Capitolo 11

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“Glielo diciamo a Niall di quello che è successo l’altro ieri?”, chiese Harry prendendomi per mano e avvicinandomi a sé pericolosamente.
Guardai la stanza 112 e dopo tornai a posare lo sguardo su quegli occhi verde cristallo, pieni di emozioni contrastanti. “Per ora no, non voglio che si preoccupi.”, gli dissi io abbassando lo sguardo.
Intrecciò le dita con le mie, scorrendo lo sguardo per tutto il mio fisico, lasciandomi piuttosto perplessa. “Harry ti prego”, sussurrai appena prima che mi lasciasse la mano e aprisse la porta.
Niall era lì, con gli occhi malinconici rivolti verso la finestra, mentre guardava un punto fisso del triste paesaggio fuori da quell’ospedale. Quando si accorse della nostra presenza i suoi cristalli si illuminarono e il sorriso si allargò. Spalancò le braccia aspettando che venissimo da lui per abbracciarlo, così il riccio mi diede la precedenza e mi gettai tra le sue braccia, affondando il viso nel suo petto. Mi era mancato quell’odore, era come se non lo vedessi da anni. Mi alzò il mento con un dito e mi avvicinò alle sue labbra, premendo per un bacio romantico.
 “Ciao principessa.”, disse con tono dolce, accarezzandomi la guancia. L’aveva fatto, mi aveva chiamato ‘principessa’, proprio come avevo sempre sognato, come avevo sempre sperato.
Harry tossicchiò da dietro, così mi allontanai e gli feci spazio, guardandoli abbracciarsi. Gli diede un bacio sulla guancia e si sedette sulla poltroncina accanto al letto. “Come stai Nialler?”, chiese il riccio prendendogli una mano e stringendogliela. Mi avvicinai anche io.
“Bene direi, non vedo l’ora che mi dimettono, così la smettete di dormire insieme!”, sbuffò ironicamente, ridendo poco dopo. Io e Harry ci scambiammo uno sguardo prima di fingere di ridere insieme a lui.
“Che vuoi che sia, non ci faccio mica l’amore!”, replicò il riccio dandogli una lieve pacca sul braccio, facendolo ridacchiare.
“Saresti morto se no!”, gli fece l’occhiolino e dopo spostò lo sguardo sul mio, vedendomi piuttosto preoccupata. Ero pensierosa, non smettevo di pensare a quello che era successo a casa mia due giorni prima, quando Louis aveva fatto irruzione e Harry mi aveva salvata. “Tutto bene Ross?”
Quando i miei pensieri furono interrotti dalla sua voce rialzai lo sguardo e incrociai l’azzurro dei miei occhi con il cristallino dei suoi. “Sì, tutto bene. Non vedo l’ora che ti dimettono anche io, così magari vieni tu a dormire a casa mia!”, replicai io leccandomi le labbra. 
Mi guardò malizioso, mordendosi il labbro inferiore. Harry grugnì, ma quando ci girammo verso di lui finse di tossire. Cercai di non badarci molto e tornai a studiare la perfezione di Niall.
Mi premeva dirgli che avevo baciato Harry, beh, baciato, uno a stampo, di sfuggita, ma avevo pur sempre toccato labbra diverse. Avrei voluto scoppiare in un pianto isterico mentre gli raccontavo quello che aveva fatto Louis di nuovo. Ma dovevo trattenermi almeno finché si fosse ripreso, volevo pensare alla sua salute prima di tutto.
“Harry..”, Niall chiamò timido il suo amico che gli prese la mano e lo guardò in attesa delle sue parole, “Per caso hanno chiamato i miei?”, chiese mordendosi il labbro e diventato improvvisamente rosso di guance.
Uno sguardo pieno di compassione attraversò gli occhi del riccio, guardandolo dolcemente. “No, piccolo, non hanno chiamato.”, rispose cauto con la sua voce roca e tranquilla.
Un tuffo al cuore quando il biondo abbassò lo sguardo triste, pensando a chissà cosa. Era deluso dai suoi genitori, avrebbe voluto che lo chiamassero almeno per sapere come stava, invece sembrava che non si erano interessati minimamente della sua salute. E quando lui stava male stavo male anche io.
Niall fece spallucce e abbozzò un sorriso. “Non importa.”, disse cercando le mie mani, intrecciando le dita con le mie quando le trovò. Avvicinò il dorso della mano alle labbra e lo baciò, senza smettere di sorridere. Era così dolce.
“Scusate, è un po’ tardi, dovreste andare! Potete tornare domani!”, la voce dell’infermiera ci fece sobbalzare, rovinando quel momento bellissimo. Ci voltammo tutti verso di lei, guardandola quasi preganti. Eravamo arrivati troppo tardi perché mio padre era arrivato tardi dal lavoro e non aveva fatto in tempo ad accompagnarci prima. Purtroppo eravamo stati in compagnia del biondo solo per dieci minuti, ma meglio che niente.
Ci alzammo e Harry si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia, seguito da un ‘torneremo domani’, poi mi avvicinai io e gli stampai un bacio sulle labbra. Mi tirò per il polso quando stavo per allontanarmi, avvicinando le labbra all’orecchio. “Ti amo Ross”, sussurrò appena, baciandomi il collo proprio sotto l’orecchio.
Sobbalzai e sgranai gli occhi: lo vidi sorridere mentre io non smettevo di essere felice. “Ti amo anche io Niall!”, esclamai guardandolo con già le lacrime agli occhi. L’aveva detto, aveva detto di amarmi e finalmente io potevo dire di provare lo stesso.
Mi allontani tastandomi le labbra, risentendo il suo sapore addosso, ripetendomi quelle parole nella testa. La sua voce dolce nel dirlo, ‘ti amo Ross’, mi rimbombava nella mente. Ero pazza di lui, ormai era così certo. Volevo fare l’amore con lui di nuovo, mi mancava il contatto con il suo corpo, mi mancava poterlo sentire dentro di me, con me, come una cosa sola.
Con la macchina di papà tornammo a casa, io con tanta speranza e il cuore che traboccava, Harry con tanti pensieri e la mente affollata.


Harry rimase a fissarmi a lungo mentre io scrivevo sul mio quadernino il nome del biondo, ricoprendolo di cuori e incorniciandolo di frasi dolci. Ero innamorata e si vedeva, non smettevo di sorridere. “Ma perché non smetti di sorridere?”, chiese Harry guardandomi con la testa piegata da un lato.
Posai il quaderno sul letto e lo guardai con un sorriso malizioso. “Mi ha detto che mi ama.”, risposi io portando le mani al cuore e ripensando ancora alle sue parole.
Harry sprofondò, accigliandosi. “Smettila Ross.”, disse alzandosi in piedi e avvicinandosi velocemente al mio letto, salendo e mettendosi a gattoni vicino a me. La distanza che divideva i nostri visi era veramente poca, stavamo mischiando il respiro.
“Di fare cosa?”, deglutii quando realizzai che era fin troppo vicino. Mi attaccai con le spalle al muro, ma ero ancora troppo vicina a lui. I suoi occhi verdi si scurirono improvvisamente, bucandomi fino ad arrivare alla mia anima. “Avevi detto che ci meritiamo di stare insieme, non voglio che sei geloso di me, lui è il tuo migliore amico..”, iniziai a dire io.
Mi bloccò poggiando un dito sulle mie labbra. Scosse la testa. “Non sono geloso di te, sono geloso di lui.”, replicò guardandomi sgranare gli occhi. Mi leccò la punta del naso, facendomi rabbrividire di conseguenza. Non potevo crederci, era davvero disposto a fare incazzare il suo migliore amico per potermi avere?
Gli poggiai le mani sul petto. “Smettila Harry, è il tuo migliore amico, non ti permetterò di tradirlo.”, gli dissi seria, allontanandolo.
Lui aggrottò la fronte e si mise a sedere davanti a me, incrociando le gambe. Sospirò triste. “Hai ragione Ross, Niall è il mio migliore amico e non voglio farlo soffrire. Ma ora capisco quando diceva che era impossibile starti lontano.”, iniziò a giocare con una ciocca dei miei capelli, guardando le mie labbra malinconico.
Il mio cuore aveva preso a battere all’impazzata, tremavo, non capivo cosa mi stava succedendo. Harry era uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto, ma non potevo lasciarmi trasportare da lui, io ero innamorata del mio angelo e mi ero ripromessa che non l’avrei mai fatto soffrire, che avrei fatto di tutto per renderlo felice. Harry doveva smettere di starmi addosso in quel modo, per il bene di tutti.
“Non metterti contro di lui.”, gli dissi guardandolo con compassione. Sapevo cosa voleva dire quando ti piaceva una persona che non ricambiava e capivo quello che provava. 
Sospirò e si sdraiò. “Uffa Ross! È difficile.”, sbottò mettendo le braccia sotto la testa e fissando il soffitto vuoto.
Mi sdraiai accanto a lui, di fianco per guardarlo meglio. “Fallo per lui.”, replicai a bassa voce, accarezzandogli istintivamente un riccio. 
Si voltò di scatto quando mi ritrassi. “Però ti piaccio anche io, vero?”, si leccò le labbra, un tic che aveva e che faceva spesso.
Sgranai gli occhi e mi appiccicai al muro. “Amo Niall.”, lo spinsi nel materasso a terra dove dormiva di solito e mi sdraiai completamente sul mio letto a pancia in su.
Prima Niall tornava a casa e meglio era, non potevo più stare in quelle condizioni con Harry, poteva succedere qualcosa di pericoloso e io non volevo far soffrire Niall per nessun motivo, soprattutto per via del suo migliore amico. Si fidava di noi e tradirlo non avrebbe avuto senso dopo tutto quello che aveva fatto per noi.
Presi il cellulare e gli inviai un messaggio. 
“Ora posso dirlo tranquillamente: ti amo Niall Horan, ti penso giorno e notte, fai parte di me.”, soddisfatta lo posai sul letto e lo sentii vibrare subito dopo.
“Ti amo anche io Ross Gates e voglio urlarlo al mondo! Sei mia.”, rispose nel messaggio. Un sorriso si increspò nel mio viso, illuminando il volto: ero sua e basta.
Non ci avrebbero separati, non volevo allontanarmi dall’angelo che mi stava salvando dalla mia depressione. Non era vero che avevo smesso di pensare alla mamma, ma almeno avevo ricominciato a vivere, era molto tempo che non mi tagliavo più e questo solo per quel biondo dagli occhi scintillanti e il sorriso meraviglioso, anche se un po’ interrotto da quell’apparecchio. Era stupendo, non c’era niente da dire di più.

Wrong || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora