Capitolo 37

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"Io non penso di essere pronto" questo è tutto ciò che pronuncia Nate da più o meno tre giorni,ovvero da quando l'ho preparato psicologicamente al suo ritorno a scuola.

Gli ho concesso di rimanere nella sua casa a Los Angeles ma questo non significa che non debba riprendere i suoi ritmi scolastici per poter ottenere il diploma una volta per tutte.

Sono stati tre giorni molto difficili dato che l'energumeno seduto alla mia destra in auto non voleva saperne nulla di fare rientro a scuola. Non so nemmeno io come sia effettivamente riuscita a portarcelo qua senza doverlo trasportare con una gru.

Poggio la testa sul volante rilasciando uno sbuffo frustrato seguito da un piccolo grugnito di disappunto.

"Nate perfavore. Non succederà nulla. Ti ho concesso persino di starmi attaccata al culo per tutta la giornata! Giuro che non ti farò interloquire con nessuno che non sia tuo fratello e il tuo solito gruppo" gli dico voltando la testa ancora sul volante per poterlo vedere bene

Il biondo si passa la mano tra i capelli e sbuffa imitandomi, dopo di che sbatte la mano sul cruscotto della macchina

"È fottutamente questo il problema Kath! Non voglio vedere nessuno! Tanto meno mio fratello che capirà subito cosa sta succedendo. Lo deluderei e non farebbe che ripetermi che ha già perso un fratello e che sono solo un egoista e avrebbe pienamente ragione" urla nell'abitacolo così forte che persino degli studenti che si trovavano nella zona si voltano per cercare di capire chi ci sia dentro l'auto e cosa stia succedendo ed è in quel momento che ringrazio Nate per avere la macchina con i vetri oscurati così da evitarci sguardi da occhi indiscreti in questo momento

Questo aiuto da parte dei vetri oscurati però non mi evita l'ira incontenibile che sento ribollirmi nelle vene per il suo modo sgarbato. Sono giorni che cerco di contenermi dato che mi rendo conto degli effetti dell'astinenza che rende Nate nervoso e rabbioso,ma anche la calma apparente che ho cercato di trattenere cerca di uscire e farsi sentire una volta per tutte.

Non è l'unico ad avere problemi ma sembra dimenticarsene. In fondo lui sa tutto,e la cosa lo sta frustrano ma io? Cosa dovrei dire io che sembro un fantasma che cammina? Sono quella che nella mente ha una parte messa in off eppure sono qui a cercare di rimettere insieme i suoi pezzi mentre io mi sto sgretolando sempre di più e non so se ci sarà qualcuno a rimettermi a posto quando cadrò definitivamente schiacciata dalle mille responsabilità che gravano su di me.

Per questo non ci penso due volte a mettere fine alle sue cazzate e ai suoi capricci da bambino e lo rimetto subito al suo posto come solo Katherine Donovan potrebbe fare

"Non me ne frega un cazzo. Non te lo dirò un'altra volta Nate. Muovi il culo ed esci da questa fottuta macchina prima che mi metta a rigarla tutta con le tue stesse chiavi." Dico prima di slacciarmi la cintura,afferrare le chiavi e fargliele dondolare davanti agli occhi come avvertimento

Nate prova ad afferrarle in un gesto fulmineo e devo dire intelligente,ma talmente prevedibile che quando lui chiude la mano a pugno convinto di averle prese,io in realtà sono già fuori dalla macchina con la chiave poggiata sulla fiancata dell'auto in una chiara minaccia di quanto io non sia affatto in vena di scherzi.

Lo vedo spalancare gli occhi e dilatare le pupille prima di scendere velocemente dall'auto e fare il giro per venire ad ammonirmi

"Sei completamente impazzita per caso? Non ti azzardare Donovan o giuro su Dio che te la farò pagare tutta questa macchina fino all'ultimo centesimo con tanto di interessi!" Urla isterico come se fosse una gallina a cui stanno tirando il collo

"Ma smettila ridicolo! È solo una macchina quanto sei esagerato! Datti un contegno femminuccia!" Parlo con un tono di voce di un'ottava più alta per sovrastare i suoi borbottii

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