Epilogo

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#dueannidopo

«Dai Virginia, muoviti che arriviamo in ritardo»,dissi dal salotto
«Arrivo», scese le scale e poi uscimmo di casa per andare alla gara di danza.

Vi starete chiedendo cosa è successo in questi due anni nella nostra vita.
Beh... dopo il matrimonio c'eravamo trasferiti a Milano dove avevano preso un'appartamento grande per tutti e quattro.
Andreas aveva abbandonato la sua carriera di ballerino per dedicarsi alla famiglia. Era stata una sua decisione, io ero molto a sfavore ma non mi aveva dato molto ascolto. Aveva iniziato a insegnare danza in una scuola dove andava anche Virginia, e ogni tanto però faceva anche qualche stage.
Mentre io avevo continuato la mia carriera, ed ero stata ingaggiata come ballerina al teatro della Scala. Un sogno di una vita.

«Agitata?», chiesi a Virginia mentre parcheggiai la macchina di fronte alla palestra, non mi rispose ma la vidi che si stava mangiando le unghie, scesi dalla macchina e dopo aver preso la borsa mi accorsi che non era scesa dalla macchina, andai ad aprire lo sportello
«Che ti prende?»
«Ho paura di dimenticarmi i passi»
«Non succederà vedrai»
«E se sbaglio tutto?»
«Tu sarai bravissima, e spaccherai tutto»
«E se vi deludo?»
«Non ci deluderai mai, anche se dovessi sbagliare. Sei sarà sempre la migliore per noi», spostandole un ciuffo di capelli dietro le orecchie «Andiamo? Che papà ci aspetta», dissi, annuisce e poi scese, mi prese la mano ed entrammo nella scuola di danza dove c'erano bambine che si stavano preparando e altre, già pronte, si stavano riscaldando.
Quando vedemmo Andreas, che stava discutendo con il presentatore, lo chiamai quando quest'ultimo se ne andò, si voltò verso di noi e ci raggiunse
«Allora? Perché ci avete messo così tanto?», chiese
«Qualcuna è agitata-, risposi, -Ma Edward dove sta?», chiesi
«É di là, insieme alla mia aiutante». Se ve lo state chiedendo, Edward era il nostro secondo figlio, che adesso aveva due anni.
«Andiamo a cambiarci?», chiese a Virginia, che era ancora agitata e non riusciva a dire e a fare nulla, per questo Andreas la prese in braccio e la portò dietro per fare quattro chiacchiere e tranquillizzarla. Era sempre stato bravo in questo. Mentre io andai da Edward, «La mamma é arrivata», dissi e lui corse verso di me abbracciandomi, gli accarezzai i capelli. Mentre Virginia aveva voluto iniziare la danza, invece Edward non aveva questo interesse, a lui interessava il calcio. Da un lato ero contenta, che si era appassionato ad altro.
«Andiamo a sederci sugli spalti per vedere la sorellina ballare?», gli chiesi
«Si», e cosi lo presi in braccio e dopo aver ringraziato e salutato la collega di Andreas, andammo a sederci sugli spalti in attesa che iniziasse la gara.

Dopo la gara, dove si era aggiudicata il terzo posto, andammo tutti a mangiare al McDonald per festeggiare. Non volevamo che mangiassero questo tipo di cibo ma ogni tanto, facevamo questo tipo di eccezione. Anche perché oggi era un giorno speciale.
«Sei contenta perché com'è andata la gara?», chiesi a Virginia mentre aspettavamo che Andreas prendesse il cibo alla cassa
«Si, felice di non avervi deluso»
«Ma tu non ci deludi mai», sistemandole i capelli «Papà,sta arrivando», dissi
«Mamma, bagno io», mi disse il piccolo Edward
«Ora? Non riesci a tenerla e la facciamo dopo»
«No»
«Allora andiamo», ci alzammo dal tavolo in concomitanza con l'arrivo di Andreas «Andiamo in bagno, facciamo veloce», gli dissi
«Okay... sbrigatevi altrimenti qua finisce tutto», scherzò.
Ci dirigemmo verso il bagno dei maschi, «Ce l'hai fai da solo o devo venire anch'io?», gli chiesi
«Vieni anche tu», prendendomi la mano e mi tirò verso il bagno dei maschi. Non c'ero mai entrata e, non aveva niente di diverso da quello delle donne. Era solo un pochetto sporco, ma vabbè.
Sperai davvero che in quel momento, non c'era nessuno ma non era così, perché dal toilette uscii un ragazzo
«Ho sbagliato io o sei tu quella che è nel bagno sbagliato?», mi chiese
«Sono io che sono in quello sbagliato,ma sono qui perché il mio bimbo deve andare in bagno»
«Quello è tuo figlio? Pensavo fosse tuo fratello»
«Invece no», dissi, chiamai Edward e poi entrammo nel toilette e gli feci fare la pipì.
Quando ritornammo al tavolo, c'erano un gruppo di ragazze che stavano parlando con Andreas
«Ciao», dissi, le ragazze mi guardarono ma non dissero niente, salutarono Andreas e poi se ne andarono via, «Ma chi erano quelle?», gli chiesi
«Delle mie fan, mi hanno riconosciuto e mi hanno chiesto una foto»
«Ecco perché mi hanno guardato male»
«Dai, non è vero...non ti odiano»
«No, proprio per niente», dissi prendendo il panino, diede l'Happy Meal ai bambini mentre noi due avevamo il menù Crispi Bacon.
Mangiammo come una famiglia felice, ridendo e scherzando. Andreas mi faceva qualche scherzetto per farli ridere ma finivamo sempre per darci un bacio. Eravamo davvero una famiglia, come quella che avevo sempre desiderato da piccola.

Non si può scegliere chi amare, ma può durare per sempre.

Fine❤

Non Ho Mai Saputo Fingere [Andreas Muller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora