Capitolo 35

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I giorni successivi al Natale, li passai a Roma dove avevo chiesto a Olivia se potesse ospitarmi nella vecchia casa, e lei aveva accettato. Anche perché avevo delle cose da sbrigare a Roma e, fare tutte le volte Terni-Roma, andata e ritorno, non mi sembrava il caso.

In questi giorni, inoltre, io e Andreas c'eravamo visti molto spesso, una volta per accompagnare Virginia al cinema, un'altra a prendere un gelato. Ero molto legata a Virginia.

Un pomeriggio, Andreas aveva delle cose da sbrigare e così mi lasciò la figlia e io decisi di portala al parco giochi, «La vuoi una cioccolata calda?», le chiesi
«Mio padre dice che mi fa male»
«E noi non gli diciamo nulla...sarà il nostro segreto», facendole l'occhiolino e così andammo in un bar lì vicino.
Presi una cioccolata per lei e un caffè per me e poi andiamo a sedersi in un tavolo
«Buona?» le chiese, annuii mentre io le pulivo la bocca
«Tua madre dov'è?», le chiesi ad un tratto
«Non lo so, mio padre non me lo hai mai detto»
«Ma lei ti pensa sempre e prima o poi verrà da te»
«Tu sei la mia mamma, per me»
«Oh grazie». Mai nessuna bambina mi aveva detto una cosa del genere.
Mi squillò il telefono ed era Julian, risposi
'Manca solo un giorno e finalmente ci vedremo...non ce la faccio più a stare lontano da te' mi disse
'Anch'io, mi manchi...ma adesso non posso parlare, sono un attimo impegnata...a che ora prendi l'aereo domani?'
'Alle otto e mezza di sera...dovrei arrivare lì per l'ora di pranzo, vieni a prendermi tu?'
"Certo", sentii che mi stava arrivando un'altra chiamata 'Ho una chiamata in arrivo, devo lasciarti...ti amo', così misi giù e controllai chi mi aveva chiamato ed era Andreas, lo richiamai
'Pronto, cosa volevi dirmi?'
'Io ho finito, dove siete che vi raggiungo?'
'Al parco, vicino al teatro'
'Okay, arrivo', salutai e riattaccai
«Virginia, hai finito?»
«Si»
«Andiamo da tuo padre, che sta arrivando», così uscimmo e andammo al parco e poco dopo arrivò Andreas
«Allora come si è comportata?», chiese
«Benissimo, è una bambina adorabile»
«Lo so»
«Papà, andiamo a cena tutti insieme?», gli chiese Virginia, noi ci guardammo
«Per me non c'è nessun problema», dissi
«Bene, allora andiamo...dove vuoi andare?»
«Al McDonald's»
«Okay», e così salimmo in macchina e andammo al primo McDonald che trovammo per la strada.

Dopo aver cenato tutti insieme, mi riaccompagnarono a casa
«Venite alla festa di capodanno che ha organizzato Veronica al teatro?», chiesi
«Certo», salutai e poi scesi dall'auto.

***

Ultimo anno dell'anno

*Allora me lo confermi stasera ci sarei anche tu alla festa?*mi chiese Veronica per la quinta volta
*Ho detto che vengo, ma non sarò sola...vengo con Julian, il mio fidanzato*
*Va bene, allora a stasera*, dopo aver salutato, chiusi la chiamata.
Scesi dalla macchina e mi diressi verso l'uscita dell'aeroporto ad aspettare che arrivava Julian con il volo da Los Angeles.

Quando mi vide, corse verso di me e mi abbracciò di slancio, «Cazzo quanto mi sei mancata», disse con l'accento americano
«Anche tu», mi baciò, prese la sua valigia da terra e ci dirigemmo verso l'uscita
«Sei stanco?», mi chiese
«Un po', ma è il Jet leg»
«Passa dopo un po', ma che ne dici di andare a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame»
«Si», così posò la valigia nel portabagagli e, decise di guidare fino al centro
«Sicuro? Qua non è come Los Angeles? Si guida in modo diverso»
«Si», le passai le chiavi e così mise in moto.

Mentre stavamo mangiando, a un certo punto vidi entrare nel locale Andreas e la figlia.
«Papà, quando chi c'è!», gridò Virginia, indicandoci
Merda. Ci mancava solo questa.
Julian si girò verso la bimba che aveva urlato, «Ma chi è? Lì conosci?», mi chiese
«Si», ci raggiunsero
«Ciao, non sapevo di incontrarti qua»
«Neanch'io, in realtà...vi presento, lui è Julian, il mio fidanzato...lui è Andreas, un amico»
«Piacere», disse stringendogli la mano. Era un momento davvero imbarazzante.
«Vi lasciamo, ci vediamo stasera»
«Si», se ne andarono e noi riprendammo a mangiare
«Ma sei sicura che sia solo un amico?»
«Certo, perché?»
«Perché mi guardava in modo strano»
«Devi stare tranquillo, siamo soli amici», dopo aver finito di mangiare pagammo e uscimmo dal ristorante
«Come vi conoscete?»
«Facevamo parte della stessa compagnia di ballo»
«Ah,anche lui balla?»
«Già»
«Dove devo andare?», gli indicai la strada di casa di Olivia.

***

«Perché non gli hai detto che stavamo insieme?» mi chiese Andreas, la sera stessa alla festa mentre eravamo seduti sul palco a guardare gli altri che ballavano in pista e Julian era andato in bagno
«Beh anche tu non mi ha detto che la mamma di Virginia non c'era»
«Sua madre non l'ha mai voluta, l'ha solamente partorita e poi ci ha lasciato soli...non potevo dirle la verità»
«Hai ragione, a volte è meglio una innocente bugia che la verità»
«Lo dici per il fatto di Virginia o per te?»
«Per Virginia,scemo che vai a pensare»
«Allora, perché non hai detto a Julian che eravamo fidanzati?»
«Boh...non era poi così importante da dire, o mi sbaglio?»
«Beh in una coppia bisogna dire tutto...o forse non lo ami abbastanza»
«Certo che lo amo»
«Come dici tu», ci raggiunse Julian
«Di che parlate?»
«Della festa...vuoi ballare?», gli chiesi
«Certo», e così dopo aver salutato Andreas andiamo in pista
«Non piace il fatto che state sempre insieme», mi sussurrò mentre stavamo ballando
«Non succede nulla, siamo solo amici...»
«Mi sei mancata, in questi giorni»
«Anche tu»
«Non vedo l'ora di ritornare insieme a Los Angeles», sorrisi. Ancora non gli avevo detto nulla della proposta che mi avevano fatto qua a Roma. Anche perché ancora dovevo prendere una decisione io per prima.

«Buona anno», esclamarono tutti quando l'orologio scoccò la mezzanotte. Era iniziato un nuovo anno. Non sapevo cosa mi aspettava, il futuro non mi spaventava.
Stavo cercando il mio fidanzato nei corridoi del teatro, non sapevo dove si era cacciato, quando dal camerino dei ragazzi vidi uscire una figura maschile barcollante, non riusciva a tenersi in piedi. Andai a dargli una mano e scoprì che era Andreas
«Quanto hai bevuto?», gli chiesi aiutandolo a mettersi in piedi
«Non sono ubriaco», biascicò. Cercai di portarlo nuovamente dentro il camerino per fare in modo che la figlia non lo vedesse in quelle condizioni, ma era davvero complicato. E Andreas non mi aiutava per niente.
«Dai Andreas, aiutami», dissi tenendolo in piedi
«Sei bellissima», disse accarezzandomi la guancia con la mano libera, dopo un po' riuscì a portarlo dentro e a farlo sedere su una sedia
«Non muoverti, vado a prenderti un bicchiere d'acqua», dissi, feci per uscire ma lui mi prese la mano
«Non andare, resta qua con me», e così mi misi vicino a lui
«Sono geloso», disse. Mi ripetei dentro di me che era l'alcool a farlo parlare e non era lucido in quel momento
«Smettila, Andreas»
«Sono stato un cretino quella sera a Los Angeles, dovevo rimanere»
«É andata così ormai, non era destino», eravamo soli, seduti vicini, i nostri sguardi si incrociarono e niente lui dopo prende il sopravvento e mi baciò, ricambiai senza nemmeno pensarci.
Mi vennero in mente tutti i ricordi che abbiamo avuto insieme. Tutto quello che abbiamo passato.
Ma capii che stavo facendo qualcosa di sbagliato, nei confronti di Julian. Non se lo meritava
«No, Andreas aspetta...»,dissi fermandomi
«Scusami, non so che cosa mi sia preso»
«Meglio che vada», mi alzai e lui dopo di me
«Non volevo, ma ero sicuro di quello che facevo», mi disse prima di lasciarmi andare
«Che non si ripeta, ora sono fidanzata e sto bene», e poi uscii dal camerino e mi incontrai con Julian, «Ehi ma dov'eri? Ti stavo cercando», mi disse
«In bagno, sono stanca andiamo via?», gli chiesi
«Okay», mi prese per mano e poi ritornammo alla festa, mi voltai verso il camerino e Andreas era appena uscito, i nostri sguardi si incrociarono appena ma dopo distolsi lo sguardo. Non dovevi ricadere di nuovo.
Se non aveva funzionato cinque anni fa, ci sarà stato un motivo.

N/A
Scusate, per l'attesa

Non Ho Mai Saputo Fingere [Andreas Muller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora