Capitolo 20

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Le ragazze sono andate via da poco, abbiamo passato una bellissima serata.
Amo passare del tempo con le mie amiche e a dirla tutta, avevo davvero il bisogno di passare del tempo con loro per liberare la mia testa da tutti i problemi.
Una volta che ho finito di riordinare e lavare tutto, mi vado a fare una doccia veloce per poi mettermi il mio amatissimo pigiama.
Mentre mi raccolgo i capelli, mi avvicino alla finestra è noto che sta nevicando.
Ho sempre amato la neve. D'altronde chi non la ama quando si è piccoli?
Resto a guardare incantata per una paio di minuti  i fiocchi di neve che si attaccano all'asfalto, sopra i tetti delle case...iniziando a dare vita, a un nuovo stupendo quadro della città.
Appena ho finito di farmi la treccia, mi avvicino al letto, sono stanchissima e non vedo l'ora di sprofondare nel letto in mezzo a quelle comode e invitanti coperte che sembrano chiamarmi.
Una volta che mi sono messa sotto le coperte, non ci vuole molto prima che le braccia di Morfeo mi vengano a fare visita e ovviamente, l'ultima cosa che immagino prima di cadere nel mondo dei sogni, sono un paio di occhi verdi.

La mattina dopo, a svegliarmi ci pensa il mio telefono, per la precisione, mia mamma.
Carol Wilson, donna gentile, sempre disponibile, difficilmente si arrabbia, ama follemente suo marito e sua figlia, ovvero me.
«Pronto» dico appena rispondo alla chiamata
«Ciao amore, ti ho svegliata?» mi chiede subito, probabilmente a causa della mia voce ancora impastata
«In realtà si ma non importa» le dico mentre mi stropiccio gli occhi e mi stiracchio
«Oh, mi dispiace tanto. Ti volevo chiedere, per che ora parti oggi?» mi domanda subito.
«Penso prima di cena perché?» le rispondo mentre mi metto seduta
«Beh vedi, qua c'è una persona che freme per rivedere la sua bambina come dice lui» mi risponde subito.
Non faccio in tempo a rispondere he in sottofondo sento dei versi strani è molto probabilmente so già da chi provengono.
«Ho capito Oliver! Te la passo così la smetti!» esclama subito mia mamma per poi sbuffare.
Si sentono altri strani rumori e mia madre borbottare qualcosa subito dopo.
«Bambina mia ciao! Come stai? Non vedo l'ora di riabbracciarti! Mi manchi così tanto scricciolo!» esclama la voce di mio padre.
Oliver Wilson, non c'è uomo che io ami più di lui, il mio eroe, il mio tutto. È un uomo freddo e distaccato all'esterno ma se lo conosci bene, sai che con la sua famiglia si scioglie come un pezzo di ghiaccio al sole.
«Ciao papà, mi mancate anche voi.» dico per poi ridere
«Quando hai intenzione di arrivare?» mi chiede pure lui «L'ho già detto alla mamma! Comunque dovrei arrivare prima di cena.» gli rispondo
«Non vedo l'ora di vederti! Ora però ti devo lasciare perché se no tua mamma mi ammazza! Ciao scricciolo mio ti voglio tanto bene» Mi dice per poi passare di nuovo il telefono a mia mamma.
«Allora ci sentiamo dopo tesoro.» mi saluta mia mamma
Dopo averla salutata ed essermi assicurata che la chiamata fosse terminata, mi butto a peso morto sul letto sospirando.
Effettivamente mi manca un sacco la mia famiglia. Non abitiamo poi così distanti solo venti minuti di macchina ci separano però col lavoro, e tutto il resto, non riesco mai a vederli quanto vorrei, però questa sera, finalmente potrò riabbracciarli e non vedo l'ora di passare queste vacanze con loro.

 Non abitiamo poi così distanti solo venti minuti di macchina ci separano però col lavoro, e tutto il resto, non riesco mai a vederli quanto vorrei, però questa sera, finalmente potrò riabbracciarli e non vedo l'ora di passare queste vacanze con loro

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Ciao a tutti! Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo!
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