Capitolo 64||Jacopo||

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Oggi parto per Parigi e poi tra pochi mesi lascerò Milano per andare a Roma da mio zio che ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto. Vorrei proporre a Matilde di trasferirsi con me.Io la amo.Suonano al campanello e vado ad aprire.

"Matilde, amore mio!"

"Dobbiamo parlare."

"Esatto."

Dal suo volto leggo tristezza e rabbia.

"Perché non mi hai detto che Cara era incinta?"

"Perché me lo ha detto ieri e poi ho promesso di non dirlo a nessuno."

"Nemmeno alla tua ragazza?"

"Non mi sembra una cosa tanto grave!"

"Invece lo è perché tu mi tradivi con Cara di nascosto."

Scoppio a ridere.Matilde pensa che sia il padre del bambino.Riprendo fiato e i miei polmoni smettono di farmi male.

"Perché ridi?"

"Perché il bambino è di Michele."

"Non ti credo."

"Puoi chiedere a Cara se non ti fidi!"

Mi avvicino a lei e la guardo incantato dalla sua bellezza semplice.Lei si ferma di parlare ed io mi avvicino sempre di più per baciarla.

"Come fai ad essere così?"sussurro.

"Così?" 

"Così dolce e sexy."

La sua pelle rabbrividisce improvvisamente.Poggio le mie labbra sulle sue.Sento una porta spalancarsi.

"Jaco....."

Cazzo!

Mi ricompongo e mi volto.Ho le guance a fuoco.

"Mamma dovevi bussare!"

"Scusa tesoro. Ciao Matilde!"

Matilde fa un cenno con la mano ed è anche lei molto in imbarazzo. Mamma prende una camicia blu e lascia la stanza.

"Scusa ma stiamo facendo le valigie perché andremo a Parigi oggi stesso."

"Perché?"

"Perché Camilla deve esibirsi domani in un teatro di Parigi."

"Le auguro buona fortuna!"

"Sono fiero di lei."

La stringo forte a me e la bacio sulla guancia.

"Amore mio..."sussurro.

"Ti amo."

"La donna con cui voglio fare dei bambini sei tu."

Jacopo devi farle quella proposta!Dai sù!

"Tra un paio di mesi vorresti partire con me per Roma così non dovremmo stare lontani?"

La sua espressione cambia e anche il suo colorito.Spero che accetti....

"Si può stare lontani a diciassette dalla propria famiglia?"

"Ma è solo per nove mesi!"

"Mi dispiace..."

Sento una forte rabbia evadere il mio corpo ma allo stesso tempo sento una grande tristezza e delusione.
Lei lascia la stanza.

"CAZZO!"grido colpendo il muro.

( Tre mesi dopo.)

Sono le 7:30 del mattino , tra un po' devo prepararmi per andare a scuola.Oggi ho la verifica sulla circonferenza ed io non ho aperto libro , però so che Filippo mi aiuterà stando online su whatsup e suggerendomi la risposta. Sono sempre un fenomeno in matematica ma sta volta non ci ho capito un cazzo.

"Jacopo devi farti la doccia , vestirti e andare a scuola , chiaro?"

"Lo so , papà."

Mi alzo dal letto con fatica e prendo dei vestiti dall'armadio.
Mi chiudo in bagno , mi spoglio e mi infilo nella doccia.

"Fanculo!"

Ho dimenticato di prendere il sapone!Devo chiamare mio padre per farmelo passare.

"Papà!"

"Si?"

"Mi passi il sapone?"

Mi porge il sapone ed io lo afferro tra le mani.

(08:25)

Corro verso la mia classe e per fortuna non c'è il professore quindi niente ritardo.

"Jacopo!"

"Ciao Simona!"

"Ieri sera ti ho visto in piazza fumare con i tuoi amici.Il fumo fa male..."

"Era una sigaretta elettronica, non fa male!"

"Cambiando argomento...Matilde?"

Rimango in silenzio. Purtroppo non contatto Matilde da molto tempo però mi sono reso conto che è stata colpa mia quando abbiamo litigato. Siamo giovani ed è normale che lei non voglia allontanarsi dalla famiglia. Ho intenzione di chiederle scusa oggi stesso.

"Ah giusto, è partita per il concorso e starà via per una settimana ,tu lo sapevi?"

"No..."

"Parteciperà ad un concorso insieme a Matilda, la sua 'tutor' o collaboratrice."

Ma io tra una settimana parto...

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