Capitolo 2

19.6K 684 60
                                    

Lo guardo mentre aspetto di sentire il caso così importante e finalmente, si decide a parlare:«Devi aiutarmi con questa donna a cui non sono stati pagati gli straordinari di tre anni. È un caso abbastanza importante e che darebbe anche uno slancio in più per la tua carriera. Che ne dici?» mi chiede.
Senza esitare dico:«Puoi contare pure su di me per questo caso!» sorridendo mi risponde:«Benissimo allora domani ci vediamo nel tuo ufficio per le nove!» annuisco e mi devo ricordare di dirlo a Marta,la mia assistente, per scriverlo sulla agenda.
«Prima di andare, ti devo dire una cosa.» mi blocca prima che possa uscire dal suo ufficio.
Si nota da un chilometro che è indeciso se dirmi di cosa si tratta oppure no ma, lo sa anche lui che orami, non avrebbe senso ritirare le parole che ha appena pronunciato.
Sospirando si pizzica il ponte del naso con le dita e finalmente si decide a parlare:
«Non so bene come la prenderai ma, la cosa giusta da fare è dirtelo di persona. Non voglio che tu lo scopra da qualche giornale, dalla tv o semplicemente da altre persone sconosciute.» mi dice guardandomi negli occhi.
Sinceramente sono un po' preoccupata per quello che vuole dirmi, sentendo già le mani sudate annuisco un po' timorosa. Ma come ho sempre detto, meglio strappare subito il cerotto con un bello strappo.
«Come dire... ecco non voglio fare troppi giri di parole quindi, tra una settimana c'è l'udienza contro il tuo aggressore. Ecco l'ho...» non sento altro. La mia mente si è fermata a: "una settimana c'è l'udienza per il tuo aggressore".
Sento tutto il mio corpo irrigidirsi e le mani mi iniziano a tremare senza voler smettere, il respiro inizia a diventare irregolare e a respirare con fatica, la mia testa invece, è lì, alla sera della mia aggressione, quell'uomo mi ha violata, si è presa la cosa più importante di una donna, quello che secondo me è sacro e che bisognerebbe donare alla persona che si ama.
E lui, quel viscido, se l'è presa, si è portato via la mia verginità in meno di venti minuti.
Intorno a me non sento le voci di Harmon o Sasha che mi chiamano preoccupati, o il mio corpo steso per terra perché le mie gambe non hanno retto il mio peso, vedo solo la scena di lui che mi violenta.
Sento due braccia sottili che mi abbracciano e dal profumo che emana posso riconoscere che si tratta della mia migliore amica, lei è l'unica che riesce a calmarmi.
«Shhh,stai tranquilla, va tutto bene, sei qui con me ora.
Va tutto bene, non ti farà più male quello stronzo. Respira con me, così esatto, brava...» mi riassicura tenendomi stretta stretta tra le sue braccia.
Sento le lacrime scorrere come un fiume sulle mie guance e in questo momento, non mi interessa se sono davanti al mio capo e possa sembrare pazza o di bagnare la maglietta della mia amica.
In questo momento, ho solo bisogno di essere confortata dalle braccia della mia migliore amica, l'unica che mi è sempre stata accanto fin dal primo momento.
«Saha, accompagnala a casa, il vostro orario di lavoro per oggi è finito.» sento la voce del mio capo.
Mi prende per mano e mi accompagna nel bagno dello studio facendomi sciacquare la faccia.
Lo sapevo che non era finita la guerra contro di lui, ma non pensavo sarebbe arrivato così presto il momento di rivederlo.
È una battaglia che va andati da un anno, lui dice che non mi ha fatto niente, mentre io dico il contrario e fino ad ora, le prove sono a mio favore.
«Pensaci, forse tra una settimana quel brutto bastardo sarà sbattuto in cella e ci morirà dentro. Non potrà più fare del male ne a te ne a nessun'altra ragazza.» mi dice Saha mente mi accarezza dolcemente la schiena dandomi conforto.
Come se queste parole avessero fatto scattare qualcosa in me, sento tutto il dolore trasformarsi in rabbia, in pura e semplice ma catastrofica rabbia.
«Sai che c'è? Hai ragione, quello stronzo morirà in prigione. Si pentirà di quello che ha fatto.» le dico mentre faccio un respiro profondo «È così che ti voglio amica!» mi risponde sorridendo.«Ma sai cosa ti ci vuole? Un bel film romantico, basta che non sia Titanic, due vaschette di gelato al pistacchio e nocciola come piace a te. Tutto ciò sdraiate sul divano di casa tua» continua mente mi prende a braccetto dirigendosi verso l'ascensore.
Con un gesto della mano salutiamo Harmon e saliamo sull'ascensore. Nel mentre Sasha fa delle battutone su come erano vestite delle segretarie che lavorano con lei.
«Ma hai visto come si è vestita oggi Clara? Sembrava stesse andando a puttane. Non che lei non lo sia eh.» mi dice mentre si aggiusta la gonna.
«Non l'ho ancora vista ma posso immaginare ahaha» le rispondo mentre aspetto che prenda la borsa che aveva lasciato sotto la scrivania della Hall.
Mentre scambiamo qualche altro commento su come era vestita Clara, andiamo verso la mia macchina, metto subito in moto e ci avviamo verso casa mia ascoltando e cantando Amnesia dei 5 Seconds Of Summer a squarciagola.
Appena troviamo a casa, stain ridendo ancora come due sceme.
Lasciamo le borse all'ingresso e ci togliamo le scarpe mettendole nella scarpiera. Appena fatto ciò, mi avvio quasi correndo in cucina a prendere il gelato mente Saha va in sala a scegliere il film da vedere.
«Allora che film vediamo?» chiedo mentre mi siedo sul divano con addosso la coperta.
«Tutte le volte che ho scritto ti amo. Non l'ho mai visto ma secondo me è bello » mi risponde prendendo le due vaschette di gelato e i cucchiai raggiungendomi sul divano. Appena si è sistemata, fa partire il film.

La ragazza del bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora