Capitolo 42

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Federico se ne restava in macchina a fissare fuori dal finestrino gli alberi che scorrevano dietro di loro.
La musica a bassa voce risuonava nella macchina e una leggera brezza entrava all'interno a causa dei finestrini semiaperti.
Erano le dieci di sera e la città era stracolma di ragazzi e gente ancora in giro per le strade sotto le luci dei lampioni.

<<Federico>>lo richiama Benjamin dopo minuti interi di silenzio.

<<Non voglio parlarne>>lo frena subito il biondo già sapendo a cosa volesse arrivare Benjamin.

<<Ma dobbiamo>>

<<Riportami semplicemente a casa>>si limita a dire il biondo continuando a guardare fuori dal finestrino.
Benjamin rimane in silenzio e continua a svoltare vari angoli fino a fermarsi dopo poco.
Federico alza un sopracciglio non riconoscendo quel luogo,sicuramente non era la strada di casa sua.

<<Ok>>sospira il moro spegnendo il motore e voltandosi completamente verso Federico. <<Dobbiamo davvero parlare>>dice più duro facendolo risultare un ordine e solo in quel momento il biondo si volta verso di lui guardandolo intensamente.

<<Ok parliamo>>dice freddo incrociando le braccia al petto.

<<So che sei arrabbiato e confuso per ciò che ha detto mio padre>>

<<Se lo sai allora che senso ha parlarne?>>

<<Come che senso ha? Hai il muso lungo e vederti così a me non va>>

<<Dimmi per quale assurdo motivo mi hai presentato come un amico,spiegamelo Benjamin perché io proprio non riesco ad arrivarci>>

<<Mio papà è antico ok?>>dice facendolo solo sbuffare. <<Ti avrebbe messo in ridicolo e offeso e io non l'avrei sopportato>>

<<So difendermi benissimamente Benjamin e cazzo questa non è una motivazione valida,sei solo un cagasotto che non ha il coraggio di dire che hai un cazzo di ragazzo!>>urla e prima che Benjamin potesse replicare il biondo riprende nuovamente il discorso. <<Io non ti capisco,non capisco ciò che dici o fai,non capisco queste cazzate che continui irrimediabilmente a fare,io proprio non capisco. Ecco perché non volevo parlarne perché sapevo che sarei scoppiato e te lo chiedo Benjamin, te lo dico con tutta la sincerità del mondo,perché?>>

<<Te lo appena finito di dire>>

<<È questo ciò che mi fa incazzare di più! La tua continua strafottenza!>>

<<Non sono strafottente ma di ripetere le cose due volte non mi va>>

<<Sei un bambino>>spura fuori Federico. <<Sei un bambino immaturo che non vuole crescere che proprio non ci arrivi alle cose e dopo inizierai a piangere quando perderai qualcosa di importante>>dice duro. <<Riportami a casa>>ordina ritornando a fissare fuori dal finestrino.
Benjamin si limita a rimanere in silenzio e fare come gli era stato chiesto.

~

Ci sono tanti modi per svegliarsi la mattina ma quello era stato sicuramente il peggiore per il giovane ragazzo che riusciva a malapena a riscaldarsi il latte.
Quella mattina il sole era alto in cielo e caldo che riscaldava la casa diventata troppo calda.
Aveva deciso di non andare a scuola,non aveva voglia e non aveva chiuso occhio per tutta la notte a causa dei continui rumori che provenivano dalla gente del piano di sopra,presto gli sarebbe arrivata una bella ramanzina da parte del ragazzo.
Aveva spalancato tutte le porte,tutte non rimanendola nessuna chiusa,faceva troppo caldo e il ventilatore in quel momento sembrava anche esso emanare dell'aria calda.

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