Capitolo 34

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Era la vigilia di Natale, e quella sera sarebbero venuti a cena da noi il fidanzato di mia madre con i suoi due figli.

Avevo passato tutta la mattinata ad aiutare mia madre a cucinare e mettere in ordine la casa. Voleva fare una bella impressione con il suo fidanzato.

«Dai mamma qua finisco io, tu intanto vai a prepararti», le dissi mentre stava finendo di cuocere la lasagna
«Va bene, sono così agitata...e se va tutto male?»
«Non andrà male fidati..su vai», così andò in camera sua mentre io rimasi in cucina ad aspettare che si cuocessero le lasagne, che aveva preparato con tanto amore.

Avevo appena tirato fuori l'ultima teglia quando apparve mia madre alla porta della cucina, con un vestito rosso lungo ma non troppo, e i capelli piastrati. Sembrava un'altra donna.
Wow, mamma sei uno splendore...se questo Erik ti fa questo effetto, è quello giusto...non ti vedevo così elegante da quando papà se ne è andato», dissi
«Grazie, sei un'amore»
«Qua è tutto pronto, le lasagne sono calde, le ho appena fatte uscire dal forno»
«Okay»
«Vado a lavarmi anch'io...a che ora arrivano gli invitati?»
«Gli ho detto di venire alle otto e mezza»
-Perfetto, ho un oretta per prepararmi-, andai per farmi la doccia.

***

«Ciao, io sono Azzurra..la figlia», dissi presentandomi ad Erik, il fidanzato di mia madre. Era carino. Un classico cinquantenne, sbarbato.
«Immaginavo, tua madre mi ha parlato molto di te...non vedevo l'ordine di conoscerti, ma mi aveva detto che eri in America»
«Si, a Los Angeles»
«Ah loro sono Lorenzo e Gabriele, i miei due figli-, presentandomi i due ragazzi che stavano alle sue spalle. Lorenzo era più grande di me, mentre Gabriele aveva la mia stessa età
«Ciao», dissero loro, salutai con la mano.
Dopo le varie presentazioni, li feci accomodare in salotto, e poco dopo arrivò mia madre con l'aperitivo
«Ben arrivati», disse appoggiandolo sul tavolo al centro del salotto e poi diede un bacio ad Erik. Devo ammettere che facevano una bella coppia.

La serata era stata dei migliori, Erik era davvero simpatico, e da quello che  avevo dedotto  da  questa sera era che non aveva cattive intenzioni con mia madre.
Anche i suoi figli non erano cattive persone, sono simpatici. Lorenzo, ha 27 anni e si era appena laureato a giurisprudenza mentre Gabriele era all'ultimo anno di Lettere, e spera dopo di diventare un insegnante di italiano.

Mentre stavamo fuori in terrazza  a conoscerci meglio, mi arrivò un messaggio, era da parte di Andreas
Auguri di Buon vigilia e anche di buon Natale❤
Gli risposi: grazie anche a te, e alla piccola Virginia.
«Quindi tu balli?», mi chiese Lorenzo
«Si»
«Io sono un pezzo di legno quando vado in discoteca»
«Dai non ci credo...ma che ha tuo fratello?», chiesi vedendo che stava al telefono discutendo
«É in lite con la sua ragazza, non sanno cosa fare a capodanno...lui vuole qua e festeggiare tutti insieme mentre lei vuole partire»
«Troveranno un compromesso»
«Tu invece che farai?»
«Arriva il mio fidanzato da Los Angeles, e faremo insieme e con degli amici di qua», uscirono in terrazza mia madre ed Erik, «Ragazzi, dobbiamo andare», disse il padre.
Così più tardi, se ne andarono tutti quanti.
«Allora? Che impressione ti ha fatto?», mi chiese mentre la stavo aiutando a sistemare la cucina
«Mi piace e da quello che ho visto non ha cattive intenzioni»
«Sono felice che ti piaccia...anche tu piaci molto a lui». Dopo aver finito di pulire, le diedi la buonanotte e poi andai in camera.

Il giorno di Natale lo passammo con mia nonna nella sua casa a Roma perché lei non era grado di venire.

Dopo il pranzo, decisi di fare una passeggiata nel parco sotto casa, arrivai a una panchina mi sedei e pensai a tutto quello che era cambiato nella mia vita.
Avevo una vita a Los Angeles. Un fidanzato che mi amava lì, facevo ciò che amo.
Mentre ero immersa nei miei pensieri, mi arrivò una pallonata in testa,
«Ahia», dissi, toccandomi la zona che mi aveva colpito
«Scusami, non l'ho fatto apposta», mi girai verso la voce e vidi che era Andreas
«Ehi»
«Ehi»
«Sei qua con tua figlia?», aveva sempre pensato che fosse un bravo papà
«Si, ti vuoi unire a noi?-»
«Ma siete voi due...non mi sembra giusto»
«Ma dai, vieni... Virginia è contenta di vederti. Le sei piaciuta l'altro giorno»
«Okay», così presi la palla e insieme raggiungemmo Virginia, la salutai e lei ricambia
«Posso giocare anch'io con voi?», le chiedo, fece si con la testa e così le passai la palla.

Passammo il più bel pomeriggio della mia vita dal mio ritorno a Los Angeles,
«Sono stata bene oggi», dissi mentre mi riaccompagnava a casa di mia nonna
«Anch'io»
«Se vuoi, ci possiamo rivedere uno di questi giorni»
«Certo, che mi va», stavamo in piedi uno davanti all'altro a guardarci negli occhi, «Azzurra...», stava per dire quando viene interrotto dal mio telefono che squillò
«Scusami», lo presi dalla tasca e notai che era Julian, prima di rispondere salutai Andreas con un bacio sulla guancia, quasi all'angolo della bocca
«Ci sentiamo, allora»
«Si», e rientrai in casa quando ero nell'ascensore risposi al telefono,
'Ehi, mi stavo preoccupando...tutto bene?'
'Si, ero solo con mia madre e mia nonna'
'Come sta andando lì a Roma?'. Da quando stavamo insieme, aveva imparato a parlare l'italiano, un po' grazie a me ma un po' anche frequentando un corso per impararlo.
'Bene, dai'
'Mi manchi, non vedo l'ora di essere lì'
"Anch'io', mia madre mi stava chiamando e cosi salutai Julian e la raggiunsi
«Tieni, prendi», dandomi un vassoio con dentro gli avanzi del pranzo, poi salutai mia nonna e andammo a casa. 

Non Ho Mai Saputo Fingere [Andreas Muller]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora