Capitolo 7

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Mi sveglio che è già buio fuori,cosi leggermente stordita e con la testa dolorante per il pianto fatto poco prima di addormentarmi mi alzo dal letto e prendo il cellulare staccandolo dalla presa. Pensando ad Aaron e a tutti i problemi che stanno investendo la mia vita e quella dei fratelli Black come un fiume in piena che non ha alcuna intenzione di fermare la sua corsa faccio il numero di Leo,mi risponde dopo tre squilli "Ehi piccola peste" mi chiama sempre cosi quando litighiamo e si sente in colpa,sorrido leggermente "perdonami ti prego,so che ora sai e devi capire che non potevo semplicemente lanciarmi a casa tua e darti questa notizia,avevo anche io bisogno di assimilare il tutto prima di dirlo." inizia a parlare lui senza sosta,lo fa sempre quando è mortificato e nervoso "ehi ehi paroliere stoppati,è tutto apposto,sei perdonato anche se avrei preferito saperlo da te anzichè dovermici scontrare a muso duro ma è tutto ok ora,voglio solo poterti vedere,possibilmente in un luogo neutrale dove non ci sia tu sai chi nei paraggi" gli dico io sentendolo sospirare dall'altra parte. "al momento l'unico luogo neutrale è la scuola,ma sarebbe capace di raggiungermi persino li piccola." mi dice lui mortificato e con una punta di acidità rivolta a suo padre. "Non ti lascerà andare vero?" gli chiedo io di rimando,un altro sospiro "Sa perfettamente come sono i suoi figli,sa che non c'è redenzione per lui nel mondo di Nate,ma io su questo non sono poi tanto diverso da lui...solo che,vuole che lo ascolti" mi dice "senti posso parlartene domani con calma a scuola? troverò il modo per rimanere solo con te senza nessuno in mezzo ma ora devo proprio andare." mi dice continuando il suo monologo. "D'accordo,non ti preoccupare. Stai bene quindi?" chiedo io "si insomma credo di si...devo scappare Kath,a domani. "A domani Leo" gli dico io prima di mettere giù.

Cavolo ho decisamente bisogno di una doccia in questo momento,afferro l'intimo pulito dal cassetto e mi fiondo sotto la doccia. Dopo 10 minuti esco dalla doccia e mi metto l'accappatoio per asciugarmi,mi pettino i capelli e li strizzo per bene,non ho voglia di asciugarli quindi li lascio bagnati sulla schiena, tolgo l'accappatoio e mi metto l'intimo per poi correre in camera a piedi nudi,vado verso l'armadio e cerco una maglia lunga da mettere,trovo la sua...e non posso che afferrarla e avvicinarla al mio viso per poterne sentire il profumo che però è ormai svanito...il tempo mi ha portato via tutto di lui,persino l'odore della sua colonia che mi faceva sempre tremare le gambe quando mi girava intorno. La infilo senza esitazione e decido di mettermi solo questa perchè tanto è cosi grande che mi fa da vestito. "lo faccio anche io molto spesso" mi sento dire alle spalle da una voce profonda che potrei riconoscere tra mille,mi spavento lo stesso e mi poso una mano sul petto saltando "cazzo Nate mi hai fatto prendere un colpo al cuore! non farlo più o la mia salute potrebbe risentirne" gli dico io rimanendo bloccata sul posto a fissare il suo bellissimo viso illuminato dalla luna " i tuoi genitori?" chiede indicando con gli occhi la porta della mia camera "tranquillo non ci sono avevano una cena con tua madre,non te lo ha detto?" gli dico "ehm...io e mamma non ci parliamo da quando mi sono preso a botte con Axel" dice storcendo la bocca,non riesce a chiamarlo papà da quando ne ho memoria probabilmente. "capisco,perchè sei qui?" gli domando curiosa sporgendomi per vedere cosa nasconde dietro la schiena lui fa un sorriso timido,quasi timoroso "beh ecco ho combinato un casino" mi dice "quando non ne combini qualcuno?" gli chiedo retorica di rimando facendo una piccola risata,lui mi segue ridendo e mi mostra il rotolino di garza nella sua mano sinistra "mi sono scordato del bendaggio e potrei essermi fatto la doccia bagnandola tutta,quindi potrei aver mandato leggermente a puttane il tuo lavoro e dato che non riesco a mettermi questa cazzo di cosa da solo ho pensato di venire dalla mia infermiera preferita" mi dice lui sorridendo mettendo in mostra i suoi denti bianchissimi e la fossetta sulla guancia "vieni qua impiastro,rifacciamoti il bendaggio" gli dico facendolo sedere sul mio letto e facendogli sfilare nuovamente la maglietta. mi fermo un secondo di troppo ad osservarlo,è bello da togliere il fiato,bello da far quasi male. "cosa intendevi prima dicendo che lo fai anche tu spesso?" gli domando mentre inizio a fargli giro di bendaggio intorno al busto cercando di focalizzare la mia mente su qualcosa che non sia il suo corpo divino "annusare le sue magliette. Sai quando è successo tutto e mio padre ha ordinato a mia madre di far sparire tutto ciò che fosse collegato a lui io ho recuperato qualche maglietta e l'ho nascoste in camera in un doppio fondo dell'armadio" mi racconta "Perchè....perchè nel doppio fondo e non semplicemente nell'armadio?" mi azzardo a chiedere io "perchè mio padre entrava nella nostra stanza e controllava che non ci fosse nulla di suo. Non potevo permettergli di togliermi tutto...il suo profumo non sono riuscita a nasconderlo però..."continua lui iniziando a fissare il vuoto,è in un'altra dimensione in questo momento. Termino il mio lavoro dopo di che gli passo la maglietta per fargliela indossare e lui lo fa per poi soffermarsi sul mio corpo "puoi...verresti in un posto con me?" mi chiede poi "A quest'ora?" "si ho bisogno di farti vedere una cosa,ti piacerà" mi dice lui alzandosi e afferrando la mia mano "d'accordo fammi solo mettere un leggins e ti raggiungo di sotto" gli dico togliendo la mia mano dalla sua.

Poco dopo usciamo insieme e saliamo nella sua freemont per poi prendere la strada lungo la costa. Nessuno fiata nell'abitacolo così mi giro verso di lui e inizio a guardare il modo in cui la sua mano stringe il volante mentre con l'altra scala le marce facendo guizzare i suoi muscoli in un modo che mi ipnotizza totalmente,risalgo con lo sguardo sul suo collo possente e poi sul mento e sulla mascella spigolosa,il naso perfetto "non.guardarmi.cosi" mi dice digrignando i denti "scusa" sussurro io "non devi scusarti,solo,non farlo,il tuo sguardo mi brucia addosso come se potessi prendere fuoco da un momento all'altro,non sono lui." Mi sputa acido mentre ferma la macchina lungo la scogliera californiana e scende sbattendo lo sportello facendomi sussultare sul posto.
Mi slaccio la cintura e scendo sbattendo allo stesso modo lo sportello "cosa cazzo fai? Mi ripaghi i danni dell'auto Kath!" Mi dice incazzato,il colore dei suoi occhi è scuro ora,ha perso la limpidezza del verde smeraldo che lo contraddistingue. "Non me ne frega un cazzo della tua auto! Quale problema mentale di affligge?? Hai qualche disturbo strano?? Perché non capisco! Mi hai portato su questa fottuta scogliera per urlarmi addosso solo perché ti stavo fissando in macchina?! DIOOO" Urlo sentendo l'ultima parola fare eco intorno a noi "perché non mi guardi schifata??" Mi chiede lui di rimando dopo essersi preso due secondi per assimilare le mie frasi "perché cazzo dovrei guardarti schifata?" Gli chiedo io esasperata muovendo le braccia verso l'alto per poi farle scontrare con le mie cosce "perché...lasciamo stare" mi dice. Mi avvicino a lui e alzo la mia mano poggiandola sulla sua guancia,lui al contatto della mia mano sulla sua guancia chiude gli occhi e un flashback mi trafigge come una lama
"Adoro le tue dolci mani quando mi accarezzano il viso,mi sento vivo Kath..." mi dice lui sorridendo continuando a tenere gli occhi chiusi mentre si prende le mie carezze "sono solo carezze Aaron" lo prendo in giro io ridacchiando,all'improvviso apre gli occhi mostrandomi il nero pece che li caratterizza che luccicano,sta per combinarla lo so già "solo carezze? Lascia che ti mostri come sono bravo io con le carezze bimba" mi dice lui prima di alzarsi e afferrarmi per i fianchi per poi buttarmi nuovamente sul divano e iniziando a farmi il solletico facendomi ridere fino a piangere. Ci osserviamo per qualche secondo prima di vederlo leccarsi il labbro inferiore cambiando espressione,non è più giocosa...
Ritorno in me e ritraggo la mano "non posso...non ce la faccio" gli dico allontanandomi da lui "ti prego riportami a casa Nate" continuo io indietreggiando mentre lo vedo aprire gli occhi e sbarrarli nel vedermi distrutta così "io.." inizia "PORTAMI A CASA!" Urlo allora io "d'accordo..." mi dice prima di farmi salire,allacciarmi la cintura e salire e mettere in moto e ritornare a casa in un silenzio assordante.

Appena parcheggia davanti a casa mi appresto ad aprire lo sportello ma lui mi blocca dal polso "non so cosa ti ho fatto,ma non posso aiutarti se non mi parli Kath" mi dice sofferente sbattendo con l'altra mano sul volante "non puoi aiutarmi Nate...nessuno può...condividiamo lo stesso dolore quindi dovresti saperlo che non si esce da tutto questo. Non sei tu,sono io che sono sbagliata,che vivo per inerzia e non riesco ad andare oltre" ammetto più a me stessa che a lui "d'accordo,sappi solo che se vuoi ci sono" mi dice per poi lasciarmi andare il polso "e tu? Tu quando ti aprirai con me? È troppo facile essere disposto ad ascoltare gli altri ma non farti ascoltare da questi,forse,quando anche tu imparerai che non sono io il nemico,potremo aprirci l'un l'altro...fino ad allora tu sta nel tuo come io sto nel mio Nate." Gli rispondo forse un po' troppo acida prima di scendere dalla sua auto. Lui non scende,rimette in moto e va chissà dove.

Entro in casa,trovo i miei davanti alla tv. Li saluto velocemente augurando loro la buonanotte e salgo in camera.
Prima di mettermi a letto mando un messaggio ad Alyssa chiedendole di fare colazione insieme domani,dopo aver letto il messaggio di assenso da quest'ultima mi tolgo il leggins e mi accoccolo nel letto stringendo in un pugno la maglietta e piango lacrime amare addormentandomi.

Capitolo 7 pubblicato!! Un piccolo flashback della nostra Kath. Ennesima litigata tra i due è ancora molte cose da svelare! Buona lettura e al prossimo aggiornamento!

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