Capitolo 14

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Intrecciai le dita con quelle di Niall, continuando a camminare lenta. Ogni tanto dalla sua bocca usciva un gemito per un dolore alla caviglia, ma lo nascondeva bene sorridendomi. Sapevo che quella gamba, nonostante il gesso fosse tolto, gli faceva ancora male, ma lui voleva sempre pensare prima a me e per ultimo a sé.
“Stasera Harry ha un compleanno e dormirà da un amico, quindi abbiamo la casa libera.”, disse malizioso leccandosi le labbra, poi avvicinandosi al mio collo e stampandomi una scia di baci.
Sorrisi per il gesto, facendomi solleticare la pelle dai capelli scomposti del biondo. “Non vedi l’ora, eh?”, replicai io fermandomi e alzando le punte per raggiungere le sue labbra, baciandogliele per poi succhiargli il labbro inferiore. Gemette per quel dolore piacevole.
“Tu no?”, riposò le labbra sulle mie, approfondendo quel bacio per renderlo uno dei nostri migliori. Intrecciai le braccia intorno al suo collo, affondando una mano tra i suoi capelli e inondando le narici del suo buon odore. Cinse la mia vita e mi avvicinò a sé ancora di più, facendo sbattere il suo bacino ossuto contro il mio. Fece scivolare la lingua dentro la bocca, rincorrendosi con la mia come se fosse un gioco. 
Quando staccammo le labbra riprendemmo fiato, ci guardammo intorno e notammo qualche bambino che aveva smesso di giocare per fissarci e per studiare i nostri movimenti, mentre altre persone ci guardavano con gli occhi dolci. Niall mi baciò il collo e rise, prendendomi per mano e trascinandomi via da quel pubblico.
Uscimmo dal parco per dirigerci verso la Range Rover nera. Aprì la portiera per farmi entrare e la richiuse subito dopo, mettendosi al posto del guidatore. Era uscito da due giorni e già guidava, faceva un sacco di cose, compresa la palestra, però aveva deciso di sospendere ancora le lezioni a scuola. Non avevo mai visto un ragazzo forte come lui, persino i dottori l’avevano detto.
Sgommò via di lì per raggiungere nel giro di cinque minuti la sua villetta che condivideva con Harry. Parcheggiò la macchina in garage e mi aiutò a scendere, per poi accompagnarmi lungo il vialetto che avrebbe portato direttamente dentro casa.
Era la seconda volta che venivo a casa sua e sembrava pure più grande di quanto mi ricordassi. Ma che se ne facevano di quella mega abitazione se alla fine erano solo in due ad abitarci?
Niall sembrò leggermi nel pensiero. “Qui ci facevamo sempre le feste, ecco perché l’abbiamo presa grande. Nell’ultimo anno però abbiamo rallentato e siamo rimasti io e lui.”, disse facendo un sorriso, un sorriso meraviglioso di cui feci una fotografia mentale.
In quel momento una cascata di ricci castani fece capolino all’ingresso super illuminato, facendo brillare i suoi ora accesi occhi verdi, che contrastavano l’azzurro cristallo del biondo accanto a me. “Siete tornati presto!”, esclamò lui guardando l’orologio e piombandosi su di noi per abbracciarci forte. Ci diede un bacio sulla guancia a testa e finse un sorriso esagerato.
“Harry sono le otto, non direi che siamo tornati tanto presto!”, replicò Niall ridendo e lasciando il mio fianco per gettarsi e sprofondare nell’infinito divano bianco che c’era nel salone. Accese la televisione e diede due colpetti accanto a lui per indicarci di sedersi vicino a lui. “Aspetta! Harry prendi gli haribo?”, chiese con la sua tipica faccia angelica fermando il riccio che stava per sedersi alla sua destra. Quando mi sedetti io Niall mi circondò le spalle con un braccio.
Il riccio sbuffò e andò nell’altra stanza, lasciandoci da soli per un po’. Appoggiai le mie gambe sopra le sue e iniziai a baciargli il collo, sotto l’orecchio, la guancia e per finire le labbra, approfondendo quel bacio che di casto aveva ben poco. Ci desideravamo e non vedevamo l’ora di poterci riavere come quel pomeriggio. Dovevamo tenere duro finché Harry fosse andato via.
“Ross! Vieni un attimo per piacere?”, urlò Harry dalla cucina, facendomi sobbalzare.
A malavoglia mi staccai dalle labbra ipnotizzanti del biondo e sbuffai mentre mi alzavo per raggiungere a passo pesante la cucina. Mi meravigliai ancora per l’enorme stanza e vidi Harry che aveva buttato a terra praticamente tutte le caramelle. “Hai le mani di burro per caso?”, ironizzai io piegandomi e aiutandolo a raccoglierle.
Mi lanciò un’occhiataccia e mi prese per i polsi, trascinandomi dall’altra parte fino ad attaccarmi al muro. Mi prese alla sprovvista e mi afferrò per le cosce, alzandomi e costringendomi ad allacciare le gambe intorno i suoi fianchi. “Ma che fai?”, cercai di liberarmi mentre mi teneva ferma per le gambe, stringendomi contro il suo corpo. Inutile, era più forte di me.
“La smetti di sbaciucchiarti con Niall davanti a me? Lo sai che sono geloso.”, disse con uno sbuffo, abbassando la voce fino a renderla più roca del solito. I suoi occhi erano opachi, come tutte le volte che era triste o sconsolato.
Lo guardai male. “È il mio ragazzo, è normale che lo bacio!”, replicai io guardandolo avvicinare il viso sempre di più al mio, fino a rendere la nostra distanza quasi inesistente. Deglutii rumorosamente quando il suo naso sfiorò il mio. Il suo sguardo era fisso sulle mie labbra e per un attimo rimasi impalata a fissargli quegli occhi bellissimi. Feci salire una mano lungo i suoi ricci, stringendoli in un pugno per avvicinare di un millimetro la sua testa.
“Ragazzi? È tutto okay di là?”, urlò Niall dal salone, facendomi sobbalzare. Per un attimo non mi ero nemmeno resa conto di quello che stava facendo, ma che diavolo mi era preso?
Harry mi fece scendere e iniziò a raccogliere velocemente le caramelle. “Tutto okay, Harry ha fatto cadere le caramelle!”, risposi io con il tono più normale possibile.
Lo aiutai a finire e mettemmo tutto dentro una ciotola per ritornare in salotto e sederci ai lati del biondo che ci fece un sorriso smagliante. Circondò di nuovo le mie spalle con un braccio e fece lo stesso con Harry dall’altro lato. 

Wrong || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora