Capitolo 16

9.1K 229 5
                                    


Poco dopo siamo in macchina diretti verso la chiesa per la cerimonia. Sono in macchina con Nate e Leo. I due sono davanti,il biondo guida come al solito mentre il moro gli è accanto. Ogni tanto Nate punta lo sguardo sullo specchietto retrovisore in cerca del mio sguardo che però non gli concedo facilmente. Sono troppo presa dal non perdere la calma del tutto e non faccio che torturare questa dannata collana che ho al collo,probabilmente è un gesto disperato per cercare di aggrapparmi all'unica cosa sana che mi appartiene. Si tratta di una collana che ha un ciondolo abbastanza particolare: è uno di quei ciondoli che al suo interno ha una foto. Si tratta di una foto che ritrae me,Aaron,Leo e Nate. è stata fatta il mese prima dell'incidente. Ricordo che l'avevamo scattata dopo l'insistenza di Aaron poichè voleva avere un ricordo che fosse visibile solo a lui per quando sarebbe partito per New york per giocare nella squadra di football che lo aveva chiamato qualche giorno prima. Ricordo che non faceva altro che ripetere che nulla ci avrebbe mai separato e che il nostro amore era indissolubile ed indistruttibile. E la cosa più assurda è che gli avevo creduto davvero. 

"Piccola siamo arrivati. Tutto bene?" mi chiede Leo facendomi tornare alla realtà. "Si certo,tutto a meraviglia" rispondo alzando gli occhi al cielo scendendo dall'auto puntando successivamente il mio sguardo sul biondo che nel frattempo ha fatto il giro del veicolo affiancandomi e lo vedo fare il mio stesso gesto con gli occhi e tirare uno scappellotto al fratello minore scuotendo la testa. "Tutto bene? davvero? sei un idiota fratello,non impari mai" lo sento sussurrare dietro di me mentre raggiungiamo i nostri genitori che già ci attendevano all'entrata della chiesa. 

Entriamo e punto lo sguardo subito sulla foto che si trova al fondo. Ritrae un Aaron sorridente. Ha il sorriso identico a Nate in questa foto,forse il suo era più luminoso di quest'ultimo. Aaron e Nate erano gemelli omozigoti,nessuno li avrebbe potuti distinguere eccetto noi della famiglia,se non fosse stato per il loro carattere cosi differente e per il loro modo di approcciarsi alle persone. 

Distolgo lo sguardo dalla foto quando sento i due fratelli avvolgermi i fianchi da entrambe le parti per darmi conforto ed io non posso che lanciare uno sguardo di ringraziamento ad entrambi perchè se non ci fossero loro adesso non avrei potuto sopportare la giornata. 

Seguiamo la cerimonia in silenzio. C'è chi piange,chi fissa il vuoto,altri che guardano la foto di Aaron con insistenza come se potessero animare quell'immagine e chi come noi tre guarda in basso e ascolta solo ciò che il prete sta dicendo senza però sentirlo davvero.

Sento il gigante biondo a fianco a me muoversi e cosi alzo lo sguardo smarrita quando lo vedo avvicinarsi all'altare e mettersi dietro al leggio sistemando il microfono all'altezza delle sue labbra. 

Si schiarisce la voce e si tocca i capelli in modo frenetico creando un groviglio di ciuffi biondi sparati in tutte le direzioni. Smetto di respirare per non so quanto. Lo vedo osservare tutti i presenti,poi incastra i suoi occhi diventati scuri nei miei e capisco quello che sta per fare. Scuoto la testa per fargli capire che non deve fare quello che sta per fare. Ma lui lo fa,perde il controllo. "Fanculo" dice prima di sbattere un pugno sul leggio e scendere velocemente avviandosi successivamente fuori dalla chiesa dove è calato un silenzio tombale dove risuonano solamente i suoi passi pesanti ed in seguito l'eco della porta che sbatte chiudendosi. Lo stesso rumore che fa il mio cuore e che ha fatto certamente anche il suo che si sono appena infranti e sgretolati qua dentro non lasciandoci assolutamente nulla se non il suono assordante del dolore e della rabbia che ci perseguitano da due anni rendendoci anime in pena. Mi lascio cadere sulla panca dietro di me abbassando la testa mordendomi il labbro per evitare di scoppiare qua dentro. Devo resistere. "Devo andare da lui,puoi rimanere qua buona?" mi chiede Leo girandosi per avviarsi all'uscita ma gli afferro il polso "Non andare Leo. Ha bisogno di stare solo. Dagli tempo." gli dico sollevando lo sguardo scontrandomi con i suoi occhi che esprimono solo tanta preoccupazione. "E tu che ne sai di quello di cui ha bisogno Nate mh?" mi risponde lui con tono scontroso facendomi vacillare un secondo "Che cazzo è una sorta di ossessione la tua per caso?" bisbiglio io per non farci sentire dagli altri "Dimmelo tu Katherine,deve diventare un'ossessione?" bisbiglia lui di rimando strattonando il suo braccio che tenevo ancora fermo con la mia mano. "Sai che c'è Leo? Va al diavolo! Credi al cazzo che vuoi. Conosco a memoria voi tutti. Conosco tutte le vostre reazioni e i vostri sentimenti. E Nate è il più prevedibile di tutti. Volevo evitarti un pugno,perchè sarebbe finita con te che tornavi a casa con un bell'occhio nero ma sai che c'è? Vai,raggiungi Nate e spero davvero di trovarti domani con quel dannato occhio nero,perchè te lo meriti. Sei uno stronzo." concludo io lasciandolo la avviandomi all'uscita ignorando i continui richiami da parte di mio padre,mia madre e da Leo stesso. 

