Capitolo 18

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Mi appoggio con la schiena sulla porta per riprendermi un secondo. Cavolo, questa mattina non me lo sarei mai aspettata di ritrovarmi a casa sua, nel suo bagno in camera, nella sua villa.
Sospirando e scuotendo la testa, mi avvicino alla doccia per aprire l'acqua. Mentre aspetto che diventi calda, mi inizio a spogliare per poi infilarmici dentro.
Insieme all'acqua, lascio scivolare via tutte le mie preoccupazioni e pensieri. Essere nella sua doccia, insaponarmi con i prodotti che utilizza lui, avere il suo profumo addosso, mi fa venire i brividi.
Una volta che ho finito, mi avvolgo in un asciugamano, tirato fuori precedentemente, sul corpo e uno per i capelli.
Sperando che Ian non sia in camera, apro leggermente la porta del bagno per controllare. Fortunatamente, o sfortunatamente, dipende dai punti di vista, apro di più la porta e noto di essere da sola in camera. Sul letto, vedo che al posto di esserci la cravatta di Ian, c'è una tuta con i boxer.
Velocemente, indosso i vestiti che mi ha dato. Il tutto mi sta davvero molto largo, le maniche della felpa mi coprono le mani e mi arriva fino alle ginocchia, mentre i pantaloni, mi stanno lunghissimi.
Ringrazio il cielo di non essere Bigfoot nelle gambe e di aver fatto la ceretta un paio di giorni fa quando sono andata a rifarmi le unghie.
Dopo aver messo tutto apposto, lascio i capelli leggermente umidi visto che c'è il riscaldamento al massimo e quindi, il rischio di prendermi l'influenza, è molto basso e mi dispiacerebbe troppo usufruire ancora del suo bagno.
Una volta che è tutto in ordine, vado al piano di sotto e trovo il proprietario di casa intento a cucinare qualcosa, così, decido di lasciarlo fare e sedermi sulla sedia per poterlo osservare meglio e vedere i suoi muscoli contrarsi a ogni movimento.
Appena spegne il fuoco, si gira verso di me e mi dice « Mentre ti aspettavo ho pensato di preparare qualcosa da mangiare» nel mentre appoggia davanti a me un piatto con le uova strapazzate.
« Grazie mille, ho una fame!» Dico mentre mi tiro su le maniche della felpa per non sporcarla
«Figurati» mi risponde mentre si siede davanti a me iniziando a mangiare pure lui. Mentre finiamo di mangiare, parliamo così da conoscerci meglio.
Mentre sta lavando i piatti, la porta di casa si apre ed entra una piccola chioma castano chiaro seguito da una donna.
«Papà!»esclama subito la bambina andandogli incontro per essere presa in braccio, cosa che fa subito.
Lo guardo interrogativa mentre lui la saluta con un tenero bacio sulla fronte.
«Ti sei divertita a scuola?» le chiede mentre la appoggia di nuovo per terra.
A distrarmi da loro due, è una signora che è entrata poco prima con quella bambina.
«Salve, lei deve essere Scarlet!» Mi dice mentre mi porge la mano che afferro subito «Si sono io» le rispondo imbarazzata mentre mi torturo le mani dall'imbarazzo e dall'agitazione. «Oh cara, Ian mi ha parlato così tanto di lei!» esclama «Beh, spero solo cose positive» le rispondo subito
«Ci puoi scommettere tesoro.» Mi risponde mentre inizia a mettere via la spesa.
«Scarlet, ti voglio far conoscere la persona più importante della mia vita.» Mi richiama Ian. Subito mi giro verso di lui e la bambina così da potergli dedicare tutta la mia attenzione.
«Ecco, Scarlet...ti presento mia figlia. Anne» mi dice
All'improvviso, tutto si ferma, nella mia testa continua a rimbombarmi:
"ti presento mia figlia. Anne"

"ti presento mia figlia. Anne"

"ti presento mia figlia. Anne"

"ti presento mia figlia. Anne"

A risvegliarmi, è il mio telefono che suona. È Sasha.
Senza pensarci due volte rispondo alla chiamata
«Devi venire in ufficio immediatamente» mi dice appena rispondo alla chiamata
«È successo qualcosa?» Chiedo preoccupata «Tu vieni e basta» mi risponde «Arrivo» le dico per poi chiudere la chiamata.
Mi rigiro verso Ian che mi guarda con uno sguardo che non riesco a capire.
Per quanto io adori i bambini, questo non me l'aspettavo per niente. Anche se ora che ci penso, tutto si collega.
Quella volta che è scappato velocemente da casa mia, quando ha detto di non essere ancora pronto, adesso tutto è collegato.
«Scusatemi, devo veramente tornare a lavoro per un'urgenza. Mi ha fatto piacere conoscerti Anne. Sei davvero carina.» Dico con tono dolce.
Un po' mi dispiace dovermene andare così, preferivo affrontare subito la questione ma purtroppo o per fortuna, sono costretta a rimandare questa discussione a un'altra volta.
«Ciao Anne, arrivederci Ellen, è stato veramente un piacere.» Dico mentre afferro la mia borsa che era appoggiata sulla sedia in cucina.
La bambina mi saluta con un sorriso dole e fa ciao ciao con la manina paffutella tipica dei bambini.
Non saluto Ian visto che mi accompagna fino all'ingresso.
«Io-» inizia ma lo blocco subito dicendo:«Non dire niente. Non adesso almeno. Ne riparleremo in un'altro momento. Devo andare in ufficio.» lui annuisce per poi lasciarmi un bellissimo bacio dove mi trasmette tutte le sue emozioni, tra cui, la sua paura di perdermi. Appena ci stacchiamo, rimaniamo a guardarci per un po' negli occhi fino a quando la sua voce non mi risveglia: «Allora ci vediamo» senza dire niente annuisco per poi uscire definitivamente da quella casa mentre mi affretto a chiamare un taxi che mi porti in ufficio, fregandomene del fatto che la gente mi veda indossare vestiti maschili, sapendo che una volta arrivata in ufficio, Sasha mi impresterà sicuramente qualcosa.

Grazie a tutti anche per i messaggi che mi avete scritto e sono felice che la storia vi stia piacendo così tanto e grazie mille perché manca davvero pochissimo alle 150mila letture della storia❤️

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Grazie a tutti anche per i messaggi che mi avete scritto e sono felice che la storia vi stia piacendo così tanto e grazie mille perché manca davvero pochissimo alle 150mila letture della storia❤️.

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