Capitolo 74||Jacopo||

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"E così ritorni a Milano a vivere la tua vita da popolare..."

"Raul vieni con me."

"Io sono un artista di strada , Jacopo!"

"E allora?Preferisci il lavoro a Cecilia?"

"Non mi perdonerà mai per averla abbandonata."

"Conosco Cecilia dall'elementari e so che perdona facilmente le persone."

"Eh va bene."

"Parti con me?"

"Si, John Travolta versione Biondo."

"Quanti nomignoli mi stai dando da quando ci conosciamo?"

"Almeno un centinaio!"

Mi sento leggermente agitato per domani.Rivedrò i dolci occhi di Matilde, riabbraccierò i miei amici e rivedrò le ragazze che mi corteggiano da quando avevo 6 anni.

"Sei preoccupato?"

"No , anzi sono felicissimo."

"Ci credo! Stai per rivedere i tuoi amici popolari , le ragazze tra cui la più speciale e poi qui a Roma sei stato promosso con 100 all'esame di stato."

"È stato un miracolo perché ultimamente ho studiato meno del solito..."

"E sono stata io la causa perché ti ho trascinato nei luoghi più belli di Roma."

"Mi sono divertito."

"A volte essere normale e non popolare ha i suoi vantaggi."

"Beh diciamo che ho conquistato anche qui i cuori delle ragazze che non sono niente male devo dire.Come si chiama quella ragazza con i capelli azzurro chiaro?"

Mi da una gomitata e scoppiamo a ridere.

"Scherzo!"

Messaggio da mamma:"Quando ti deciderai a ritornare a casa?Sono le due di notte."

"Oh Porca Puttana!"

"Quanta maleducazione!"scherza Raul.

"Dai non scherzare!"

"Devi andare?"

"Si."

"Fallo a ritmo di "Una vita in vacanza" che ti darà energia durante il cammino verso il castello della dinastia dei Blond."

Accendo Spotify e clicco sul singolo Una vita in vacanza e inizio a camminare verso....voglio scherzare anch'io, mi incammino verso il castello della dinastia dei Blond che di Blond ci siamo solo io e mio nonno in famiglia ma okay.
Mi volto per salutare Raul ma è sparito come un fantasma. Faccio spallucce.

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Oggi piove , sento l'odore della pioggia e mi riaffiora il ricordo di quel giorno in cui ho visto Matilde per la prima volta e sembra strano che un ragazzo pensi a cose amorose perché i ragazzi vengono sempre descritti come stupidi e tonti.

"BUONGIORNO FIGLIOLO!"

"Non gridare!"

"Scusami.Perso tra i pensieri?"

Scuoto la e sorrido. Prendo la mia valigia e quella di mia sorella che riconoscerei tra mille perché è viola e lei ama follemente il colore viola.

"Jacopo?"

"Giulia?"

"Tranquillo non voglio discutere ma volevo darti una cosa."

"Cosa?"

Tira fuori dalla borsa un porta fortuna a forma di lupo.Regalo tipico dei romani!

"Sei della Roma , no?"

"Già."

"La lupa ti porterà fortuna."

"Grazie Giulia..."

"Passa a trovarmi qualche giorno!" mi fa l'occhiolino.

"Contaci!" ricambio l'occhiolino.

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È giunta l'ora di andare alla festa ed io non vedo l'ora di rincontrare i miei amici e lei, la mia stella senza cielo.Il suo cielo sono io.

"Posso sistemarti la cravatta come quand'eri piccolo?"

"Ciao mamma. Certo."

Mia madre è adorabile. Ha i capelli lunghi e degli occhioni verdi meravigliosi.Oggi indossa un tubino rosso veramente bello.

"Mamma..?"

"Che c'è?"

"Sei vestita benissimo!"

"Grazie tesoro."

Le do un bacio tenero sulla guancia e lei mi da una accarezza.

"Vai a riprenderti Matilde."

"Si..."

"Sei preoccupato?"

"Ma no, no io non sono preoccupato."

"Sicuro?"

Guardo in basso e sorrido.Sono agitato ed ho paura e un vero uomo non avrebbe paura quindi devo calmarmi e andare convinto e sicuro alla festa, andare vicino a Matilde e parlare con lei.

"Jacopo stai gelando!"

"Io?Io starei gelando?Hahaha!"

"Stai bene?"

"Mamma devo andare."

Corro via.Michele e Thomas sono sotto casa mia.

"È tornato il Divo di Milano!"

"Bella Tommy!"

"Non chiamarmi più Tommy ma Tom , adesso ho diciotto anni e voglio essere chiamato da grande."

"Okay Tom."

"Bella fra!"

"Oh Michele!Ma questo saluto romanesco?"

"Veramente si usa in tutta Italia dire Ciao fra che vuol dire Ciao Fratello."

"Che ci racconti?"

"Beh....."guardo verso il cancello e faccio segno a Raul di venire.

Tom e Michele hanno la bocca spalancata nel vederlo nuovamente a Milano.

"Che ci fa lui qui?"

"Viene alla festa anche lui."

"E?"

"E adesso andiamo altrimenti faremo tardi."

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