Capitolo 46

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POV'S NATE

Il dolore ha molteplici significati ma è costituito principalmente da una parte percettiva ed una esperenziale

Quella percettiva permette la ricezione e il trasporto di stimoli al sistema nervoso che possono essere lesivi per l'organismo

Quella esperenziale invece implica uno stato psichico personale,del tutto individuale che si manifesta attraverso una sensazione del tutto spiacevole

Siamo esseri umani,e come tali siamo inclini a provare dolore,a sentirci soli e persi.

Quando mi sono precipitato fuori dalla casa di Kath per dirigermi nella mia avevo immaginato differenti scenari,tutti prevedevano troppe persone...persone di cui non mi fidavo,persone del passato con le quali probabilmente avevo un conto in sospeso...sono arrivato addirittura a pensare di trovare Axel...centinaia di nomi mi sono passati per la testa

Ero pronto a tutto...o almeno così credevo

La voce disperata e viscerale di Kath urla il mio nome come se fosse l'unica cosa a cui potersi aggrappare,come se io fossi il suo porto sicuro e lei la nave in avaria in mezzo alla tempesta completamente sola e priva di guida.

la sua voce è l'unica cosa che riesce a farmi vacillare per un momento tentandomi al punto tale da farmi distogliere lo sguardo dalla figura immobile di fronte a me che non ha mosso un solo muscolo fino ad ora

Con la coda dell'occhio lo vedo affacciarsi leggermente in maniera quasi impercettibile mentre io punto i miei occhi sul corpo sinuoso e rigido della ragazza in lacrime stretta da Leo in una morsa che non ammette repliche.

Ho sempre invidiato il loro rapporto,non perché fossi geloso di Leo,ma perché ho sempre desiderato poter avere qualcuno con cui condividere le mie giornate,i miei ricordi,i miei fallimenti e i miei successi.

Leo nonostante tutto quello che è successo solo poche ore fa tra di noi,non ci ha pensato due volte prima di avventarsi su Kath per proteggerla da un dolore ben più grande di tutti noi.

Ma non la terrà a lungo,lo so che scalpita per venire da me,so che ciò che si trova all'interno della stanza ora è passato completamente in secondo piano perché ciò che la preme maggiormente è accertarsi di come stia io.

Lancio un'occhiata veloce a mia madre che,posta di fianco a me,piange copiosamente mentre mi stritola il braccio reggendosi ad esso guardando un punto fisso.

Non mi soffermo più di tanto sulla presa e su mia madre perché i miei occhi vengono attirati nuovamente come due calamite dalla piccola pancake che è quasi in preda ad un attacco di panico

"Non la stringere così forte Leo,lei è un fiore delicato,va trattato con cura e parsimonia" vorrei dirgli,ma so che sarebbe fuori luogo e in più ho un'aggravante che non mi permette di emettere un solo suono...è come se non avessi più la voce per parlare,provo ad aprire la bocca ma non ne esce assolutamente niente

È come trovarsi in apnea,sul fondo,con gli occhi aperti mentre guardi incessantemente la superficie cercando di spingerti verso l'alto senza però ottenere risultati.

Non trovo nessun appiglio per riemergere perché l'unica in grado di riportarmi indietro è Kath...ma non posso nascondermi tra le sue esili braccia aspettando che la tempesta si quieti e faccia dietro front perché non sono solito scappare dai problemi,anzi,mi ci butto a capofitto come un carro armato aspettando l'impatto,e stavolta il colpo è stato violento

"Nate!" l'ennesimo urlo di Kath squarcia il silenzio

La sua voce per me è come il canto di una sirena,mi sconvolge e investe come aria fresca

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