Raggiungo la tomba di Aaron e mi butto a terra sulle ginocchia posando i palmi delle mani sul prato bagnato afferrando successivamente i ciuffi d'erba nel mio pugno e facendo uscire un ringhio dalle mie labbra. "Sono esausta Ronnie" sussurro guardando la lapide chiamandolo con il nomignolo che usavo solo io. "Tutto questo sta diventando estenuante. Avevi promesso che mi avresti protetto sempre da tutto. Dove sei amore mio? Dove cazzo sei? Qua sta andando tutto a rotoli. Non valiamo niente senza di te,siamo tutti dei gusci vuoti. Sono diventata una stronza,sono arrabbiata col mondo intero e i tuoi fratelli riempiono le mie giornate nel bene e nel male. E tu? Tu quando torni da me? ho bisogno dei tuoi abbracci,ho bisogno di trovare il mio posto nel mondo,non appartengo più a nessuno. A scuola mi trattano tutti come se avessi qualche malattia degenerativa e contagiosa. Chi vorrebbe una persona rotta come me che è stata la fidanzata intoccabile del quarterback? E con Nate? Cosa devo fare con lui? è più perso di me." continuo il mio monologo ed il mio sfogo.

 "Porca puttana Leo devi fottutamente levarti dal cazzo prima che ti metta le mani addosso e ti assicuro che non sarei clemente!" sento ringhiare da Nate che si trova a qualche metro di distanza e sta dando pugni ad un albero. Lo vedo spintonare il fratello che risponde alla spinta con un'altra della medesima intensità  "No mi hai rotto il cazzo con i tuoi scatti d'ira! sono tuo fratello devi darti una controllata" continua Leo. Mi alzo e pulendomi le ginocchia sporche di terra mi avvicino ai due che non notano la mia presenza. Sussulto quando vedo il pugno di Nate raggiungere la faccia di Leo e schiantarcisi sopra. "No tu mi hai rotto il cazzo Leo. Stanne fuori. Come reagisco io non sono cazzi tuoi. Impara a capire quando è ora di tirarsi indietro." dice il biondo prima di sorpassare il mio migliore amico,salire in macchina e sgommare lontano da noi. 

Affianco Leo che si sta toccando l'occhio. Gli afferro il mento girandolo nella mia direzione analizzando il suo occhio. "Dio per la prima volta ha accolto le mie preghiere. Il destro di Nate non lascia sconti a nessuno,nemmeno al proprio fratello. come ti avevo detto" sputo acida facendo una risata per schernirlo. "Tirati su ti porto a casa stronzo. Hai bisogno di ghiaccio prima che tu perda l'uso dell'occhio sinistro" continuo io offrendogli la mia mano per tirarsi su. Fa una smorfia di dolore "Stronzo dovresti chiamare Nate" dice mentre ci incamminiamo verso la macchina dei nostri genitori "Perchè ti ha tirato un pugno? Può darsi ma dovresti conoscere tuo fratello e dovresti capire quando darti uno stop." dico io girandomi quel che basta per guardarlo con la coda dell'occhio e vederlo sbuffare per poi ridere "Per questo ci sei tu. Sembra tu sappia più cose di me. Sai anche le sue misure?" mi schernisce facendo un diretto riferimento ad un discorso di carattere sessuale. Mi blocco sui miei passi,lo faccio voltare per guardarlo negli occhi e sputargli addosso quello che penso e buttando fuori tutta la rabbia repressa "Non so perchè tu abbia questa gelosia nei miei confronti e non capisco perchè sia uscita fuori cosi all'improvviso ma non me ne frega un cazzo. Ricordati chi sono e che ruolo abbiamo l'uno nella vita dell'altro. Ascolta il consiglio di Nate perchè camperai cent'anni: STA.NEL.TUO.LEO" ringhio "Stavolta non ti basterà presentarti a casa mia con del gelato e delle fottute scuse campate in aria. Qua chi si deve dare una regolata con quello che dice e fa sei tu razza di cretino." concludo per poi voltarmi verso i nostri genitori che ci fissano sconvolti dato che di solito do questo tipo di spettacolo solo con Nate. "Portate lo stronzo a casa e mettetegli il ghiaccio sull'occhio." urlo al gruppo adulto che ci fissa  prima di girare sui tacchi e avviarmi a passo spedito verso l'uscita del cimitero "Kath! dove vai?" urla mio padre ma non gli rispondo e volto le spalle a tutti per la seconda volta nel giro di un'ora.

Afferro il cellulare e digito il suo numero per poi portarmi l'aggeggio infernale all'orecchio. Risponde dopo due squilli "ti aspetto davanti casa mia alle dieci in punto,non un minuto di più non uno di  meno" dico solo attaccando subito dopo. 

Mi tolgo le scarpe rimanendo scalza e mi avvio verso casa con la rabbia che mi scorre nelle vene senza sosta.  

Una giornata di merda merita una serata altrettanto di merda. Ci vediamo tra tre ore esatte Jenna. Ho voglia di farmi male ancora oggi ma ho altrettanta voglia di procurarne. E che la festa abbia inizio. 


TRUTH OR DARE?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora