Il padre della mia ragazza

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22 dicembre 1976, Hogwarts Express

Dicembre ed il bianco candido della neve sulle infinite distese di prati dell'Inghilterra erano un binomio inscindibile, oltre che un'incrollabile certezza ed uno spettacolo assolutamente inimitabile, ed Arya da parte sua sarebbe rimasta ore intere ad ammirare in silenzio quel paesaggio piatto ed uniforme che scorreva placido oltre il finestrino gelato ed umido dell'Hogwarts express.

-a cosa pensi? –

La voce profonda e calda di Sirius si fece largo con delicatezza nei suoi pensieri, distraendola solo in parte dalla distesa bianca che riempiva ogni singolo punto del suo campo visivo. In risposta alle sue parole Arya si sistemò meglio contro la lana morbida del maglione di Sirius, limitandosi ad alzare stancamente le spalle

-a niente-

-impossibile, tu pensi sempre a qualcosa-

-solo perché sei un inguaribile presuntuoso che crede di sapere tutto di tutti, non vuol dire che tu abbia sempre ragione-

Disse molto candidamente, senza staccare gli occhi dal bianco uniforme che sovrastava ogni cosa là fuori, oltre il sottile vetro del finestrino. La verità era che Arya stava pensando a molte cose, la maggior parte delle quali, tuttavia, era abbastanza sicura di volersele tenere per sé, almeno per il momento. 

-miss Ellis-Miller, mi vedo costretto a contraddirla-

Disse lui risoluto, passandole un braccio attorno alla vita e stringendola di più a sé, mentre in contemporanea le labbra di Arya si piegarono in un sorriso

-visto, sei solo un gran presuntuoso, Sirius Black-

Disse, piegando appena di lato la testa quando le labbra di lui scesero a lambirle un punto imprecisato tra l'orecchio e il collo. Percepì il suo respiro caldo sulla pelle e, dopo che le ebbe scostato i capelli, avvertì un paio di dita gelide correre leggere lungo il suo collo fino a sfiorare l'ultimo lembo di pelle candida che non fosse coperta dal pesante maglione di lana che Arya aveva addosso

-guarda che siamo su un treno pieno di gente e tra poco i tuoi amici saranno di ritorno-

Disse senza troppa convinzione e chiudendo gli occhi quando quel contatto freddo fu sostituito da quello piacevolmente tiepido delle labbra di Sirius, il quale sembrava non preoccuparsi affatto dell'idea che di li a poco James, Remus e Peter sarebbero certamente tornati, o che qualcuno potesse vederli: aveva bisogno di sentire il suo profumo, di inspirarlo e farlo suo, voleva assaporare l'aroma dolce della sua pelle ancora per qualche fugace istante.

-mi mancherai-

Le disse stringendola quindi con entrambe le braccia a sé e lasciando un ultimo, lunghissimo bacio tra i suoi capelli biondi, mentre Arya con il sorriso ancora stampato sulle labbra cominciò a tracciare con un dito disegni immaginari su quelle mani che la tenevano stretta, come per impedirle di andare via nonostante, dopotutto, Arya non avrebbe avuto alcun problema a rimanere lì stretta contro il corpo caldo di Sirius anche per un'eternità intera.

-sono solo due settimane, sono sicura che riuscirai a resistere-

-come sei cinica-

Arya si lasciò andare ad una breve risata prima di divincolarsi dalla stretta di Sirius, abbastanza da riuscire a voltarsi ed annullare la distanza tra i loro visi con un bacio

-assolutamente, inoltre tu e il tuo ego non mi mancherete per niente-

Gli disse in un breve sospiro, sfiorandogli contemporaneamente con le dita una guancia ispida per l'accenno di barba scura, perdendosi poi ad osservare i suoi occhi di quel grigio così intenso e quasi ipnotico. Sirius da parte sua la lasciò fare, senza muovere un solo muscolo e concentrandosi per qualche secondo unicamente sulla sensazione unica che provava le volte in cui era Arya a cercare spontaneamente un contatto con lui. La guardò poi, accennando un sorriso divertito

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