Capitolo 5

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Mi giro di scatto e vedo davanti a me Ian, cosa diamine ci fa qui?
Lo guardo ancora sorpresa nel vederlo davanti a me, mentre lui si avvicina a me. «Cosa ci fai tu qui?» gli chiedo finalmente «Mi godo questo bellissimo panorama» mi risponde mentre non distoglie lo sguardo dalla vetrata del mio studio.
Scuoto la testa insoddisfatta dalla sua risposta e sospirando gli dico:«No, intendo...cosa ci fai qui nel mio ufficio.» forse così mi da le risposte che voglio.
Si gira verso di me sorridendo «Avevo da sbrigare un'affare con Havery Harmon» mi risponde mentre si sistema una ciocca di capelli. «E posso sapere cosa la porta qui nel mio ufficio?» chiedo mentre mi appoggio sulla mia scrivania.
«Passavo di qui e l'ho vista mentre lavora qua, tutta sola, mentre beve un bicchiere d'acqua, mentre davanti a lei ha una splendida vista di New York.» mi risponde mentre si siede sul divano.
«E Marta? Strano che non mi abbia avvisato quando è tornata.» dico
«Oh giusto la rossa! È andata a consegnare dei fascicoli a Harmon.» mi risponde con un alzata di spalle.
«Basta sti giochetti.» continua mentre bisbiglia tra se e se mentre si avvicina a me sempre di più.
Sento le gambe tremare.
Menomale che sono appoggiata alla scrivania.
Il cuore batte sempre più forte per la sua vicinanza e mi chiedo come mai uno sconosciuto mi riesce a fare questo effetto.
Forse è per i suoi occhi magnetici o la sua voce non lo so.
Sento che oltre le gambe che non mi reggono in piedi, il cuore che batte più forte che mai, ho pure il cervello in fumo.
Cosa diamine mi sta facendo questo uomo?
Da quella sera, dopo il trauma ricevuto, non riesco più ad avvicinarmi a nessun uomo, a meno che non siano mio fratello,mio padre o Havery.
«Se la invitassi a cena, domani sera, accetterebbe il mio invito?» mi chiede sussurrando mentre le sue mani vanno a finire sui miei fianchi e sento le sue dita iniziare a fare dei movimenti circolari.
Non resistendo a questo piacere, appoggio la testa sulla sua spalla e lascio che tutti i miei muscoli si rilassino.
«Allora? Accetta il mio invito signorina Wilson?» mi sussurra all'orecchio mentre le sue mani continuano a fare movimenti circolari.
Annuisco alla sua proposta di uscire, tanto che male c'è, avrei passato la serata sul divano a guardare Grey's Anatomy mangiando un piatto di pasta o una bella pizza.
«Perfetto, allora-nel mentre prende un bloc-notes e ci scrive qualcosa- le lascio il mio numero. Sa per sicurezza.» quando finisce di scrivere mi da in mano il foglietto con scritto il suo numero di telefono.
Spontaneamente mi viene da sorridere e non so per quale motivo ma non cerco di nasconderlo.
Lo vedo che ricambia pure lui il sorriso e continua: «La passo a prendere alla 20:15 sotto casa sua.» non so perché ma quando mi da del lei, sento una strana sensazione dentro di me.
Sempre sorridendo gli dico la via di casa mia e la mia voce esce come un sussurro.
«Perfetto, allora ci rivedremo domani sera alle 20:15» dice mentre si sposta all'improvviso da me e si avvia verso la porta del mio ufficio.
Appena a si stacca sento che mi manca il calore che emana il suo corpo e mi trattengo dal prenderlo dalla giacca del completo solo per risentire le sue mani sulla mia schiena e il resto del suo corpo appoggiato al mio.
«A domani avvocato Wilson» dice con un sorriso mentre sfortunatamente esce dal mio ufficio.
«A domani avvocato Williams.»
E con queste parole, esce definitivamente dal mio ufficio come se non fosse successo niente.

La ragazza del bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora