Capitolo 34

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Nate parcheggia la macchina di fronte alla casa a Los Angeles e si slaccia la cintura scendendo poi in religioso silenzio.

Dal canto mio faccio la medesima cosa e lo raggiungo mentre è già intento ad aprire la porta e fare il suo ingresso in casa. Si sposta di lato permettendomi così di entrare a mia volta e chiude la porta dietro di noi con un tonfo appena udibile.

"Vuoi un bicchiere d'acqua?" Mi domanda cauto poggiandomi la sua grande mano alla base della schiena per condurmi in cucina riuscendo così a farmi sentire i suoi polpastrelli bruciarmi la pelle anche attraverso lo strato di cotone della maglietta.

"Perchè no" gli rispondo atona cercando di allontanarmi dalla sua presa che sembra marcare a fuoco ogni particella del mio corpo.

Nate si allontana con ampie falcate raggiungendo il frigo e aprendo l'anta di destra.

Mi prendo un attimo per osservarlo. Mi trovo a pensare che questa casa è tremendamente piccola per un energumeno come lui. Il suo corpo slanciato e massiccio stacca di cinque spanne minimo il frigo che appare più come uno di quei minibar degli hotel piuttosto che un frigorifero da cucina,le ante della dispensa disposte in alto a sinistra da dove si trova il biondo sono all'altezza della sua gola,lo immagino quindi a piegarsi leggermente sulle ginocchia per poter avere una visione completa dell'interno della dispensa,al centro della stanza si trova l'isola di marmo bianco lucido con venature nere che trovo delizioso; il lavandino è ordinario:in acciaio,composto da due vasche di forma quadrata con gli angoli smussati anziché a punta ed infine in basso,proprio sotto la dispensa si trova la lavastoviglie di color grigio metallizzato affinchè che quest'ultima ed il lavandino sembrino fatte dello stesso materiale.

Nate si schiarisce la gola più volte facendomi così posare lo sguardo su di lui che sembra leggermente...imbarazzato forse?

"Ti dispiace se l'acqua la prendo dal lavandino? Non ne ho nemmeno un goccio in frigo" mi dice in un sussurro alternando lo sguardo da me al suo frigo; quest'ultimo ovviamente attira la mia attenzione ma vorrei non essermi mai soffermata sul contenuto dell'oggetto in questione poiché pieno di birre e vino, per non parlare dei forti liquori che ricoprono la parte laterale del frigo. Insomma,ricco di inutilità e privo di essenzialità.

Faccio un piccolo accenno di assenso alla sua domanda con però uno sguardo di disappunto per ciò che ho appena visto,vedendolo poi chiudere lo sportello e avvicinarsi invece alla credenza in alto posta di fianco alla dispensa. Ridacchio leggermente quando vedo la fonte dei miei pensieri diventare realtà nel momento in cui Nate si piega leggermente sulla ginocchia per poter prendere il bicchiere e riempirlo di acqua aprendo il rubinetto.

Si volta circospetto inarcando un sopracciglio mentre mi porge il bicchiere con l'acqua che accetto volentieri portandolo alle labbra e prendendone un piccolo sorso

"Perchè mi guardi?" Gli chiedo poi posando il bicchiere sull'isola di marmo notando i suoi occhi osservarmi,o meglio dire analizzarmi con estrema attenzione; le labbra sono serrate e la mascella tirata ma i suoi occhi trasudano tranquillità e un non so che di divertito

"E tu perché sei così bipolare?" Mi chiede lui di rimando senza rispondere alla mia domanda e piegando la testa di lato facendo questa volta alzare un angolo della sua bocca in un sorriso storto

Decido di non rispondere alla sua domanda chiaramente riferita al mio continuo cambio di umore,per il quale non riceverà una spiegazione poichè implicherebbe spiegargli che dentro sono un turbinio di rabbia,delusione e risentimento nei suoi confronti in contrasto con il fatto che  quando gli sono vicino tutto il resto sembra annullarsi e l'unica cosa di cui mi importa ed a cui mi dedico con tutta me stessa sia lui ed il suo benessere

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