TRUTH OR DARE?

Capitolo 35

Mi poggiai allo stipite della porta della sua stanza cercando di riprendere fiato mentre intorno a me scoppiava l'inferno.

Nate era stato palesemente preso da una crisi di astinenza e stava spaccando tutto con gli occhi iniettati di sangue; spalanco gli occhi nell'esatto momento in cui poso lo sguardo sulle sue mani notando che dalle nocche sgorga sangue a fiotti,segno che il suono ovattato che avevo sentito pochi minuti prima del piano di sotto fosse stato effettivamente dovuto ad un pugno dato alla porta.

"Nate..." riesco appena a buttare fuori prima di vederlo scaraventarsi violentemente contro di me come un toro inferocito.

In poco mi trovo sbattuta al muro schiacciata tra il suo peso,le sue mani intorno al mio collo e il muro per colpa del quale sento una forte fitta alla schiena e alla testa che mi stordisce per pochi secondi.

D'impulso circondo il suo braccio,che in questo momento è serrato intorno alla mia gola,con entrambe le mie mani cercando di fare pressione per potergli fare almeno allentare la presa,permettendomi così di inspirare più ossigeno possibile.

Sento il mio cuore battere così forte da sentirlo anche nelle orecchie e nella testa,spalanco gli occhi e cerco di pronunciare il suo nome ma la voce sembra non voler uscire

"Devi.dirmi.dove.cazzo.l'hai.messa" pronuncia scandendo ogni parole con una violenza tale da farmi venire le lacrime agli occhi per la paura. So che vuole la bustina con la droga ma fosse l'ultimo respiro che faccio non cederò. Gli ho promesso che lo avrei aiutato e così farò.

"Kath! Dimmeloooo!" Urla contro il mio viso,cosa che in automatico mi fa chiudere gli occhi e digrignare i denti.

Dopo poco sento la presa allentarsi per poi scomparire del tutto e aprendo leggermente gli occhi riesco appena a fare in tempo a vederlo sbarrare gli occhi puntati su di me prima di accasciarsi sul pavimento seguito da me

"Cazzo...cazzo...cazzo. Non doveva succedere,io...Dio!" Dice piagnucolando portandosi le mani sulla testa e tirando le ciocche bionde quasi a volersele strappare.

"Mi dispiace piccola,mi dispiace non avresti mai dovuto vedere questo. Perdonami,ti...ti ho...ti ho fatto male?" Pronuncia a fatica alzando le sue gemme verdi sul mio viso e abbassando successivamente lo sguardo sul mio collo come ad accertarsi di non aver lasciato segni.

Io dal canto mio resto in silenzio guardandolo con uno sguardo vacuo e privo di emozioni.

Quando però sento la sua mano sfiorarmi il collo mi ritraggo all'istante da quel tocco in un gesto automatico quasi come se potesse distruggermi sfiorandomi semplicemente

"Piccola Kath..." pronuncia appena in un sussurro; ma nonostante sia consapevole del fatto che sia solo l'astinenza la causa di quei comportamenti aggressivi e improvvisi non fa che riportare la mia mente a qualche anno fa quando mi trovai nella medesima situazione ma come spettatrice.

Ricordo la paura ed il dolore che avevo provato a vedere Nate perdere totalmente il senno e scaricare tutta l'angoscia e la mancanza sul gemello.

Mi era sembrato di avere le allucinazioni perchè erano i gemelli più uniti che avessi mai visto. La loro complicità è qualcosa che ho sempre invidiato loro; sapevano capirsi con uno sguardo o un gesto. A volte mi fermavo ad osservarli nella quotidianità e c'erano momenti nei quali restavano in silenzio semplicemente guardandosi,poco dopo annuivano o negavano con la testa e questo era tutto ciò che potevi vedere perché non avresti mai potuto capire; erano soliti fare intere conversazioni in questa maniera trovando sempre il modo di non farti mai sentire escluso. Ti coinvolgevano continuando a comunicare tra loro.

E anche in quella occasione Aaron era rimasto così composto e serio; non aveva osato dire una sola parola che fosse di scherno o di rimprovero nei confronti del fratello. Aveva lasciato che Nate gridasse,che con una mano sbattesse il pugno ad un centimetro dalla sua faccia mentre l'altra era impegnata a serrargli la gola. Lo aveva semplicemente osservato in modo quasi magnacale,il massimo che gli avevo visto fare era stato quello di serrare la mascella e assottigliare lo sguardo.