora risposto. «Umh, n-no, emh...entra pure. Mi fa piacere vederti.» gli rispondo imbarazzata mentre finalmente prendo le chiavi dalla borsa e apro la porta di casa. Gli faccio appoggiare la valigetta all'ingresso dove appoggio subito le chiavi e la borsa. «Scusami un attimo, vado a togliermi queste scarpe infernali... i miei poveri piedi non ne possono più! -dico più a me stessa che a lui-Tu accomodati pure fai come se fosse casa tua» esclamo mentre vado verso camera mia per mettermi un paio di calze. Quando ritorno in sala, lo trovo seduto sul divano a leggere qualcosa sul telefono. Quando sente i miei passi, lo spegne subito per rivolgermi un bellissimo sorriso che ricambio spontaneamente. Non so come sia possibile ma con lui mi sento più leggera, mi fa dimenticare tutto quello che ho passato e mi fa tornare ragazzina. Mi siedo vicino a lui sul divano,portando le gambe al petto per poi appoggiare il mento sulle ginocchia. «Devi lavorare ancora oggi?» gli chiedo per spezzare il silenzio che si è creato. Ma non è uno di quelli imbarazzanti, anzi è uno di quei silenzi dove dici tutto rimanendo in silenzio, dove gli occhi parlano e le bocche non si muovono, ed è questa la cosa che mi fa impazzire di più. Non mi è mai capitata una cosa del genere con qualche ragazzo o uomo. È il primo uomo dove per comunicare le parole non servono ma basta guardarsi negli occhi. «No, ho finito pochi minuti fa.» mi risponde mentre si mette più comodo sul divano per guardarmi. «Ti andrebbe di guardare un film?» gli chiedo d'improvviso. «Certo, ma non devi tornare a lavoro?» mi risponde «No, oggi il mio capo mi ha dato il giorno libero...» gli rispondo mentre mi alzo dal divano per andare a prendere il telecomando della televisione. Non posso, non sono ancora pronta a rivelargli quello che ho passato. Lo conosco da troppo poco tempo per poterglielo dire anche se mi trovo bene con lui, però ripeto...non è ancora il momento. Scaccio via questi pensieri e vado a sedermi di nuovo sul divano vicino a lui, solo che questa volta, mi metto più vicino. «Cosa vuoi vedere?» gli chiedo mentre apro Netflix «Mhm...che ne dici di Matrimonio a Long Island? Non l'ho mai visto» mi dice. Annuisco per poi andare a selezionare il film. Passiamo le seguenti due ore a ridere e senza che ce ne accorgessimo, ho messo le mie gambe sopra le sue e il braccio destro di Ian è sulla mia vita che mi tiene stretta a se mentre con le dita della mano sinistra, disegna dei cerchi sul mio ginocchio. Alla fine del film, notiamo che sono già le 17:55 gli chiedo:«Ti va di rimanere a mangiare da me?» all'improvviso si fa più serio per poi rilassarsi di nuovo e accettare la mia proposta. Sorridendo, tolgo le gambe dalle sue e vado in cucina per decidere cosa cucinare. Alla fine scelgo di fare la pasta, ma non so se a Ian piace la pasta al ragù così, decido di tornare in salotto. «Ian...» lo chiamo, «Dimmi» mi risponde alzando lo sguardo dal telefono. Non riesco a capire come mai controlla sempre il telefono...«Ti piace la pasta al ragù?» gli chiedo mentre mi appoggio alla parete con la schiena «Si certo.» mi risponde mentre si avvicina a me «Menomale perché devo andare a fare la spesa e c'è ancora il ragù che ho fatto l'altra volta.» gli rispondo abbassando il tono di voce visto la sua vicinanza. Quando appoggia la sua mano sinistra il mio fianco per avvicinarmi a lui, mi si blocca il respiro. È come se non sapessi come si respira, la mia schiena è piena di brividi che mi provoca il contatto che abbiamo. La sua faccia si avvicina sempre più lentamente al mio viso, le sue labbra sono così vicine alle mie che se spostassi di un millimetro le toccherei, ma non mi muovo, sono in totale balia dalle sue mani sui miei fianchi, dalle sue labbra così vicine alle mie, dai suoi occhi così profondi che tra un po' mi ci perdo dentro e poi, finalmente accade, le nostre labbra si toccano, le lingue si rincorrono per poi prendersi. Allaccio le mie braccia sul suo collo e mentre ci continuiamo a baciarci, le dita