Quando Arya e Remus finirono di gustarsi anche l'ultima dolcissima goccia di succo di zucca i primi gruppetti di studenti cominciavano a raggiungere, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi, la sala grande: Arya ricordava le feste che si tenevano la notte del primo giorno di scuola, erano come un rito fondamentale a cui non si poteva prescindere, neanche se la mattina dopo la prima lezione fosse stata di pozioni, o peggio storia della magia.
Arya stava osservando distrattamente gli studenti prendere posto ai propri tavoli lanciandosi ad afferrare fette di torta, budini e toast croccanti prima che ne rimanessero solo poche briciole o tazze vuote, quando Remus si scusò con lei, dicendole che doveva andare a prepararsi per la sua prima vera lezione: era chiaramente un po' nervoso per quel ruolo, così importante per lui, ma Arya non aveva dubbi che avrebbe fatto un ottimo lavoro
-vedrai che andrà bene, di certo non potrai essere peggio di Piton-
Gli disse mentre l'ormai famoso insegnante di pozioni si accomodava al tavolo dei professori, sempre con quel suo sguardo di superiorità con il quale scrutava senza pietà il resto del mondo. Arya non era mai riuscita davvero a capire cosa Lily trovasse in quel ragazzo che nulla aveva a che fare con lei, e l'unica cosa di cui era certa era che Piton la odiava, come odiava James, Sirius, Remus, Peter e tutti quelli che si erano frapposti tra lui e Lily
-che fortuita coincidenza trovarti qui, Ellis-Miller, suppongo che Silente ti abbia informata riguardo al Vaiolo di Drago-
Arya sapeva che quelle parole servivano solo a farle capire che lui era al corrente di ogni cosa e che Silente in persona lo teneva costantemente informato, anche se Arya in cuor suo davvero non capiva da dove venisse tutta quella fiducia che il preside riponeva in quell'uomo. Tuttavia senza perdersi in troppe inutili domande, sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi di circostanza prima di rispondergli
-certo, e suppongo che, in ogni caso, non siano fatti tuoi-
E in quel preciso istante decise che non aveva nessuna voglia di farsi rovinare la mattinata dalle inutili chiacchiere di Severus Piton, così senza stare a sentire cos'altro potesse avere da replicare, si avviò verso l'ingresso della sala grande, seguita da Remus
-lascia perdere Severus, sai com'è fatto-
Le disse guardandola con lo stesso sguardo che usava per dissuadere i suoi amici dal fare qualcuna delle loro cavolate e Arya in un certo senso gli fu enormemente grata per questo
-non metterò del veleno nel suo succo di zucca, se è questo che temi... non mi importa cosa crede di sapere Piton, né tanto meno quello che dice-
Remus le sorrise, accarezzandole appena una spalla
-a più tardi, Arya-
Lei per tutta risposta alzò silenziosamente una mano aperta in segno di saluto e appena Remus scomparve su una rampa di scale che aveva improvvisamente cambiato direzione, uscì dall'ingresso principale, e incurante del fatto che indossava un paio di ballerine, nemmeno troppo comode a dirla tutta e di certo non molto adatte ad una passeggiata in mezzo a dei prati umidi, si avviò camminando lungo uno dei sentieri che conducevano in chissà che punto sperduto del parco che circondava Hogwarts.
Camminò finché quelle maledette scarpe non cominciarono a farle male sul serio e solo allora decise di fermarsi, rendendosi conto di essersi allontanata parecchio dal castello, che svettava maestoso al centro di quell'immensa distesa di prati e alberi. Stava ancora ammirando il profilo delle torri di Hogwarts quando il dolore per una fiacca che pulsava sul suo piede la distrasse senza alcuna delicatezza da quella vista idilliaca
-stupide scarpe, che sia maledetto il giorno in cui ho deciso di comprarvi-
Disse a voce alta senza preoccuparsi che qualcuno potesse sentirla, primo perché probabilmente non c'era anima viva nel raggio di almeno duecento metri che potesse ascoltare i suoi discorsi e secondo perché non era poi così inconsueto vedere una strega che insultava le proprie scarpe.
Arya si era appoggiata al tronco elaborato di un albero e dopo essersi liberata della scarpa destra e aver estratto la propria bacchetta aveva fatto sì che la modesta e fastidiosa ferita guarisse in soli pochi secondi, perché, in fondo, essere un medimago aveva poi anche i suoi piccoli vantaggi. Stava ancora ammirando soddisfatta la ferita perfettamente rimarginata quando il rumore di un rametto secco che si spezza richiamò la sua attenzione. Arya smise di preoccuparsi del suo piede e dimenticandosi di trovarsi nel bel mezzo di un bosco lo appoggiò come se nulla fosse a terra, percependo immediatamente la sua pelle inumidirsi al contatto con il terreno freddo. Si voltò prima a destra e poi a sinistra, tenendo la bacchetta saldamente in pugno, nonostante il lieve tremolio della sua mano le rendeva piuttosto arduo il compito di mirare verso un punto preciso di fronte a sé.
Tutto era tornato a farsi silenzioso attorno a lei, ma nonostante ciò Arya continuò ad avere la sensazione che qualcuno (o qualcosa) la stesse fissando, proprio come la sera prima, alla stazione di Hogsmeade. Un pensiero inevitabilmente attraversò la sua mente ma Arya scosse la testa, ripetendosi ancora una volta che non poteva essere davvero ciò che pensava, che era solo la sua mente a giocarle strani scherzi. Ma il suo cuore cominciò a battere più forte quando di nuovo avvertì come un'ombra muoversi silenziosa dietro di lei
-c'è... c'è qualcuno? –
Chiese al nulla che la circondava, quasi in un sussurro. Non ricevette nessuna risposta ma quando un chiaro rumore di foglie calpestate si levò alle sue spalle, Arya si fece coraggio e puntando la bacchetta di fronte a sé si voltò e ci mancò poco che non le partisse uno schiantesimo ben assestato quando si ritrovò, a sua volta, una bacchetta puntata contro
-Piton! Si può sapere che Merlino fai qui?!-
Disse alzando improvvisamente il tono della voce, mentre si sforzava di tornare a respirare regolarmente: col cavolo che avrebbe mantenuto la parola che aveva dato a Remus, alla prima occasione avrebbe molto volentieri avvelenato quell'idiota.
-intanto abbassa quella bacchetta, Ellis-Miller, e poi potrei farti la stessa domanda, passeggiavi o magari cercavi qualcuno qui, in mezzo alla foresta proibita? –
Arya abbassò la bacchetta ma continuò a fissarlo come se il suo sguardo potesse bastare ad incenerirlo lì dove si trovava
-bada a quello che dici, non ti conviene provocarmi... che cosa vuoi? Perché mi hai seguita? –
Piton sorrise, con quella sua specie di ghigno rigido che Arya non sopportava, tuttavia decise di fare uno sforzo per togliersi dai piedi quell'uomo il prima possibile
-c'è stato un incidente con un ippogrifo, un ragazzo è stato ferito e tutti dicono, sebbene io nutra seri dubbi a riguardo, che sei un rinomato medimago perciò mi hanno mandato a cercarti-
Arya sospirò, ignorando gli acidi commenti di Piton e preparandosi mentalmente al fatto che sarebbe dovuta tornare al castello accompagnata dalla sua sgradevole presenza, senza nemmeno poterlo schiantare al primo commento sarcastico
-d'accordo, andiamo-
Disse avviandosi mentre Piton, immobile nel suo mantello scuro, la fissava vagamente divertito
-beh, che c'è adesso? –
Disse lei esasperata: erano passati quanto, cinque minuti? Arya dubitava fortemente che uno di loro due sarebbe arrivato indenne al castello di quel passo
-credo tu stia dimenticando qualcosa-
Disse accennando con la testa al suo piede nudo, Arya abbassò a sua volta lo sguardo, chiuse gli occhi e sospirò, di nuovo. Poi con tutta la nonchalance di cui fu capace oltrepassò il professore di Pozioni più odiato della storia di Hogwarts, e raccolse, infilandosela, la propria scarpa prima di tornare ad affiancarlo
-ora andiamo e vediamo di sbrigarci-
Aggiunse mentre Piton la osservava quasi con compassione
-per una volta sono assolutamente d'accordo con te-
Disse avviandosi e dandole le spalle, e Arya fu costretta ad allungare il passo per riuscire a stargli dietro, nonostante le scarpe avessero ricominciato a farle male: quella sarebbe stata senza dubbio la "passeggiata" più lunga e dolorosa della sua vita.
STAI LEGGENDO
Lumos
Fanfiction《COMPLETA》 "Aveva ricevuto una lettera e una copia della gazzetta del profeta solo un paio di giorni prima, quando un gufo niente meno che di Hogwarts aveva bussato al vetro della sua finestra. Arya era rimasta per un tempo indefinito a fissare la f...