Capitolo 23

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I giorni passano e le vacanze natalizie sono ufficialmente finite.
Sono tornata a lavoro e con grande orgoglio sono riuscita a vincere tre casi molto importanti per me e tra questi c'è il caso della signora Mingh.
Tornare in ufficio è stato piacevole, rivedere i soliti colleghi, i soliti corridoi con le vetrate che danno la possibilità di vedere il paesaggio in ogni momento...
Per quanto riguarda Ian, ci siamo incontrati di sfuggita un paio di volte, ma non abbiamo avuto la possibilità di parlare e confrontarci e sinceramente, non mi dispiace.
Ho ancora bisogno di riflettere e averlo in torno sempre non mi aiuta molto, infatti penso l'abbia capito perché i messaggi che mi manda sono diminuiti, ma continua a mandarmeli, mi sta lasciando il tempo di cui ho bisogno per metabolizzare la cosa.
Ammetto che mi manca, in poco tempo è riuscito a entrarmi dentro e mi rendo conto di non conoscerlo tantissimo ma ha quel qualcosa, che non mi permette di andare avanti come avrei fatto con un altro uomo.
A distrarmi dai miei pensieri è il campanello che suona e cosi, sono costretta ad alzarmi dal mio comodo e amatissimo divano per far entrare quella pazza scatenata della mia amica e collega.
Quando apro la porta però, la persona davanti a me, non assomiglia nemmeno lontanamente alla mia migliore amica pazza , che tra parentesi, doveva venire a cenare da me.
Rimango incantata da quegli occhi così profondi che mi hanno colpito fin da subito e che negli ultimi giorni ho visto solo di sfuggita anche, e soprattutto, per colpa mia che cercavo di evitarlo.
Le parole mi muoiono in bocca fin da subito, le spalle e tutto il mio corpo si irrigidiscono a causa della sua figura davanti ai miei occhi.
Lo ammetto, non avrei mai pensato di ritrovarmelo davanti a me di sera vestito per bene con il suo completo da lavoro grigio che gli calza alla perfezione.
«Ciao» sono le prime parole che escono dalle sue labbra
Sono completamente bloccata, non riesco a rispondergli anche se lo vorrei tanto.
Mi è mancato, decisamente tanto anche se non lo volevo ammettere fino a quel momento.
«Posso entrare?» continua lui vedendo che non rispondo.
Anche ora, senza dire una parola, mi sposto di lato e apro di più la porta per farlo entrare.
Sinceramente non so se è una buona idea, ma al momento, non so se sono in grado di ragionare lucidamente, perché mi costa ammetterlo ma, Ian ha la capacità di ammaliarmi completamente e le mie capacità di ragionare o parlare, mi risulta difficile.
Vederlo entrare in casa mia, vestito per bene, a di gerenza mia che sono con una tuta grigia e i capelli raccolti in una cosa disordinata con dei ciuffi fuori posto, mi fa sentire leggermente in soggezione.
Una volta che chiudo la porta alle mie spalle mi rendo conto anche dello stato in cui si trova casa mia...è un delirio!
Le scarpe abbandonate all'ingresso, il cappotto lasciato in disordine sulla poltrona della sala, la ventiquattro ore lasciata sul tavolino vicino al computer acceso con tutti i documenti di lavoro...
Penso che potrei sprofondare in questo preciso momento!
Non sono stata a riordinare casa sapendo che veniva Sasha.
Quella ragazza passa più tempo a casa mia che a casa sua!
«Accomodati pure...» gli rivolgo finalmente la parola da quando si è presentato davanti la porta di casa mia.

Ciao miei amatissimi lettori!!!Sono tornata con un nuovo capitolo e sono davvero curiosa di saper e cosa ne pensate!!!

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Sono tornata con un nuovo capitolo e sono davvero curiosa di saper e cosa ne pensate!!!

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