delle mie mani giocano con i suoi capelli, mi alzo in punta di piedi per avvicinarmi di più a lui e capendo ciò, Ian mi prende per le natiche facendomi lacciare le gambe alla sua vita. Continuiamo a baciarci mentre Ian si dirige in cucina dove mi appoggia sulla penisola della cucina e dopo qualche istante, con grande dispiacere da parte di entrambi, ci stacchiamo per la mancanza del fiato. Ancora con il fiatone, mi attira più vicina al suo petto mentre inizia a lasciare una scia di baci umidi dalla bocca fino al collo, soffermandosi di più sulla mandibola. Capisco subito che mi sta facendo un succhiotto quando lo sento succhiare la pelle sensibile e subito mi scappa un gemito. Ian alza lo sguardo e mi prende il viso con le mani a coppa e mi spinge il viso vicino al suo per baciarmi. Mi faccio coraggio e inizio a passare la mano dai suoi capelli al collo, alle sue fantastiche e muscolose spalle, si pettorali agli addominali per poi portare le mie braccia dietro la sua schiena, le sue mani dalle mie guance vagano su tutto il mio corpo e mi fa impazzire, diamine se mi fa impazzire. All'improvviso, suona la suoneria di un telefono e siamo obbligati a staccarci, e capisco subito che stanno chiamando l'uomo che è davanti a me. Subito prende il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni e quando vede chi è il mittente, che sfortunatamente non sono riuscita a vedere, il suo volto diventa preoccupato e confuso. Infatti, risponde subito alla chiamata mentre si avvicina a me per accarezzarmi i capelli ancora scompigliati dai baci e da quello appena successo. «Mm..si,si ho capito...non puoi dirle che arrivo più tardi?...okay, si. Arrivo subito, grazie per avermi chiamato.» dice mente chiude la chiamata. Sospira mentre si passa una mano nei capelli. Ho già capito, deve andare a fare chissà cosa con chissà chi. Sospiro anche io e Ian, decide di prendere parola. «Scarlet, lo so che ti avevo detto che mangiavo da te, ma ho avuto un'emergenza e-» inizia a dire ma subito lo interrompo, «Ma adesso devi proprio andare giusto?» lui annuisce lentamente. «Ti prometto che mi farò perdonare. Ti giuro che mi dispiace dover andare» mi dice ma ancora una volta, lo blocco dicendo:«Allora non andare e resta qua!» non so perché l'ho detto, ma sono così egoista che per una volta, in tutta la mia vita, che voglio averlo tutto per me, almeno per questa serata. «Vorrei, davvero. Vorrei con tutto il cuore ma non posso.» mi dice mentre si tira leggermente le punte dei capelli. «Ho capito, devi andare e io ti sto trattenendo.» gli rispondo mentre mi avvio all'ingresso per accompagnarlo all'uscita. Si arrende e mi segue, prende la sua giacca poggiata precedentemente e la valigetta. Sospira e velocemente si avvicina a me per prendermi da un fianco e lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra. Apre la porta di casa e prima di uscire dice:«Ti prometto che ceneremo insieme. Si aspetti un invito a cena avvocato Wilson.» per poi scendere i gradini di casa mia. Lo vedo salute nella sua macchina per poi accendere il motore e sparire verso chissà quale meta. Chiudo la porta di casa e sospiro appoggiandomi contro essa. Oggi Scarlet, è stata davvero una lunghissima giornata. Mi ripeto mente mi dirigo in cucina per farmi un panino veloce visto che mi è passata la fame. Vado in bagno mi lavo i denti mi strucco velocemente e vado a mettermi immediatamente il pigiama. Quando tocco il materasso, sento immediatamente tutta la stanchezza della giornata venire fuori e senza che me ne accorgessi, ero già nel mondo dei sogni dove anche lì, Ian Williams è sempre presente.
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Grazie a tutti per le 118k di visualizzazioni sono tantissime io ancora non ci credo. Spero che la storia ci stia piacendo! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto che mi sia fatta perdonare per la piccola assenza fatta settimana scorsa e per il piccolo ritardo di due giorni. Detto ciò, ci vediamo tra due/tre giorni per il capitolo 13!!!